Ecomafie. Indagine parlamentare sull’Umbria: pessima sui rifiuti
La commissione bicamerale ha concluso la relazione sulla regione: allarme per le aree più inquinate a Terni. Audizioni sull’effetto Covid nei rifiuti in Italia
La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha approvato all’unanimità la relazione conclusiva relativa all’approfondimento territoriale sull’Umbria. Il documento (relatori: onorevoli Stefano Vignaroli e Renata Polverini e il senatore Simone Bossi) è stato inviato ai presidenti delle Camere. L’approfondimento, deliberato dalla Commissione nell’ufficio di presidenza del 12 febbraio 2019, ha compreso tre missioni nella regione con numerosi sopralluoghi e audizioni. Altre audizioni si sono svolte a Roma presso palazzo San Macuto. Inoltre, nei giorni scorsi la Commissione ha ascoltato in audizione il comandante del nucleo speciale Polizia valutaria della Guardia di finanza, generale di brigata Giovanni Padula, nell’ambito dell’inchiesta sulle garanzie finanziarie delle discariche. A seguire, la Commissione ha ascoltato anche il presidente dell’associazione Utilitalia Filippo Brandolini sul tema della gestione dei rifiuti collegata all’emergenza COVID-19.
L’esame della commissione sull’Umbria
La Commissione ha preso in esame la situazione del ciclo dei rifiuti, lo stato della tutela delle acque, le problematiche ternane, con una particolare attenzione al Sito di interesse nazionale (SIN) di Terni-Papigno. Inoltre, attraverso l’analisi di vicende giudiziarie significative sono state esaminate criticità ambientali rilevanti o specifiche del territorio. La Commissione è partita da alcune acquisizioni già effettuate nella XVII Legislatura per poi aggiornarle e condurre un approfondimento più ampio. Le acquisizioni nella presente Legislatura si collocano temporalmente tra gli sviluppi di una crisi nella gestione del ciclo dei rifiuti determinata da vicende giudiziarie e gli esiti delle recenti elezioni regionali che hanno visto un cambio di maggioranza nel governo regionale. Le considerazioni contenute nella relazione possono quindi contribuire all’esame dell’accaduto e all’orientamento delle scelte pubbliche per il prossimo futuro. L’approvazione della relazione è stata posticipata di alcune settimane a seguito della rimodulazione dell’attività parlamentare conseguente all’emergenza COVID-19.
Il caso di Terni-Papigno
La situazione delle criticità ambientali nella regione Umbria vede in primo piano la particolare rilevanza del SIN di Terni-Papigno. L’analisi delle informazioni acquisite mostra scarse attività concrete poste in essere e un basso livello di intervento attivo e di attenzione sulla situazione del sito.
Il considerevole ritardo nel percorso di restituzione a usi legittimi e di tutela effettiva rispetto alla contaminazione merita un rinnovato e concreto interesse da parte del Ministero dell’Ambiente. Sul territorio del SIN opera anche l’azienda più importante del territorio, la Acciai Speciali Terni (AST).
La Commissione ha esaminato alcune questioni, tra cui la vicenda delle infiltrazioni di acqua contaminata nella galleria del Tescino, sottostante la discarica AST: a prescindere dagli esiti giudiziari ancora non interamente definiti nel relativo procedimento penale, è emerso che il fondo del sito non ha uno strato impermeabile artificiale omogeneo e non sono disponibili dati sulla tenuta dello strato di base. È stata inoltre approfondita la questione dell’inquinamento della falda sottostante agli impianti produttivi di AST, su cui le acquisizioni della Commissione inducono a sollecitare un’attenzione estrema da parte delle pubbliche amministrazioni, degli organismi di controllo, del Ministero dell’Ambiente, con il necessario coordinamento tra tutti i soggetti competenti.
Modesta la gestione dei rifiuti
Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, dall’approfondimento della Commissione è emerso un certo grado di inefficacia della programmazione regionale, determinato soprattutto dall’assenza di una visione a lungo termine, con conseguenti incertezze sulla chiusura del ciclo e sull’orizzonte temporale di autosufficienza del sistema di smaltimento. Quest’ultimo vede come prima opzione praticata e praticabile il ricorso alle discariche.
Si sono rilevate inoltre carenze impiantistiche inerenti la biostabilizzazione della frazione organica dei rifiuti indifferenziati e il trattamento delle frazioni secche da raccolta differenziata. Altra criticità osservata riguarda la scarsa qualità della raccolta differenziata.
L’inquinamento dell’acqua
Per quanto concerne la tutela delle acque, sui cinque agglomerati umbri rientranti nella procedura di infrazione europea tre, secondo quanto riferito dal Commissario unico alla depurazione, non risultano ancora conformi. Un altro problema che caratterizza più contesti del territorio umbro è quello della presenza di solventi clorurati in falda, conseguenza storica del trattamento superficiale di metalli in realtà produttive, in aree dove sono presenti captazioni di acque sotterranee destinate all’approvvigionamento per il consumo umano. Altre criticità ambientali riguardano lo spandimento sui terreni agricoli di reflui da allevamenti zootecnici caratterizzati da elevate concentrazioni di nitrati. Dagli approfondimenti della Commissione è inoltre emersa la contaminazione del fiume Paglia, che potrebbe essere ricondotta alla presenza di siti minerari dismessi in Toscana e su cui la Commissione sta svolgendo ulteriori approfondimenti.
