Animalìe, gli scienziati del Crea scoprono una nuova specie di farfallina nel Mezzogiorno
Il nuovo lepidottero vive nelle foreste umide dell’Italia meridionale, in particolare in Calabria e Basilicata
Pur rappresentando solo lo 0,2% della superficie delle terre emerse, l’Italia è uno dei Paesi al mondo più ricchi di biodiversità, sia vegetale che animale; è un patrimonio fortemente diversificato per l’eterogeneità del territorio, che continua ad arricchirsi nel tempo, come testimonia la scoperta appena effettuata dal Crea, con il suo Centro di ricerca foreste e legno, che ha rinvenuto in Calabria e Basilicata una nuova specie di lepidottero, appartenente alla famiglia Noctuidae, insomma una sorta di farfalla notturna. Phragmatiphila parenzani, questo il nome attribuito alla nuova specie - dedicata al professor Paolo Parenzan, docente all’Università di Palermo e fra i massimi esperti italiani - si distingue dalla analoga Phragmatiphila nexa presente a nord del Po per il disegno sulle ali, la morfologia degli apparati genitali e per la sequenza del DNA mitocondriale utilizzata in tassonomia (DNA barcoding).
Diversamente dall’altra falena, legata principalmente ad ambienti aperti, la nuova specie frequenta esclusivamente foreste umide di diversa tipologia e a diversa quota come castagneti, abetine, ontanete, alimentandosi di graminacee tipiche di ambienti umidi.
“Si tratta di una falena, cioè un lepidottero dall'attività notturna. Questa specie è stata appena scoperta, ma le sue popolazioni potrebbero essere già minacciate. Gli scenari climatici disponibili, infatti, prevedono un’accentuata riduzione delle precipitazioni in ambiente mediterraneo, che può incidere negativamente sulle foreste umide, il suo habitat”, ha spiegato Stefano Scalercio, ricercatore del Crea Foreste e Legno di Rende, impegnato nella riserva Unesco della Sila e autore della scoperta insieme a Axel Hausmann dello Zoologische Staatssamlung di Monaco di Baviera. “La specie sorella, presente nel resto d'Europa, è protetta in alcuni paesi dalla legislazione nazionale e non possiamo escludere che possa essere meritevole di protezione anche la ‘nostra’ specie. Questo però potremo dirlo solo a valle di ricerche mirate alla quantificazione delle sue popolazioni e alla loro variazione negli anni”.
Il Crea, Foreste e Legno - sede di Rende - è impegnato da oltre un decennio nell’indagine della biodiversità presente nelle foreste dell’Italia meridionale, sottolineandone la grande diversità biologica: “Aumentare la conoscenza sulla biodiversità ospitata dagli ecosistemi forestali del meridione d’Italia ci permetterà di ottimizzarne la gestione, contemperando le esigenze delle aziende boschive con quelle di conservazione, anche nella prospettiva di mitigare gli effetti del cambiamento climatico”, ha commentato Piermaria Corona, direttore del Crea Foreste e Legno.