Animalìe. Raccolte in Europa 1,7 milioni di firme contro le pellicce
L'iniziativa Fur Free Europe si chiude prima della scadenza ufficiale grazie a un numero record di firme raccolte. In Italia da un anno è già vietato produrre pellicce
L’iniziativa antipellicce Fur Free Europe è stata lanciata nel maggio 2022 da Eurogroup for Animals e in pochissimo tempo ha ricevuto un sostegno straordinario da parte dei cittadini, tra cui anche 85.132 cittadini italiani. La petizione europea chiede non solamente il divieto di produzione (in Italia in vigore da più di un anno) ma chiede anche di vietare l'allevamento di animali da pelliccia e il commercio e l’importazione di pellicce. Solo nel giorno del lancio, Fur Free Europe ha raccolto 50mila firme e ora, due mesi e mezzo prima della scadenza ufficiale, sono state raccolte 1.701.892 firme in 21 Stati membri, offrendo un margine sicuro per il raggiungimento del minimo previsto dalle leggi pari a 1 milione di firme convalidate in almeno 7 Stati. L’iniziativa è stata promossa da oltre ottanta organizzazioni di tutta Europa, tra cui in Italia gli animalisti di Animal Law Italia, Hsi Italia, Lav ed Essere Animali, organizzazione che da più di 10 anni è impegnata a mettere fine alla produzione di pellicce anche in Italia, dove questa attività è stata vietata a partire dal 1° gennaio 2022.
Come continua la procedura europea
Dopo il deposito e la convalida delle firme, si aprirà la seconda fase di confronto all’interno delle istituzioni europee, come spiega Anja Hazekamp (Partito per gli Animali, Paesi Bassi), presidente del gruppo di lavoro Fur Free Europe dell’intergruppo per il benessere e la conservazione degli animali al Parlamento europeo: "Una volta terminato il processo di convalida, inizierà quello parlamentare. In qualità di presidente del gruppo di lavoro Fur Free Europe al Parlamento europeo, sono onorata di guidare questo processo e di assicurarmi che le richieste dei cittadini siano ascoltate e che si possa finalmente porre fine alle pellicce in Europa".
Non impattare con altre norme europee
La decisione di chiudere anticipatamente l'iniziativa e la petizione è stata presa a causa del potenziale impatto che potrebbe avere sull'imminente revisione della legislazione europea sul benessere degli animali, nell'ambito della strategia Farm to Fork della Commissione europea. Entro la fine del 2023 infatti, la Commissione europea pubblicherà una proposta volta a migliorare la legislazione dell'Ue in materia di benessere degli animali per allinearla alle più recenti evidenze scientifiche. Numerosi studi hanno dimostrato che visoni, volpi, cani procione non perdono le loro caratteristiche etologiche di animali selvatici, impossibili da soddisfare all'interno degli allevamenti. Di conseguenza, nella proposta della Commissione dovrebbe essere incluso da subito un divieto all’allevamento di animali per la produzione di pellicce.
Numerose inchieste, tra cui l’ultima rilasciata proprio da Essere Animali e realizzata in Polonia, tra i principali produttori ed esportatori a livello mondiale, dimostrano che la vita di questi animali in allevamento è priva di qualunque tutela e dignità e per questo è urgente chiudere tutti questi allevamenti in Europa.
Inoltre, poiché le importazioni di prodotti di origine animale dovrebbero seguire gli standard dell’Unione europea, l’iniziativa chiede anche il divieto di immettere sul mercato europeo prodotti di pelliccia di origine animale.
Il commento di Essere Animali
"Grazie agli sforzi di tutte le associazioni abbiamo raggiunto un risultato straordinario. Questa iniziativa popolare ha preso slancio fin dal primo giorno e dimostra che i cittadini europei stanno inviando un messaggio chiarissimo alla Commissione europea: è giunto il momento di un'Europa senza pellicce. L'allevamento di animali da pelliccia rappresenta un enorme problema dal punto di vista della salute, come dimostra il nuovo studio di Efsa che definisce i visoni come gli animali a maggior rischio di contagio e trasmissione di Covid-19. Ma anche dal punto di vista etico: con la nuova legislazione sul benessere degli animali in arrivo l’Unione europea ha l'opportunità di porre fine a questa inutile sofferenza una volta per tutte", afferma Brenda Ferretti, campaigns manager di Essere Animali.