Cina sotto smog. Sforzi inutili, l’aria di Pechino ancora oltre i 400 Pm
L’inquinamento potrebbe impedire che la Cina venga scelta come sede dei giochi olimpici invernali del 2022, per i quali è in competizione con il Kazakistan
Inquinamento nuovamente alle stelle a Pechino, nonostante gli sforzi per arginarlo.
Le concentrazioni di polveri sottili nella capitale hanno nuovamente sfiorato livelli allarmanti e ciò mette in difficoltà la Cina nelle sue vesti di candidata a ospitare le Olimpiadi invernali del 2022, che devono essere ecologicamente a costo zero.
Secondo il centro di monitoraggio ambientale del comune di Pechino, la settimana scorsa in piazza Tiananmen la concentrazione di Pm 2,5 è stata di 444 microgrammi per metro cubo. È un dato 20 volte superiore ai livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della Sanità, che dimostra l'insufficienza delle misure prese per combattere la presenza di elementi nocivi alla salute nell'aria, soprattutto nei mesi invernali.
Ciò potrebbe tra l'altro impedire che la Cina venga scelta come sede dei giochi olimpici invernali del 2022, per i quali è in competizione col Kazakistan.
Anche in vista di tale scadenza, le autorità avevano adottato vari provvedimenti per ridurre drasticamente l'inquinamento dell'aria. Per esempio è stata aumentata per tre volte negli ultimi due mesi, la tassa sui consumi di carburante; inoltre, qualche giorno fa il tribunale popolare supremo dello Jiangsu ha irrogato una multa di 160 milioni di yuan (pari a 21,2 milioni di euro) per inquinamento e reati ambientali a sei imprese cinesi nel nord del Paese.
L'anno scorso, la capitale ha registrato 93 giorni in cui l'indice di qualità dell'aria è sceso sotto il livello 50 di Pm, in miglioramento rispetto ai 71 giorni del 2013. Si era diffuso, quindi, ottimismo.
Gennaio è comunque il mese peggiore per l'inquinamento; in questo mese nel 2013, era stato raggiunto il livello record di 993 microgrammi per metro cubo.