Castelli in aria. Analisi meteo: è rientrato al Nord l’allarme siccità. La piaga della Sicilia
Pioggia e neve hanno restituito la disponibilità d’acqua anche al Piemonte. I grandi laghi sono risaliti al massimo storico. Resta irrisolta la siccità in Sicilia
di Daniele Vasilevski
Negli ultimi anni il filo conduttore meteorologico sul nostro Paese è stato un costante deficit pluviometrico. La siccità ha caratterizzato le stagioni dalla fine del 2021 all’inizio del 2024. Il 2022 si è dimostrato, secondo i dati Ispra, come l’anno con la minore disponibilità idrica in Italia dal 1951: non si raggiungeva nemmeno la metà della quantità media del periodo 1951-2023 con soli 67 miliardi di metri cubi disponibili a fronte di una media di quasi 138 miliardi di metri cubi. In particolare, 2022 e 2023 sono stati due anni orribili per la disponibilità idrica sul nord Italia.
Dopo questi quasi tre anni meteorologici avari di piogge al nord, in questo inizio di 2024 abbiamo finalmente vissuto dei periodi meteorologici molto umidi.
Come procede quindi la situazione siccità sul settentrione?
Partiamo dal livello dei principali laghi, indicatore pressoché infallibile della risorsa d’acqua presente sul territorio rispetto alla media storica.
Laghi: dal record minimo al record massimo
Il Lago di Garda, il più grande sia come estensione sia come volume del nostro Paese, ha visto livelli idrometrici molto bassi rispetto alla media da aprile 2022 a maggio 2023. Tali valori sono stati vicini ai record storici negativi durante il periodo invernale 2022-23. Dalla primavera 2023 abbiamo registrato un rientro nella normalità, con il livello che da metà febbraio 2024 è cresciuto al punto da raggiungere valori da record per il periodo.
Il Lago Maggiore, secondo lago per estensione e volume, ha invece visto un periodo con livello inferiore alla norma ben più lungo: dall’autunno 2021 all’estate 2023. L’estate 2021 è stata la stagione d’inizio del periodo con precipitazioni inferiori alla norma sul nordovest italiano, area maggiormente interessata dalla siccità. Il livello del lago si è mantenuto inferiore alla norma ma senza destare particolare preoccupazione fino alla primavera del 2022. Dalla primavera, e soprattutto in estate, il livello all’idrometro di Sesto Calende ha raggiunto valori da record negativo. Questa situazione siccitosa si è protratta fino alla primavera dello scorso anno, quando tra metà aprile e giugno, delle piogge frequenti hanno permesso di affrontare l’estate con minore preoccupazione. Durante l’estate 2023 il livello è rapidamente sceso durante il periodo di maggiore richiesta d’acqua a valle. Ciò è avvenuto per l’assenza della neve in montagna in quanto la pioggia, anche se intensa ma su un periodo limitato di tempo, ha un effetto su una siccità solo di breve durata; discorso che cambia con una siccità più lunga come quella vissuta tra 2021 e 2023. Dall’autunno dello scorso anno il livello è rientrato nella norma e con le recenti forti precipitazioni anche per il lago Maggiore come per il Lago di Garda il livello ha raggiunto il massimo storico per il periodo.
Uno sguardo d’insieme
I grandi laghi sono un indicatore pressoché infallibile della situazione. Non sono sufficienti per una valutazione complessiva, ma forniscono un’indicazione di massima che raramente si dimostra fallace. Dai dati Ispra, il 2022 al nord si è chiuso con un deficit pluviometrico del 33% rispetto alla media; come detto l’anno peggiore per la disponibilità della risorsa idrica dal 1951, non solo considerando il nord bensì analizzando l’andamento della risorsa su tutto il territorio italiano.
La situazione non è cambiata nei primi mesi del 2023, specie sul nordovest: sul Piemonte il deficit pluviometrico dei primi 4 mesi dell’anno 2023 è stato del 50%. Da allora le condizioni generali però sono gradualmente migliorate con una maggiore frequenza di mesi sopra alla media e relativo lento ricarico delle falde.
Veniamo ai dati più recenti che ci permettono non solo di avere una fotografia istantanea ma anche di fare dei ragionamenti sul futuro prossimo.
Il caso del Piemonte
Concentrandoci sull’area più interessata dalla siccità di lungo periodo, ossia l’estremo nordovest, vediamo dal rapporto Arpa Piemonte come procedono le cose in questo 2024.
