Per la Costa Concordia è in vista lo spostamento a Genova. E poi? Indiscrezioni
Le offerte per smantellare la nave naufragata in Toscana
Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli cerca di fare in modo che, come chiede Costa Crociere (gruppo Carnival), la nave da crociera Costa Concordia venga portata a Genova, con una lentissima navigazione di circa cinque giorni attraverso il Santuario dei Cetacei, cioè l’alto Tirreno. Da lì probabilmente la nave naufragata all’isola del Giglio (Grosseto) nel gennaio 2012 potrebbe essere raccolta dalla nave semisommergibile Vanguard della compagia Dockwise per essere portata ad Alyaga, in Turchia, per il disarmo finale.
I cantieri di Alyaga hanno proposto lo smantellamento per 40 milioni di dollari.
Quelli di Genova della San Giorgio Mariotti (5 giorni di navigazione) hanno offerto il lavoro per 110 milioni, escluso il dragaggio dei fondali.
Civitavecchia (un giorno di navigazione) aveva proposto 200 milioni, compreso il dragaggio dei fondali, per poi scendere a 120 milioni.
Per Piombino (un giorno di navigazione), che ha anche l’acciaieria in crisi che potrebbe essere rilanciata utilizzando e riciclando l’acciaio della nave, bisogna aspettare ancora qualche mese perché il porto sarà pronto in autunno.
Spiega il commissario Gabrielli: “Una società londinese, come ha fatto la selezione per i consorzi e le aziende che si candidavano a rimuovere la nave, così lo ha fatto per circa trenta tra porti e società in giro per il mondo, anche non tanto vicino. C'erano anche porti in Cina. Sono state mandate delle comunicazioni a tutti questi soggetti per vedere se avessero un interesse a smantellare la nave. Di questi trenta, tredici hanno risposto positivamente e di questi tredici, quattro erano italiani - Civitavecchia, Piombino, Genova e Palermo - mentre ce n'erano alcuni in Turchia, Norvegia, Gran Bretagna e Cina. All'esito di questa attività, gli assicuratori - perché questa partita riguarda principalmente gli assicuratori - sono arrivati al redde rationem. In questo senso anch'io, d'intesa con il Ministero dell'Ambiente, ho chiesto che entro la fine di questo mese si presentino all'attenzione del ministro, supportato dalla Regione Toscana, con tutta la documentazione per rappresentare le opzioni".
"Allo stato le opzioni sono due. C'è una soluzione italiana e una turca. Ovviamente la soluzione turca presuppone l'utilizzo del Vanguard, quella italiana presuppone l'utilizzo del traino. Questa diversa soluzione - ha proseguito il prefetto Gabrielli - implica tutta una serie di accorgimenti tecnici che il consorzio che sta realizzando lo spostamento della nave ha bisogno di conoscere. Un conto è il trasferimento con il Vanguard, un conto quello con il traino. Noi ci aspettiamo non solo l'indicazione di una soluzione, ma una corposa documentazione che ci illustri i rischi e le problematiche legate alla soluzione turca e a quella italiana".
Gabrielli ha detto che Civitavecchia ha chiesto "200 milioni, una cifra fuori mercato. Quattro erano i porti italiani che si erano detti interessati alle operazioni, Piombino, Palermo, Genova e appunto Civitavecchia, ma Palermo si è tirato indietro e quindi, oltre a Civitavecchia, restano Piombino, che però non ha il bacino, e Genova. Sono arrivate offerte anche da Gran Bretagna, Turchia e Norvegia. Quest'ultima è quella che ha fatto il prezzo più basso, ma il porto è troppo distante, e quindi ci sono troppi rischi per il trasporto del relitto, mentre tra quelle possibili la migliore offerta è della Turchia con 40 milioni di dollari. Da 25 anni non smantelliamo navi. Oggi ci scandalizziamo dell'ipotesi Turchia ma è lì che mandiamo le nostre navi militari".