Gli italiani e il clima. Ricerca: in Europa siamo i più insoddisfatti delle nostre politiche ambientali
Presentati i risultati dell’indagine condotta da YouGov sugli atteggiamenti dei cittadini di sette Paesi europei verso le questioni climatiche
Quali sono gli atteggiamenti degli europei verso la crisi climatica? Quanto sono soddisfatti delle politiche climatiche e ambientali nel loro paese? In occasione della COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in corso a Glasgow, GROHE ha commissionato alla società internazionale di ricerca YouGov un’indagine su questi temi in sette nazioni europee, Italia inclusa.
Italia il paese più informato sul summit (74%) e il più insoddisfatto (67%)
Il 74% degli italiani dichiara di essere a conoscenza della conferenza di Glasgow: il dato più alto rispetto agli altri paesi. Seguono il Regno Unito con il 68%, i Paesi Bassi con il 64% e la Francia con il 59% di risposte affermative. In Germania e in Danimarca la percentuale si attesta a metà intorno al 50%, mentre in Russia la percentuale degli informati si ferma al 34%. Il 67% degli italiani dichiara, inoltre, di essere insoddisfatto delle politiche climatiche e ambientali del proprio paese: un dato che supera di 10 punti percentuali la media europea e che fa dell’Italia il paese più critico dei sette interessati dalla ricerca.
Obiettivo clima: quasi tutti pessimisti
Circa la metà degli europei (47%) si è dichiarata pessimista circa il raggiungimento dell’obiettivo dell’accordo di Parigi del 2015 di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. I più negativi sono Germania e Francia (58%), Paesi Bassi (55%), Regno Unito (49%) e Danimarca (48%) seguiti da Italia (43%) e Russia (20%). In generale gli intervistati delle aree urbane sono più ottimisti dei residenti nelle zone rurali.
Acquisto prodotti: più attenti al prezzo
Quando si tratta di acquistare un prodotto gli europei concordano: per il 53% il fattore decisionale è il prezzo, mentre la sostenibilità interessa il 32%. Gli italiani sono in linea con la media europea, con il 47% che si è dichiarato attento al prezzo, mentre per il 36% la priorità è la sostenibilità. È interessante notare che tra gli over 55 si concentra una maggiore sensibilità verso un acquisto eco friendly (40%), mentre nella fascia 18-34 l’attenzione maggiore viene data al prezzo (55%). Allo stesso modo gli abitanti nelle aree urbane sono più attenti al prezzo (52%) rispetto a quelli delle aree rurali (42%). Se i più sensibili al costo sono i russi con ben il 70% delle preferenze, il paese più virtuoso è la Francia, con il 49% di preferenze per l’aspetto sostenibile.
Nuovi prodotti: in Italia si guarda alla plastica
Plastica (54%), rifiuti generici (53%), energia (51%), acqua (37%) ed emissioni di CO2 (40%): sono questi i principali fattori di risparmio di risorse e rifiuti a cui prestano attenzione gli europei quando acquistano un nuovo prodotto. In Italia, in particolare, l’attenzione maggiore è verso la plastica (58%), l’energia (57%) e i rifiuti generici (55%). Il 46% dimostra attenzione verso la riduzione di emissioni di CO2, mentre il risparmio idrico è il fattore meno rilevante (34%). Diverso l’atteggiamento in Danimarca, dove il 53% del campione si dimostra sensibile al tema delle emissioni. La Francia rimane in prima posizione in termini di risparmio energetico e idrico in relazione ai nuovi acquisti: Il 58% presta attenzione al basso consumo di energia e il 47% tiene d'occhio il consumo di acqua. In coda rispetto a quasi tutti i parametri c'è la Russia.
I fattori decisivi per una maggiore sostenibilità
Per gli europei i fattori che possono guidare la transizione ecologica per un futuro più sostenibile sono tre: normative (37%), responsabilità sociale d’impresa (27%) e scelte individuali (21%). Se gli italiani sono d’accordo con il primo driver di cambiamento (il 43% ha scelto la regolamentazione governativa), le azioni dei singoli salgono al secondo posto con il 24%, seguite per un solo punto percentuale dall’imprenditoria responsabile (23%). I picchi di fiducia degli italiani nei confronti della regolamentazione governativa si registrano tra gli over 55 e tra i residenti delle aree urbane, rispettivamente con il 44% e il 47%. Ad attribuire maggiore fiducia nelle proprie azioni quale fattore di cambiamento sono gli intervistati nella fascia d’età 35-54 anni (26%) e gli abitanti nelle zone rurali (29%). La Russia è il paese che registra il maggior numero di consensi per le scelte dei singoli (23%), mentre nei Paesi Bassi il 39% degli intervistati ha dichiarato che le aziende hanno il potere di determinare il cambiamento verso una maggiore sostenibilità economica e sociale.