Illegalità minori
Rispetto agli illeciti ambientali, il quadro esaminato non fa emergere collegamenti attuali con la criminalità organizzata. Gli illeciti ambientali sono commessi prevalentemente da piccole e medie imprese che, come talora accade in questo campo, valutano come rischio affrontabile quello delle sanzioni rispetto ai costi di una gestione corretta. Sono state esaminate nella relazione diverse vicende giudiziarie, riferite a problemi di ordine generale e, più compiutamente, quelle relative alla società Gesenu e alla Valnestore.
Il commento di Vignaroli
“L’Umbria ha davanti a sé sfide importanti, dalla rigenerazione ambientale delle aree afflitte da inquinamenti storici alla gestione del ciclo dei rifiuti. Alcune vicende giudiziarie hanno prodotto ritardi strutturali nel ciclo dei rifiuti della regione, che ora vanno affrontati. Serve l’elaborazione di una visione di lungo periodo che accompagni la diminuzione dei conferimenti in discarica con un adeguamento impiantistico orientato al riciclo. Mi preme rimarcare come i migliori anticorpi contro l’illegalità e le criticità ambientali siano rappresentati dalla corretta ed efficace amministrazione, sia appunto sul fronte della pianificazione, sia su quello del controllo. Un controllo che deve avvenire in un’ottica di efficacia ed efficienza, oltre che collaborazione e condivisione delle informazioni tra i diversi organi preposti”, commenta il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.
L’audizione del generale Padula
Il generale Padula ha dichiarato che tra i numerosi illeciti osservati nel settore delle garanzie finanziarie, il più diffuso in Italia è quello dell’esercizio abusivo delle attività di emissione di tali strumenti. Nello specifico, secondo quanto riferito, il settore assicurativo risente in maniera più importante della presenza di fenomeni illeciti, quale conseguenza di un regime meno rigido rispetto a quello bancario e finanziario.
Padula ha riferito che la diffusione di questi strumenti fittizi o abusivi porta con sé un rilevantissimo rischio di danno, a volte irreparabile, per gli enti pubblici. Questi ultimi infatti, in occasione di gare o procedure pubbliche (quale è l’iter per l’autorizzazione di una discarica, su cui si concentra l’attenzione della Commissione) richiedono la presentazione di garanzie finanziarie, come disposto dalla legge.
Il generale ha fornito anche alcune indicazioni su possibili interventi che potrebbero rendere più efficaci le attività di prevenzione e contrasto degli illeciti in questo ambito. Secondo quanto riferito, il nucleo speciale Polizia Valutaria sta studiando una soluzione, d’intesa con le Autorità di vigilanza interessate (Banca d’Italia, Consob, Ivass), oltre che con il supporto dell’Autorità nazionale anticorruzione, per il perfezionamento condiviso di procedure di scambio di informazioni riguardanti condotte di offerta di prodotti e strumenti finanziari in assenza delle previste autorizzazioni.
L’audizione di Brandolini
Il presidente di Utilitalia Brandolini ha riferito che, dallo scoppio dell'emergenza COVID-19, il servizio di raccolta dei rifiuti è proseguito senza interruzioni, con una riorganzizazione del lavoro per garantire la sicurezza degli operatori. Brandolini ha inoltre fornito alcune indicazioni circa l'andamento delle diverse tipologie di rifiuti: si è osservata una decisa contrazione della produzione sia di rifiuti speciali di origine industriale, sia di rifiuti assimilati, mentre sono aumentati i rifiuti domestici e il rifiuto organico (pur a fronte di una carenza di rifiuto verde), così come anche i rifiuti sanitari a rischio infettivo. Riferendosi alle stime esposte da Ispra in audizione davanti alla Commissione circa i rifiuti derivanti dall'uso di guanti e mascherine, ha dichiarato che si prospettano volumi tali da non alterare gli equilibri del Paese in termini di smaltimento. Brandolini ha inoltre fornito alcuni dati aggregati raccolti da 44 aziende associate che forniscono il servizio di gestione rifiuti a un totale di circa 12 milioni di cittadini, principalmente nel centro-nord Italia: tra il 21 febbraio e il 9 maggio, si è osservata una diminuzione media della produzione totale di rifiuti di circa il 14%, delle quantità di rifiuti differenziati di quasi il 13% e di rifiuti indifferenziati del 14,5%. L’audito ha inoltre riferito che alcuni flussi di rifiuti (plasmix, scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani, combustibile solido secondario, fanghi di depurazione, fanghi di cartiera) solitamente gestiti in impianti esteri hanno subito un blocco a causa della chiusura delle frontiere: la situazione, secondo quanto riferito, è in via di normalizzazione.
Sul tema dei rischi di contagio connessi alla raccolta differenziata, Brandolini ha dichiarato che a suo avviso il blocco per i soggetti positivi al virus ha poggiato su valutazioni prudenziali. L'audito ha spiegato come spesso il trattamento dei rifiuti avvenga entro le 72 ore dalla raccolta, evidenziando tuttavia che in molte aziende la manipolazione dei rifiuti è oggi marginale. L’audito si è detto convinto che i dispositivi di protezione individuale in uso nelle aziende associate siano sufficienti a proteggere i lavoratori dal rischio biologico. Brandolini ha inoltre dichiarato di non avere evidenze circa un aumento dei livelli di contagio tra i lavoratori delle aziende associate.
Il video dell’audizione di Padula sulle garanzie finanziarie delle discariche
Il video dell’audizione di Brandolini sulla gestione dei rifiuti collegata all'emergenza COVID-19