Animalìe. Legambiente: Castellar e la Maddalena i paesi più gattari
Rapporto Animali in città. I dati dalle anagrafi veterinarie. Le aree giochi riservate ai cani: bene Bigarello (Mantova), pessime Messina e Potenza. Botti, mortaretti e ingresso dei cani in spiaggia
Rispetto al numero dei cittadini residenti, le amministrazioni comunali che risultano più amanti dei gatti sono: Castellar (Cuneo) con 1 gatto ogni 3 cittadini, La Maddalena (Sassari) con 1 gatto ogni 5 cittadini, Mondovì (Cuneo) con 1 gatto ogni 6 cittadini, Menfi (Agrigento) con 1 gatto ogni 8 cittadini, Curtatone (Mantova) e Agugliano (Ancona) con 1 gatto ogni 10 cittadini. Sono alcuni dei dati del rapporto Animali in città 2018 di Legambiente, presentato a Napoli nell’auditorium della Regione Campania. Con l'occasione è stato assegnato dall'associazione il premio Città e Aziende sanitarie amiche degli animali, un riconoscimento che arriva dopo sette anni di monitoraggio.
In testa ai premiati, i comuni di Prato, Terni e Napoli e tra le aziende sanitarie locali Asl Napoli 1 Centro, Ats Montagna (Agenzia di Tutela della Salute della Montagna - Sondrio) e Asl di Barletta-Andria-Trani per i risultati raggiunti complessivamente rispetto ai diversi servizi offerti per la gestione degli animali, d'affezione e non, nei centri urbani e presi in considerazione dal rapporto annuale Animali in città.
L'indagine di Legambiente analizza, infatti, i dati forniti dalle amministrazioni comunali e dalle aziende sanitarie locali. Riguarda le aree urbane perché è lì che si è concentrata la crescita di cani e gatti nelle case degli italiani, quadruplicata negli ultimi 20 anni, e dove questa convivenza sempre più stretta ha bisogno di essere pensata e governata in modo nuovo. È un lavoro complesso, che incrocia numerosi parametri e indicatori e restituisce una situazione sul territorio fortemente disomogenea. Anche perché le competenze in materia sono demandate a Regioni e Comuni e, al netto della legge per la tutela di cani e gatti (la 281 del 1991), non esiste una legge nazionale che regolamenti in modo unitario la convivenza tra uomini e animali nei circa 8.000 comuni italiani.
I gatti - I numeri raccontano, inoltre, che dal 2015 al 2016 crescono le colonie feline monitorare dai Comuni - ci sono 1.600 colonie in più - ma il numero complessivo di gatti scende di 16.000 animali e i cittadini coinvolti sono addirittura 32.000 in meno. Il 100% dei contesti urbani ha gatti liberi più o meno "autorganizzati" in colonie. La corretta gestione delle colonie feline è uno degli elementi che facilita il buon rapporto con gli animali in città o che, al contrario, può ingenerare frequenti conflitti.
Solo il 24,4% dei comuni dichiara di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio e da questi monitoraggi risulterebbero 16.542 colonie, con 139.862 gatti e 10.484 cittadini impegnati.
Gli amici dei gatti - Rispetto al numero dei cittadini residenti, le amministrazioni comunali che risultano più amanti dei gatti sono: Castellar (Cuneo) con 1 gatto ogni 3 cittadini, La Maddalena (Sassari) con 1 gatto ogni 5 cittadini, Mondovì (Cuneo) con 1 gatto ogni 6 cittadini, Menfi (Agrigento) con 1 gatto ogni 8 cittadini, Curtatone (Mantova) e Agugliano (Ancona) con 1 gatto ogni 10 cittadini.
L'82% delle Aziende sanitarie dichiara di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio e da questi monitoraggi risultano 30.851 colonie per 256.339 gatti e 14.557 cittadini incaricati.
Botti, mortaretti e spiagge - Variazioni disomogenee anche sul fronte dei regolamenti e delle ordinanze a favore degli animali. Scendono i comuni che dichiarano di avere un regolamento per la corretta detenzione, l'accesso ai locali pubblici o per il corretto utilizzo di botti e fuochi pirotecnici. Dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città il 24% dei comuni, l'accesso ai locali pubblici e negli uffici è regolamentato in meno di un comune su 10, botti e fuochi d'artificio solo nel 2,4%. Raddoppiano, invece, i comuni che hanno un regolamento per l'accesso alle spiagge, ma il numero rimane basso: siamo a 21 (il 12%). Nessun progresso rispetto ai regolamenti per tumulazione, inumazione e cremazione, per arrivo e sosta di spettacoli o per il contrasto all'uso delle esche avvelenate. La percentuale dei comuni che hanno adottato un regolamento per facilitare cremazione, inumazione e tumulazione dei nostri amici a quattro zampe è ferma al 5%. Arrivo e sosta di spettacoli con animali sono regolamentati nel 10,5% dei comuni. Poco meno di un comune su 13 ha adottato (7,8% dei casi) un regolamento contro l'uso di esche e bocconi avvelenati, che si sta prepotentemente affacciando dalla campagna in città.
Aree riservate - Non cambia, inoltre, il quadro delle aree parco dedicate ai cani, prigioniere di una pianificazione urbanistica che non le aveva previste e i dati continuano a restituire una realtà molto differenziata. Stando ai Comuni che hanno risposto positivamente (20%) risultano 1.369 aree, in media uno spazio dedicato ogni 8.093 cittadini residenti. In positivo, Bigarello (Mantova) dove risulta un'area per cani ogni 681 cittadini. Molto bene anche Rota d'Imagna (Bergamo), con un'area dedicata ogni 958 cittadini e, tra le grandi città, Milano con un'area cani ogni 3.527 cittadini. In negativo, Napoli dove risulta un'area ogni 82.121 cittadini, Messina con un'area ogni 80.532 cittadini e Potenza con una sola area cani per tutti i 67.902 residenti.
Infine, rimane un'eccezione il monitoraggio della fauna selvatica, per prevenire e gestire conflitti o zoonosi, la trasmissione di malattie infettive dagli animali agli uomini: quattro comuni su 100 monitora l'avifauna, mentre solo un comune su 100 monitora gli altri animali (come mammiferi e specie alloctone).