Inquinamento. Per Regione Lombardia dati in miglioramento, Legambiente non ci sta
Pubblicato un primo bilancio dell'andamento della qualità dell'aria, per l'anno 2018, in Lombardia. Dati confortanti per il PM10
Le misure effettuate dalla rete di rilevamento della qualità dell'aria di Arpa Lombardia hanno confermato un trend in significativo miglioramento per PM10, PM2.5 e NO2; stabile l'ozono e ben sotto i limiti monossido di carbonio, benzene e biossido di zolfo. Lo assicura il primo bilancio dell'andamento della qualità dell'aria, per l'anno 2018, in Lombardia.
In particolare, per il PM10, in tutte le stazioni del territorio regionale è stato rispettato il valore limite sulla media annua di 40 g/m3: è il terzo anno, dopo il 2014 ed il 2016, che fa registrare un rispetto generalizzato di tale parametro. Anche il numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero (50 µg/m3), benché sfori ancora il limite che la normativa fissa in 35 giorni, ha confermato un trend complessivamente in diminuzione. Nei capoluoghi provinciali, nel 2018 si sono verificati 79 giorni di superamento a Milano, 78 a Lodi, 56 a Cremona, 53 a Pavia, 51 a Monza, 47 a Brescia, 43 a Como, 42 a Bergamo, 34 a Mantova, 25 a Lecco, 21 a Varese e 14 a Sondrio. Complessivamente, le stazioni che hanno rispettato il limite nel 2018 sono il 40% di quelle installate, nel 2005 rispettava unicamente la stazione di Bormio. In Lombardia il numero di superamenti è stato ridotto mediamente del 59% nel periodo dal 2005 al 2018.
Il trend in progressiva diminuzione ha interessato anche il PM2.5. Nel 2018 nei capoluoghi il valore limite annuale, pari a 25 g/m3 è stato superato solo a Cremona (26 g/m3), mentre è stato rispettato a Brescia, 25 g/m3, a Lodi e Monza, 24 g/m3, a Como, Pavia e Milano, 23 g/m3, a Mantova, 22 g/m3, Bergamo, 21 g/m3, Varese 19 g/m3, Sondrio, 18 g/m3 e Lecco 15 g/m3.
Per il NO2, il limite sul numero di ore di superamento è stato rispettato per il terzo anno consecutivo su tutto il territorio regionale, mentre il limite sulla media annuale è stato rispettato nell'80% delle stazioni (nel 2005 aveva rispettato circa la metà delle stazioni, nel 1993 nessuna. Con riferimento alle stazioni peggiori dei capoluoghi di provincia, la media annua dell'NO2 registrata nel 2018 è la seguente: Milano 59 g/m3, Brescia 57 g/m3, Monza 45 g/m3, Como 44 g/m3, Bergamo 41 g/m3, Lecco 37 g/m3, Varese 36 g/m3, Pavia 35 g/m3, Lodi 34 g/m3, Cremona 33 g/m3, Mantova 26 g/m3, Sondrio 24 g/m3.
L'ozono è invece più stabile, con diffusi superamenti dei valori obiettivo per la protezione della salute e della vegetazione. Come ormai da anni, non sono invece stati registrati superamenti degli standard di legge per monossido di carbonio, benzene e biossido di zolfo, che mantengono valori ben al di sotto dei limiti.
Legambiente non ci sta - "L'Assessore Cattaneo non inganni i cittadini. I dati sono chiari: rispetto ai 35 gg di superamento concessi dalle norme europee di pm10, 8 capoluoghi lombardi su 12 sono fuori limite - sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - . Per primi abbiamo evidenziato che negli ultimi dieci anni l'inquinamento atmosferico è calato fino a rimanere, in molti casi, sotto la soglia limite dei 40 mgr/mc di media annuale: questo è avvenuto soprattutto nelle annate climaticamente favorevoli, come il piovoso 2014 e l'anno appena concluso, che ha avuto molti episodi di vento e di pioggia nelle stagioni in cui di solito questi eventi sono rari. La replica però è fuori tema: non contestiamo i trend di inquinamento, ma il ritardo della Lombardia e, in generale, delle regioni italiane, ad attuare le politiche che in altri Paesi europei hanno consentito di raggiungere livelli di qualità dell'aria incomparabilmente migliori. Chi non fa corretta informazione?". "Zolfo, monossido di carbonio, benzene sono inquinanti diminuiti non per merito dei governatori lombardi, ma per effetto di azioni globali, come la desolforazione dei combustibili, l'introduzione di dispositivi di abbattimento e il miglioramento delle motorizzazioni, nel mercato europeo e globale: come del resto è avvenuto per il piombo, da decenni vietato nelle benzine, ma non certo su indicazione del Pirellone. Adesso bisogna aggredire lo zoccolo duro, che sono l'NOx e i suoi "fratelli": ozono in estate e polveri secondarie in inverno, della cui formazione la causa principale, come attestano proprio gli inventari regionali delle emissioni che il comunicato di Cattaneo omette di citare, è prima di tutto il traffico veicolare e in particolare i motori diesel!" commenta Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente.
A questo link il report completo:
www.arpalombardia.it