La crisi non ferma l’Ecomondo - Arriva la proposta dei “Bond verdi” per la Green Economy
Il mondo dell'economia ambientale ha chiesto nuovi strumenti finanziari, vere e proprie obbligazioni verdi per sostenere la crescita sostenibile
Conclusi, a Rimini, gli Stati Generali della Green Economy, ospitati nella cornice di Ecomondo-Key Energy-Cooperambiente. Fisco ecologico e “bond verdi” per Green Economy, questa la ricetta suggerita per finanziare la crescita verde.
Una fiscalità "che tassi le attività inquinanti e il consumo di ambiente per far arrivare l'eco-gettito dal 6% attuale al 12,5% e nuovi strumenti finanziari, vere e proprie 'obbligazioni verdi', per sostenere la crescita sostenibile e una nuova scansione degli incentivi". È quello che chiede il mondo dell'economia ambientale e sostenibile riunito a Rimini per la seconda edizione degli Stati generali della Green Economy nell'ambito di Ecomondo.
"È necessario distribuire in maniera diversa la pressione fiscale - ha osservato Edo Ronchi, componente del Consiglio Nazionale delle Green Economy - bisogna ridurla sul lavoro, dove attualmente è molto alta, e sugli investimenti green e compensarla con tributi che penalizzino il consumo di ambiente e di risorse naturali. L'Ocse - ha aggiunto - ci ha indicato che è necessario arrivare ad un prelievo ambientale del 12,5% sul totale del gettito fiscale". E se sul fronte degli investimenti, a livello mondiale, è già in atto un processo che vede investimenti consistenti nel settore verde, il pacchetto di misure presentato agli Stati Generali dal Consiglio Nazionale delle Green Economy indica "sulla fiscalità ecologica, una graduale introduzione della carbon tax e del road pricing tarato secondo le emissioni degli autoveicoli", sul fronte del reperimento di finanza, indica "i project bond, i performance bond, i social impact bond o altri meccanismi basati sui principi di payment by results o di impact finance o di crowdfunding".
Nel dettaglio, con questi strumenti innovativi, "si punta a ridurre il costo del denaro, a favorire partnership pubblico-privato, stimolando una crescita nella qualità, oltre che nella quantità, delle iniziative green". Quanto agli incentivi, infine, "la strada maestra indicata è quella di eliminare gli incentivi alle attività economiche che hanno impatti negativi sull'ambiente e orientare il riesame della composizione della spesa pubblica con attenzione a quella che danneggia l'ambiente". La due giorni “verde” ha visto la presenza di circa 2.500 partecipanti, due esponenti del Governo, Andrea Orlando, ministro dell'Ambiente e Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico e 25 tra relatori nazionali e internazionali.
"Con questi Stati Generali - ha osservato Edo Ronchi, componente del Consiglio Nazionale della Green Economy - dalle sedi internazionali, Ocse e Unep, il Green New Deal atterra anche in Italia, dove c'è un gran bisogno di idee nuove e concrete che facciano bene all'ambiente, allo sviluppo e all'occupazione dei nostri giovani. Spesso - ha chiosato Ronchi - ci chiedono qual è la finalità degli Stati Generali: il nostro obiettivo è la coesione, il fare squadra, il superamento della frammentazione delle organizzazioni e delle decine di migliaia di imprese 'green' che ne fanno parte".