La fede nell’ambiente. Vescovi veneti ed emiliani in guerra contro i giacimenti al largo nell’Adriatico
I prelati di Chioggia, Rovigo e Ferrara si mobilitano e spingono i fedeli contro la possibilità che vengano riprese le perforazioni nel mare
I vescovi cattolici del Veneto e dell’Emilia si mobilitano e spingono i fedeli contro la possibilità che vengano riprese le perforazioni dei giacimenti al largo del mare Adriatico. Sono in prima fila tre vescovi: Giampaolo Dianin, vescovo di Chioggia; Pierantonio Pavanallo, vescovo di Adria-Rovigo; Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio. I tre eminenti religiosi hanno promosso un incontro a Porto Viro-Taglio di Po (Rovigo), nella sala Erace, nel quale è stata valorizzata la preoccupazione in chi teme lo sfruttamento dei giacimenti di metano in mare.
Per corroborare questa ipotesi, all’evento sono stati chiamati esperti che hanno cercato di illustrare lo stato dell'arte e hanno parlato di subsidenza (l’abbassamento del suolo), di cambiamento del clima, di consumi energetici, di bradisismo (i movimenti lenti di origine vulcanica), dell'incremento del cuneo salino.
L’evento è stato coordinato da Toni Mira, giornalista dell’Avvenire, e vi hanno partecipato fra gli altri l’urbanista Francesco Musco, il sociologo Giorgio Osti, il fisico Vittorio Marletto e il geologo Alberto Riva. Hanno scritto i tre prelati: “A dicembre 2022 la stampa locale e nazionale hanno dato molto risalto all’ipotesi di riprendere le trivellazioni in Adriatico nel contesto della crisi energetica che la guerra in Ucraina ha generato. Molti sono intervenuti: chi a favore, chi in modo molto critico e preoccupato per la fragilità del nostro territorio. In questi mesi un certo silenzio è calato sulla tematica. Come Vescovi delle Diocesi che si affacciano sulla laguna ci siamo sentiti provocati da questo tema. Ci sta a cuore questa terra, la gente che vi abita, il presente e il futuro. Abbiamo pensato di dire una parola sul tema per contribuire alla riflessione in atto. Ci è parso più corretto farlo a partire dal confronto con coloro che, per competenza scientifica, possono dirci una parola seria sulla questione”. "Siamo consapevoli – proseguono i vescovi – che il gas è una necessità e che la politica spesso deve assumersi delle responsabilità per il bene della collettività; siamo consapevoli anche della necessità di valutare bene ogni intervento tenendo conto della particolarità del territorio; siamo contrari a ogni forma di delega ad altri dei problemi, perché ciascuno deve assumersi qualche responsabilità e fare anche dei sacrifici per il bene comune. Non è facile tenere insieme tutti questi elementi. Noi vorremmo provarci”.
Per vedere e ascoltare l’incontro: https://www.youtube.com/watch?v=CoGX...