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Commento. Taranto, l’Ilva e il processo Ambiente Svenduto. L’errore della vendetta

where Taranto when Lun, 23/09/2024 who roberto

Ilva, annullata la sentenza del processo. Il procedimento si trasferisce a Potenza. La decisione della sezione distaccata di Taranto della Corte d'assise d'appello di Lecce
di Pepi Katona

Scandalo, tutto sbagliato tuttoimg-20240921-wa0017.jpg da rifare, vergogna. Alla fine è accaduto quello che in molti pensavano che sarebbe accaduto, restando inascoltati in questa società dove in tanti pensano di sapere tutto. Si cancella e si ricomincia daccapo in una città diversa, a Potenza, il processo chiamato Ambiente Svenduto, quello che avrebbe dovuto individuare quale lo stato dell’ambiente a Taranto, avrebbe dovuto chiarire se questo stato ambientale avesse rilievo penale, che avrebbe dovuto definire da dove provenisse lo stato dell’ambiente a Taranto e ne determinasse la responsabilità, definendo eventuali condanne. Questo avrebbe dovuto fare l’inchiesta se fosse stata un’inchiesta penale. Invece è stato un processo collettivo, un linciaggio a furor di borghesia intellettuale urbana contro gli operai, contro il mondo industriale, contro quelle ciminiere evidenti come parafulmini, contro le polveri rossastre che a volte ricoprivano la città. Insegnanti, impiegati pubblici, magistrati e con loro scrittori di libri, madri e padri, attori di cinema e di teatro, ragazzi ribelli, musicisti e tutto il resto della società civile e borghese avevano individuato nell’Ilva (ma limitatamente al periodo privato, non quando era pubblica) la fonte delle infelicità e dei dolori.
È il problema dei processi-vendetta, dei processi nati con il desiderio di punire: invece di partire dalle basi (capire che cosa non va, perché non va, come avviene e chi ne è responsabile) si parte dal fondo, dalla sentenza di condanna, e si cerca di costruire le prove per arrivare alla condanna. Così si arriva a istruire processi infiniti deviati da prove estorte, con tempi che rischiano di aprire la via alla prescrizione, in questo caso ma è già accaduto con l’Eternit di Casale Monferrato e con tanti altri processi-vendetta.
 
La decisione
La sezione distaccata di Taranto della Corte d'assise d'appello di Lecce - presidente Antonio Del Coco, a latere il giudice Ugo Bassi e la giuria popolare - ha annullato la sentenza di primo grado (31 maggio 2021), e ha accolto la richiesta dei difensori di spostare il procedimento a Potenza. Una richiesta analoga fu respinta in una precedente fase dell'inchiesta. I giudici tarantini, togati e popolari, non possono giudicare perché non sono neutrali bensì sono parti offese, vivendo negli stessi quartieri in cui risiedono numerose parti civili. Invece, secondo i pubblici ministeri Raffaele Graziano, Giovanna Cannarile e Remo Epifani, insieme con il procuratore generale Mario Barruffa, va ricordata una recente sentenza della Cassazione, la quale ha espressamente chiarito che è da considerare parte di un processo chi sceglie di attivare un’azione di diritto: nessuno dei magistrati di Taranto lo ha fatto e a loro parere non sono parte del procedimento penale e non vi sono i presupposti perché il processo venga spostato. La Corte ha dichiarato la competenza funzionale del tribunale di Potenza, disponendo la trasmissione degli atti alla procura lucana per i successivi adempimenti.
 
Il processo
Il processo Ambiente svenduto, originato dall'inchiesta che il 26 luglio 2012 portò al sequestro degli impianti dell'area a caldo, è a carico di 37 imputati, tra dirigenti della fabbrica, manager e politici, e tre società. Sono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, corruzione in atti giudiziari, omicidio colposo e altre imputazioni. In primo grado erano stati condannati a 22 e 20 anni di reclusione Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell'Ilva. Furono inflitti 21 anni e 6 mesi all'ex responsabile delle relazioni istituzionali Girolamo Archinà (morto nelle scorse settimane), 21 anni all'ex direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso, pene comprese tra i 18 anni e mezzo e i 17 anni e 6 mesi di carcere a cinque fiduciari aziendali. A tre anni e mezzo di reclusione (di 5 anni la richiesta dell'accusa) fu condannato l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, cui è stata contestata la concussione aggravata in concorso.
 
I commenti
Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci esprime "preoccupazione e amarezza".
"Sono esterrefatto", afferma il deputato di Avs Angelo Bonelli. “Con questa decisione, su Taranto si infligge l'ennesima ferita dopo il disastro sanitario".
"Una notizia drammatica e surreale", aggiunge la senatrice del M5S Sabrina Licheri.
“Altri reati andranno in prescrizione nel corso del nuovo processo e che chissà quando vedremo una sentenza definitiva” affermano insieme Stefano Ciafani, Daniela Salzedo e Lunetta Franco, nell’ordine presidenti nazionale, regionale e tarantino di Legambiente.
Il Codacons annuncia "un esposto contro i giudici che hanno emesso la sentenza annullata dalla Corte, affinché siano accertate le relative responsabilità nella vicenda giudiziaria".
Sono "molto soddisfatti" Francesco Centonze e Lodovica Beduschi, tra i difensori degli ex capi area dell'Ilva imputati, per i quali "la Corte ha accolto una questione pacifica che attiene alla imparzialità del giudice e che i difensori degli imputati hanno sollevato fin dall'udienza preliminare. C'è, tuttavia, grandissimo rammarico, per tutte le parti coinvolte nel procedimento, per il tempo che è stato irragionevolmente perso negando in tutti questi anni le ragioni delle difese".
 
In vendita
L'ex Ilva, ora Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria, è ufficialmente in vendita dal 31 luglio. Il termine per la consegna formale delle manifestazioni di interesse è scaduto venerdì 20 settembre. Per effetto immediato di questa sentenza, decade anche il sequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico e con esso la confisca susseguente, e quindi l’offerta riguarda la possibilità di acquistare la proprietà senza più alcuna ingerenza da parte della magistratura.
 
Per saperne di più: l’articolo di Gianmario Leone sul Corriere di Taranto: https://www.corriereditaranto.it/202...

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