Covid e ambiente. In Lombardia modesto l’effetto quarantena. Meno azoto, cresce l’ozono
In Lombardia i livelli di NO2 (biossido di azoto) risultano tra i più bassi di sempre, con superamenti della media annua limitati a poche stazioni
"Continua il trend complessivo di miglioramento, su base pluriennale, della qualità dell'aria nella nostra regione". Lo ha detto Stefano Cecchin, presidente di Arpa Lombardia, alla conferenza stampa di presentazione dei dati sulla qualità dell'aria 2020.
Il quadro complessivo
In Lombardia i livelli di NO2 (biossido di azoto) risultano tra i più bassi di sempre, con superamenti della media annua limitati a poche stazioni. I valori di PM10, che rispettano ovunque la media annuale, superano anche nel 2020 in modo diffuso i limiti sul numero massimo di giorni oltre la soglia di 50 µg/m3 (microgrammi per metro cubo d’aria). I superamenti del PM2.5 sono circoscritti a un numero molto limitato di stazioni del programma di valutazione, mentre benzene, monossido di carbonio e biossido di zolfo sono ampiamente sotto i limiti. Rispetto agli anni precedenti, l'ozono ha fatto registrare un numero inferiore di sforamenti delle soglie di informazione e di allarme, pur in un quadro di diffuso superamento degli obiettivi previsti dalla normativa per la protezione della salute e della vegetazione.
Meteo e quarantena
A causa dell’epidemia, il 2020 è stato caratterizzato da lunghi periodi di lockdown i cui effetti, connessi in particolare alla riduzione delle emissioni da traffico veicolare e, in misura minore, da attività industriali, sono però risultati diversi a seconda dell'inquinante considerato: molto più marcati su NO (monossido di azoto), benzene e NO2, meno evidenti sul PM10, contrapposti per ozono.
L'andamento delle polveri sottili, nel bacino padano, è infatti influenzato in modo significativo dalla presenza della componente secondaria e, in parte, dall'aumento della combustione della legna negli apparecchi domestici. Inoltre, la scarsità di precipitazioni, registrata in particolare il primo biennio e il mese di novembre 2020, ha creato una situazione meteoclimatica sfavorevole alla dispersione degli inquinanti, in modo diffuso sul territorio regionale.
Monossido di carbonio, benzene e zolfo
Come avviene da anni, per questi inquinanti non sono stati registrati superamenti degli standard di legge, con valori che si sono attestati ben al di sotto dei limiti.
PM10
Confermato il trend in diminuzione valutato su base pluriennale, al di là di fluttuazioni tra un anno e l'altro. Per il quinto anno dopo il 2014, il 2016, il 2018 e 2019, in tutte le stazioni è stato rispettato il valore limite sulla media annua di 40 µg/m3 (microgrammi per metro cubo d’aria).
Anche per il numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero di PM10 (50 µg/m3) è stato registrato un trend complessivamente in diminuzione se valutato sull'arco temporale del decennio, nonostante in un numero significativo di centraline sia stato superato il numero dei 35 giorni. Anche a causa dell'andamento sfavorevole delle condizioni meteorologiche, con scarse precipitazioni, infatti il numero di giorni di superamento è risultato spesso superiore a quello registrato nel 2018 e 2019, anni contraddistinti da concentrazioni tra le più basse mai registrate.
In dettaglio, per quanto riguarda i capoluoghi provinciali (dati della stazione peggiore del programma di valutazione in ciascuna città), si sono verificati 90 giorni di superamento della media giornaliera di 50 µg/m3 (microgrammi per metro cubo d’aria) di PM10 a Milano, 78 a Cremona, 66 a Mantova e a Monza, 64 a Pavia, 62 a Brescia, 59 a Lodi, 46 a Bergamo e a Como, 25 a Varese, 24 a Lecco e 7 a Sondrio. Sono 3 pertanto i capoluoghi provinciali in cui è stato rispettato il limite previsto dalla normativa italiana ed europea di non più di 35 giorni oltre soglia.
PM2.5
Analogamente al PM10, anche per il PM2.5 il dato 2020 conferma un trend in progressiva diminuzione nel corso degli anni, con dati in generale poco più elevati che nel 2019 ma, nella maggior parte delle stazioni, intorno o inferiori a quelli del 2018.
