Politiche ambientali. La battaglia sul decreto ”Sblocca Italia”
Gli Ecodem lavorano intanto sul “collegato” ambientale alla Camera: "Un provvedimento che promuove green economy e sviluppo sostenibile"
"Il Collegato Ambiente arriva in Aula a Montecitorio: si tratta di un risultato importantissimo per rilanciare la Green economy e per declinare le tematiche ecologiste con lo sviluppo economico, occupazionale e sociale del Paese": è quanto riporta una nota degli Ecologisti Democratici dopo che la Commissione Ambiente ha dato mandato ai relatori Alessandro Bratti (presidente nazionale Ecodem) ed Enrico Borghi di riferire sul provvedimento approvato. "Nel testo - continua la nota - sono stati inseriti ben tre articoli che affrontano il tema degli appalti verdi, che disciplinano l'applicazione dei criteri ambientali minimi negli appalti pubblici di forniture e negli affidamenti di servizi nel settore della pubblica amministrazione. In particolare, la norma prevede l'obbligo che le Pa, incluse le centrali di committenza, contribuiscano al conseguimento degli obiettivi ambientali attraverso l'inserimento, nei documenti di gara, di specifiche clausole e condizioni tecniche. In questo modo verranno premiate le imprese 'green' e verrà incentivato anche l'acquisto di prodotti derivanti da materiali post consumo".
Altre novità del collegato ambientale riguardano la riorganizzazione delle Autorità di bacino, sgravi all'ecotassa per quei comuni virtuosi che raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata. Sempre per i comuni viene inoltre introdotta la contabilità ambientale: uno strumento per misurare il tasso green del proprio territorio.
Nel frattempo, Alessandro Bratti contesta lo “Sblocca Italia”. "L'articolo 35 va modificato", dice. Bratti contesta la realizzazione di una rete nazionale di impianti di recupero energetico dei rifiuti, attualmente in discussione presso la Commissione Ambiente di Montecitorio. "La norma è socialmente, più che ambientalmente, inaccettabile. Lo smaltimento attraverso i termovalorizzatori è solo una strumento che deve fare parte di una strategia complessiva della gestione integrata dei rifiuti che non può prescindere dal recupero e riutilizzo delle materie prime e delle risorse naturali. Tutto il resto sono polemiche sterili e controproducenti. Già oggi negli impianti lombardi, emiliani, veneti e piemontesi vengono infatti trattati e smaltiti rifiuti che provengono da tutto il Paese: la differenza tra rifiuti urbani indifferenziati e rifiuti speciali non pericolosi in termini di nocività per l'ambiente e la popolazione è irrilevante".
Sul tema dello “Sblocca Italia” è intervenuta anche la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi. “Il decreto legge Sblocca Italia dà il via libera ai saldi di fine stagione per il territorio e le risorse del nostro Paese. Deroghe alla normativa ordinaria di tutela del paesaggio e dell'ambiente, mani sul territorio e sul demanio dei privati e dei concessionari autostradali, depotenziamento delle procedure di valutazione ambientale, tutto sotto la regia del Governo centrale che emargina regioni, enti locali e cittadini grazie alla estensione della "strategicità" a intere categorie di interventi senza alcuna idea sulle priorità”.
"Il Wwf Italia propone per l'energia: definizione di una roadmap di decarbonizzazione che consenta di coprire il 100% del fabbisogno nazionale con fonti rinnovabili e punti sul risparmio e l'efficienza energetica; per le infrastrutture: abbandono del Programma delle infrastrutture strategiche (che ha fatto triplicare i costi in 13 anni, da 125,8 miliardi di euro a 375, e quasi quadruplicare il numero delle opere, da 115 a 405) a favore di un piano per ammodernare e potenziare le infrastrutture di trasporto esistente e per la realizzazione di piccole e medie opere immediatamente cantierabili, e di un programma per il risanamento del territorio e per l'adattamento ai cambiamenti climatici".