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Ilva: Ue contro Italia per carenze controlli Taranto

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 30/09/2013 who redazione

Per il commissario all'Ambiente Potocnik le intenzioni del governo sono buone, ma ora ci vuole la prova dei fatti

Bruxelles apre una procedura di infrazione contro l’Italia per l’Ilva di Taranto. Roma non ha saputo garantire che lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa rispettasse le prescrizioni della normativa comunitaria sulle emissioni industriali, "con gravi conseguenze per salute e ambiente". E il Belpaese viene ritenuto "inadempiente" anche per il mancato rispetto sulla responsabilità ambientale, per il principio di “chi inquina paga”.
Le autorità italiane "hanno avuto molto tempo per garantire che le disposizioni ambientali fossero rispettate", spiega il commissario all’Ambiente Janez Potocnik, a capo della direzione generale che ha preparato il provvedimento. "Questo è un chiaro esempio del fallimento nell’adottare misure adeguate per proteggere salute umana e ambiente". "Spero che le buone intenzioni del governo che mi sono state espresse dal ministro Orlando nell’incontro che abbiamo avuto nei giorni scorsi a New York - ha aggiunto - siano provate con passi e azioni concrete". Perché, come il commissario tiene a sottolineare, lui è abituato a non guardare in faccia nessuno, quando si tratta di prendere le decisioni. La sua unica bussola sono i fatti, ciò che è "oggettivamente misurabile", ed il "parere degli esperti".
Roma intanto si aggrappa alle uniche parole positive che arrivano dall’Ue, e da lì riparte. "Bruxelles riconosce il lavoro del governo sull’Ilva" - evidenzia il ministro Orlando - e "la prima risposta" all’apertura della procedura di infrazione "sarà l’approvazione del nuovo piano ambientale che, come previsto dal decreto, nelle prossime settimane sarà sottoposto in via preliminare, a consultazione pubblica. Gli interventi di risanamento e di innovazione che i commissari stanno ultimando sono parte essenziale di questa risposta".
Di un "grande segnale" dall’Europa parlano le organizzazioni ambientaliste tarantine Peacelink e Fondo antidiossina, che hanno giocato un ruolo fondamentale in questa partita, impegnandosi con tutte le risorse a loro disposizione per portare la vicenda all’attenzione di Bruxelles. Così"la Commissione si fa garante della messa a norma dello stabilimento", dicono. Ora l'Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora in arrivo da Bruxelles. Due mesi per dimostrare che dalle parole è passata ai fatti.

Altre info a questi link:
http://ec.europa.eu/environment/air/pollutants/stationary/index.htm
http://ec.europa.eu/environment/legal/liability/index.htm

 

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