Nel 2020 il valore limite annuale pari a 25 µg/m3 (microgrammi per metro cubo d’aria) è stato infatti rispettato in tutte le stazioni di monitoraggio del programma di valutazione regionale, con la sola eccezione di Cremona Fatebenefratelli, Soresina e Spinadesco, dove la media annua è risultata pari rispettivamente a 26 µg/m3, 27 µg/m3 e 28 µg/m3. Nei capoluoghi di provincia le concentrazioni si sono attestate sui seguenti valori (dato peggiore della città): Cremona 26 µg/m3, Milano 25 µg/m3, Lodi 24 µg/m3, Brescia e Pavia 23 µg/m3, Bergamo, Como e Monza 22 µg/m3, Mantova 20 µg/m3, Varese 19 µg/m3, Sondrio 16 µg/m3 e Lecco 14 µg/m3.
Biossido di azoto (NO2)
L'NO2 ha fatto registrare un'ulteriore diminuzione rispetto all'andamento osservato negli anni precedenti, complessivamente già in miglioramento su base pluriennale, con concentrazioni medie annue nel 2020 inferiori a quelle del 2019; sebbene siano ancora presenti alcuni superamenti del valore limite sulla media annua (pari a 40 µg/m3), in particolare in stazioni da traffico degli agglomerati urbani. Con riferimento alle stazioni peggiori dei capoluoghi di provincia la situazione delle medie annue dell'NO2 del 2020 è la seguente: Milano 48 µg/m3, Monza 44 µg/m3, Brescia 41 µg/m3, Lecco 33 µg/m3, Bergamo, Como e Pavia 31 µg/m3, Lodi 29 µg/m3, Cremona e Mantova 27 µg/m3, Varese 26 µg/m3, Sondrio 20 µg/m3 (microgrammi per metro cubo d’aria). Anche per l'NO2 si conferma del resto, al di là delle fluttuazioni tra un anno e l'altro, il trend in diminuzione su un periodo più lungo: a Milano viale Marche la media annua di NO2 si attestava a 76 µg/m3 nel 2007 e a 86 µg/m3 nel 2000.
Ozono O3
A differenza degli altri inquinanti considerati, l'ozono non mostra un andamento evidente negli anni. Complessivamente, nel 2020 la situazione è stata migliore rispetto al 2019 in riferimento al numero di superamenti delle soglie di informazione e di allarme, ma si sono registrati – come anche negli anni precedenti - diffusi superamenti sia del valore obiettivo per la protezione della salute, sia di quello per la protezione della vegetazione.
In particolare, il valore obiettivo per la protezione della salute (di non più di 25 giorni con la massima media mobile su 8 ore superiore a 120 µg/m3) risulta superato in tutte le province lombarde.
Nel 2020 si sono registrati, nella stazione peggiore, 116 giorni di superamento dell'obiettivo per la protezione della salute nella provincia di Lecco, 92 in provincia di Como, 86 in provincia di Lodi, 85 in provincia di Milano e Varese, 84 in provincia di Bergamo, 82 in provincia di Brescia 74 in provincia di Monza e Brianza, 73 in provincia di Mantova, 67 in provincia di Cremona, 55 in provincia di Pavia e 30 in provincia di Sondrio a fronte di un valore obiettivo di non più di 25 giorni oltre la soglia (da valutarsi come media su tre anni).
La rete di monitoraggio
"Tutti questi dati – ha sottolineato il presidente Cecchin – sono il risultato dell'analisi delle 85 stazioni del programma regionale di valutazione attive nel 2020, per il monitoraggio della qualità dell'aria. A queste da quest'anno si aggiungono le due stazioni installate a Brescia: Brescia Tartaglia che misura PM10, NOx e Benzene e Brescia San Polo che misura PM2.5 e NOx. Il 2021, quindi, si apre con una rete ancora più potenziata che conta su ben 87 stazioni fisse. Inoltre, nella stazione di Erba (CO), abbiamo installato un analizzatore in più che misura anche il PM2.5".
"I dati forniti dalle stazioni fisse – ha concluso Cecchin – vengono integrati con quelli rilevati tramite campagne di misura temporanee effettuate dagli 8 laboratori mobili in dotazione per approfondire le situazioni e le specificità locali, anche in seguito alla segnalazione delle amministrazioni comunali. Nel 2020, per esempio, abbiamo realizzato 22 campagne di approfondimento, in altrettanti comuni, di 9 province della Regione Lombardia: Lecco, Bergamo, Cremona, Pavia, Varese, Milano, Monza e Brianza, Mantova e Brescia; per un totale approssimativo di oltre 32.000 ore di misurazione equivalenti a 1.350 giorni e 120.000 dati rilevati".