Dal rapporto mensile del mese di febbraio 2024 ricaviamo come le precipitazioni sull’area analizzata risultino molto superiori alla norma su base mensile (+234%) e poco sopra alla stessa (+6%) prendendo in considerazione l’anno idrologico corrente (da ottobre 2023). Questi dati sono figli di un’ultima decade del mese estremamente piovosa ovunque con grandi apporti di neve in montagna.
Lo SPI (Standardized Precipitation Index), indice che permette di valutare lo stato di siccità su un territorio, mostra come anche prendendo in esame i 12 mesi precedenti la situazione risulti oggi nella norma. Si riscontra ancora un debole segnale di siccità moderata nello SPI a 6 mesi sulle Langhe. Segnale destinato a scomparire nel prossimo aggiornamento complici le piogge di marzo.
Neve abbondante
Con le grandi piogge dell’ultima decade di febbraio e dell’inizio di marzo, è tornata una importante copertura nevosa sulle Alpi. Dopo un inverno caldo (il più caldo in Europa da inizio rilevazioni) e avaro di neve, a inizio marzo il livello ai nivometri non solo era superiore alla norma ma registrava locali valori record per il periodo. Questo si traduce in un SWE (Snow Water Equivalent) nella norma.
SWE è un indice che misura la quantità di acqua presente sotto forma di neve nelle nostre montagne. Questo valore è fondamentale per valutare l’impatto delle piogge anche a medio-lungo periodo: tanta pioggia nel periodo primaverile ma non distribuita in maniera omogenea e con quota neve estremamente alta, si traduce in tanta acqua che non viene “trattenuta” né dalle falde né sotto forma di neve in montagna. Avere tanta neve in montagna a fine inverno ci permette di affrontare senza stress la stagione primaverile ed estiva, potendo fare manutenzione sui bacini artificiali senza doversi preoccupare di trattenere l’acqua in vista della stagione calda quando le richieste a valle aumentano.
Poca acqua nel sottosuolo
Un altro dato importante al fine di valutare la situazione nel lungo periodo è quello relativo alla soggiacenza.
La soggiacenza è la distanza tra la superficie piezometrica e topografica. In altre parole, è la distanza tra il piano della campagna e il livello dei corpi idrici sotterranei. È influenzata ovviamente dalle piogge stagionali, ma anche dai prelievi per l’irrigazione dei campi.
In questo valore possiamo vedere come la siccità di lungo periodo sia ancora presente. I valori, infatti, sono molto sotto la norma, con una distanza piuttosto ampia. Le falde hanno bisogno di molto più tempo per riprendersi dopo una lunga siccità. Affinché l’acqua riesca a filtrare fino a fondo, sono necessari periodi bagnati prolungati e tanta neve in montagna.
La situazione anche in questo campo, come in tutti gli altri, è in miglioramento nell’ultimo mese e andrà ulteriormente migliorando anche nel mese di marzo. Dalla fine di marzo a valle arriverà anche il primo contributo dello scioglimento della neve. Questo favorirà un ulteriore aumento della quota.
Il Nord ricco di acqua
La fotografia attuale sul nordovest può essere allargata a tutto il nord: le piogge hanno interessato tutto il territorio, con tanta neve in montagna e piogge generose anche in pianura. Procedendo verso est la situazione era già inizialmente meno preoccupante, perciò le ultime piogge sono state fondamentali per eliminare anche una parte importante della siccità di lungo periodo. Con una settimana pasquale perturbata e nuove piogge in arrivo, la neve in montagna continuerà ad aumentare con un progressivo rientro nella norma anche su archi temporali lunghi (36-48 mesi).
Problema: la Sicilia secca
In conclusione, possiamo affermare che la stagione estiva 2024 sarà diversa rispetto alle due precedenti per quanto riguarda la disponibilità di acqua sul nord Italia. Se il trend piovoso dovesse continuare con una distribuzione omogenea delle piogge anche nel mese di aprile, questa primavera 2024 potrebbe essere un nuovo punto di partenza per le valutazioni sulla siccità/umidità sul nostro territorio. A livello nazionale invece le criticità quest’anno si sono spostate all’estremo sud, in particolare sulla Sicilia, dove se non ci saranno delle estese precipitazioni durante la primavera ci troveremo ad affrontare una potenziale siccità grave durante l’estate.
La nota dell’Ispra https://www.isprambiente.gov.it/file...
Video: la siccità è una delle piaghe della Sicilia. https://youtu.be/0MveTkhbvwc?t=38