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​Inquinamento. Nuovo rapporto Oms: ogni anno 12,6 milioni di morti

where Ginevra (Svizzera) when Lun, 21/03/2016 who redazione

Dieci anni dopo la prima edizione, l'Organizzazione mondiale della sanità presenta un nuovo rapporto globale sull'impatto dell'inquinamento ambientale sulla salute

Si stima che, nel mondo, 12,6 milioni di morti siano attribuibili all'inquinamento ambientale. Secondo il nuovo rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità, una morte su 4 nel mondo è determinata da fattori di rischio ambientale legati al luogo in cui si vive o si lavora. In Europa, nel 2012, l'esposizione a fattori di rischio ambientale è costata la vita a 1,4 milioni di persone.

flaviabustreooms.jpgÈ quanto emerge dal Rapporto dell'Oms sull'impatto dell'inquinamento ambientale sulla salute "Preventing disease through healthy environments: a global assessment of the burden of disease from environmental risks", presentato dall'Oms, secondo cui fattori di rischio ambientale come l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, le esposizioni chimiche, i cambiamenti climatici e le radiazioni ultraviolette, contribuiscono all'insorgenza di più di 100 malattie e danni alla salute.

Un ambiente sano è la chiave per una popolazione sana - "Un ambiente sano è alla base di una popolazione sana", afferma Flavia Bustreo, vicedirettrice generale dell'Oms per la Salute della famiglia, delle donne e dei bambini. "Se i Paesi non intraprendono al più presto azioni volte a ridurre l'inquinamento e migliorare le condizioni dell'ambiente in cui si vive e si lavora, in milioni continueranno ad ammalarsi e a morire prematuramente".

Le azioni - Il nuovo rapporto Oms delinea azioni concrete che i Paesi possono mettere in atto per invertire la tendenza al rialzo registrata in termini di malattie e morti legate all'inquinamento ambientale. Fra le principali azioni si cita, ad esempio, la riduzione dell'uso di combustibili solidi per cucinare o l'utilizzo di tecnologie energetiche a bassa emissione di carbonio.
"È necessario agire in fretta e investire in strategie efficaci per ridurre i rischi ambientali nelle nostre città, case e luoghi di lavoro" continua Flavia Bustreo, che aggiunge: "Investimenti mirati possono aiutare a ridurre a livello globale e in modo significativo il crescente numero di malattie cardiovascolari e respiratorie, così come anche di tumori, ed al tempo stesso a ridurre i costi del sistema sanitario".

I bambini - Nel rapporto emerge che i più esposti ai fattori di rischi ambientali sono i bambini al di sotto dei cinque anni e gli adulti di età compresa fra i 50 e i 75 anni. Ogni anno 1,7 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni e 4,9 milioni di adulti di età compresa tra i 50 ei 75 perdono la vita per cause che potrebbero essere evitate grazie ad una migliore gestione dell'ambiente. Sono infatti i bambini ad essere maggiormente colpiti da infezioni delle basse vie respiratorie e dalle malattie diarroiche, mentre le persone anziane sono le più esposte a malattie non trasmissibili.

Stima delle morti causate dall'inquinamento ambientale nel mondo - Analizzando le diverse regioni del mondo, il rapporto dell'OMS rileva che nel 2012 i paesi a basso e medio reddito del Sud-Est asiatico e le regioni del Pacifico Occidentale hanno registrato il numero più alto di morti legate all'inquinamento ambientale, con un totale di 7,3 milioni di decessi, la maggior parte dei quali legati all'inquinamento dell'aria.

Le principali 10 cause di morte dovute al rischio ambientale - Osservando oltre 100 categorie di malattie e di danni alla salute, dal rapporto dell'Oms emerge che la stragrande maggioranza dei decessi correlati ai rischi ambientali sono dovuti a malattie cardiovascolari, come ictus e cardiopatie ischemiche.
1. Ictus - 2,5 milioni di morti ogni anno
2. Cardiopatie ischemiche - 2,3 milioni di morti ogni anno
3. Lesioni involontarie (ad esempio morti per incidenti stradali) - 1,7 milioni di morti ogni anno
4. Tumori - 1,7 milioni di morti ogni anno
5. Malattie respiratorie croniche - 1,4 milioni di morti ogni anno
6. Malattie diarroiche - 846mila decessi all'anno
7. Infezioni delle vie respiratorie - 567mila decessi all'anno
8. Condizioni neonatali - 270mila decessi all'anno
9. Malaria - 259mila decessi all'anno
10. Lesioni volontarie (ad esempio suicidi) - 246mila decessi all'anno.

Strategie per la prevenzione - Il nuovo rapporto dell'Oms indica le strategie per migliorare l'ambiente e per prevenire le malattie legate all'inquinamento ambientale. L'utilizzo di tecnologie e combustibili puliti per le attività di tipo domestico come cucinare, o per il riscaldamento e l'illuminazione delle case, permetterebbe per esempio di ridurre le infezioni respiratorie acute, le malattie respiratorie croniche, le malattie cardiovascolari e le ustioni. Aumentare l'accesso all'acqua potabile e a servizi igienici adeguati o la promozione di semplici azioni, quali lavarsi le mani regolarmente, ridurrebbe ulteriormente l'incidenza delle malattie diarroiche. Anche la legislazione ha un ruolo chiave: quella contro il fumo riduce l'esposizione al fumo passivo di tabacco, comportando una diminuzione in termini di malattie cardiovascolari e di infezioni respiratorie. Il miglioramento della circolazione urbana e una buona pianificazione dell'assetto urbano abbinati alla costruzione di abitazioni dotate di un efficiente sistema energetico ridurrebbe le malattie connesse all'inquinamento dell'aria e, allo stesso tempo, servirebbe a promuovere l'attività fisica.

I parere di Assogasliquidi - "I dati diffusi dall'Oms confermano la situazione preoccupante che stiamo vivendo. Combattiamo contro un nemico silenzioso ma terribile, come quello dell'inquinamento atmosferico, che produce un numero di morti e di malati, in Italia e nel mondo, a dir poco spaventoso. L'ultimo studio del Ministero della Salute calcolava in circa 30mila i decessi prodotti ogni anno in Italia dal solo particolato fine (PM 2.5), pari al 7% di tutte le morti, incidenti esclusi. In termini di mesi di vita persi, questo significa che l'inquinamento accorcia mediamente la vita di 10 mesi: 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e le isole". A parere di Franchi, si rendono sempre più necessarie e urgenti politiche mirate di lungo periodo volte a migliorare la qualità dell'aria, “a partire anzitutto dalla riduzione del ricorso alla combustione di biomasse per il riscaldamento, così dannoso in termini di inquinamento da particolato".

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Vicedirettrice generale dell'Oms per la Salute della famiglia
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