Parla la scienza. Sulle montagne della Lombardia riserve record di acqua e neve
Le nuove rilevazioni dell’Arpa Lombardia. I valori di riserva idrica nella neve migliori degli ultimi dieci anni. I risultati dei dati raccolti hanno evidenziato valori compresi tra 40 e 20 metri di neve cumulata sui bacini glaciali lombardi, equivalenti a 4201 e 1975 kg/m² di riserva idrica del manto nevoso
Si è recentemente conclusa la campagna di misura dello Swe (Snow Water Equivalent) sui ghiacciai lombardi, realizzata da Arpa Lombardia in collaborazione con Enel Green Power tra maggio e giugno, periodo di massimo accumulo della neve. I risultati dei dati raccolti hanno evidenziato valori compresi tra 40 e 20 metri di neve cumulata sui bacini glaciali lombardi, equivalenti a 4.201 e 1.975 chili per metro quadro di riserva idrica del manto nevoso. Rispetto agli ultimi dieci anni, l’ultima stagione risulta caratterizzata da un innevamento nella media durante l’inverno e nettamente superiore nei mesi primaverili su tutte le montagne lombarde.
Anche dal confronto con i dati della campagna Swe sui principali apparati glaciali – condotta dal Centro Nivometeorologico dell’Agenzia a partire dal 2016 – si riscontrano valori notevolmente superiore alla media per la stagione 2023-2024, che risulta quindi una delle migliori dell’ultimo decennio sotto questo aspetto.
I campionamenti
I campionamenti si sono svolti alle quote comprese tra i 2.877 metri sulla Vedretta di Savoretta e i 3.645 del ghiacciaio di Fellaria orientale. Questi completano e integrano i dati raccolti in continuo attraverso la rete capillare di stazioni nivometeorologiche automatiche collocate a quote inferiori sul territorio montano lombardo. Durante la campagna, sono stati eseguiti complessivamente 55 carotaggi e decine di misure dell’altezza del manto nivale su: ghiacciai del Vioz e Dosegù nel Sottogruppo Cevedale-San Matteo; ghiacciaio dei Vitelli nel Sottogruppo Ortles-Cristallo; ghiacciai dell’Adamello e del Pisgana nel gruppo dell’Adamello; ghiacciai di Fellaria Orientale e dello Scalino nel gruppo del Bernina. Ghiacciai di Alpe Sud e di Savoretta nel gruppo Sobretta-Gavia.
Rispetto agli anni precedenti non sono state effettuate le misure sul Fellaria occidentale, ma sono stati campionati per la prima volta il ghiacciaio dello Scalino e di Savoretta.
I numeri della neve
I valori massimi di innevamento sono stati misurati nella zona del Bernina, con 40 m di neve cumulata, che risultano i più elevati dell’ultimo decennio (10 metri nel 2016 - anno con il minor innevamento – e 17 metri nel 2023). Altro settore con innevamento cospicuo è il bacino dell’Oglio, ove sui ghiacciai di Adamello e Pisgana sono stati misurati valori totali di neve cumulata tra 26 e 29 metri. Anche per questa zona i dati 2024 risultano superiori alla media di 10 metri circa. Il settore lombardo con meno innevamento cumulato è l’Alta Valtellina: sui ghiacciai di Dosegù e Vioz sono stati misurati 20 metri di neve cumulata. La differenza di innevamento tra i vari settori presi in esame è dovuta principalmente alla combinazione di due fattori: quota (limite delle nevicate) e conformazione geografica delle vallate rispetto ai flussi perturbati.
Neve anche in primavera
L’inverno 2023/2024 è stato dunque caratterizzato da numerosi eventi che, soprattutto in primavera, hanno incrementato l’innevamento su tutti i settori alpini e prealpini lombardi. Inoltre, le caratteristiche fisico-meccaniche della neve sono ottime, con manto nevoso denso e compatto capace di “resistere” ai primi caldi estivi e di accorciare in maniera significativa il periodo di fusione glaciale. La stima dello Swe su scala regionale consente di valutare la quantità totale di equivalente in acqua immagazzinata nella neve e la sua distribuzione spaziale. Questo parametro ha grande importanza nel bilancio idrologico, in quanto rappresenta una riserva idrica che ha capacità di rilascio graduale ed è al tempo stesso un fattore da monitorare nella catena di controllo e di allertamento idrogeologico. Il calcolo del Swe si basa sulla valutazione dell’estensione della copertura nevosa e sulla misurazione dell’altezza e della densità del manto nevoso.
Il periodo ideale per l’esecuzione di queste misure è quello tardo primaverile (metà maggio-metà giugno), ovvero il periodo dell’anno in cui di norma si verifica il massimo accumulo nivale. La corretta stima della riserva idrica disponibile interessa due principali stakeholders: gli operatori energetici e gli enti governativi che ne devono sorvegliare la corretta gestione. Il Bollettino Riserve idriche, emesso da Arpa Lombardia, è pubblicato settimanalmente sul sito dell’Agenzia.
Per saperne di più: https://www.snpambiente.it/snpa/arpa...