Rifiutare i rifiuti. La Tunisia rimanda in Campania la spazzatura della Campania, la Campania insorge
Proteste in provincia di Salerno per il ritorno degli scarti industriali esportati abusivamente in Africa e respinti al mittente
Una storia triste che però offre spunti, a cominciare dal cosiddetto “karma”. Un grande quantitativo di rifiuti era stato esportato abusivamente dalla Campania verso la Tunisia, affermando che si trattava di plastica da rigenerare. La magistratura tunisina ha condotto un’inchiesta e irrogato condanne. Poi la parola è passata alla diplomazia, l’Italia e la Tunisia hanno concordato il rimpatrio dei rifiuti campani. La nave tunisina carica del materiale è partita da Susa (Sousse) con l’immondizia salernitana ed è approdata a Salerno per scaricare la spazzatura, da collocare in un’area militare a Persano. Ma la cittadinanza insorge, non vuole prendere l’immondizia salernitana esportata abusivamente in Tunisia. E i carabinieri del Noe sequestrano il materiale, perché da anni è in corso anche in Italia un’indagine parallela a quella tunisina.
Il lavoro della diplomazia
L'accordo di cooperazione istituzionale tra i due Paesi è stato firmato lo scorso 11 febbraio e "rappresenta il completamento del processo di consultazione tra Tunisia e Italia, che risale al 2020", si legge in una nota del ministero tunisino, che definisce anche "gli impegni che competono a ciascuna delle parti in merito al rimpatrio in Italia, in primo luogo, di 213 contenitori di rifiuti”. A metà febbraio nel porto di Susa (Sousse), alla presenza del ministro tunisino dei Trasporti Rabie Majidi, sul mercantile Martine A della compagnia Arkas sono stati caricati i 213 container di rifiuti urbani importati illegalmente da una società tunisina, rifiuti provenienti dalla Campania. La Tunisia ha accolto con favore i "seri" sforzi dell'Italia nella risoluzione della questione. Il ministero tunisino degli Esteri ha elogiato in una nota i rapporti "eccezionali" tra Tunisia e Italia, sottolineando "le buone intenzioni dei leader di entrambi i Paesi di preservare gli "storici" legami di amicizia e ha evidenziato gli sforzi della Tunisia in questi mesi e la sua "intensa" azione diplomatica.
"Proseguiranno in seguito le consultazioni, per la finalizzazione della restituzione dei rifiuti italiani rimanenti situati in un magazzino a Mourredine (delegazione di Msaken, Sousse) a seguito di un incendio”.
Le condanne in Tunisia
La vicenda risale all'estate 2020, quando le dogane tunisine scoprirono questi rifiuti domestici, la cui esportazione è vietata dalla legislazione di Tunisi e dalle convenzioni internazionali, ma presentati amministrativamente dall'azienda importatrice come rifiuti plastici "non pericolosi".
Sul caso venne aperta in Tunisia prima un'indagine amministrativa e poi una penale che ha visto indagate 26 persone per corruzione, compresi i funzionari della dogana e l'ex ministro dell'Ambiente, Mustafa Aroui, che venne arrestato. Sei persone sono ancora in custodia cautelare in carcere, mentre il manager dell'azienda importatrice risulta in fuga. Sulla vicenda si attendono ancora diverse pronunce giudiziarie in Tunisia e Italia.
La protesta dei salernitani
"No" ai rifiuti nel sito di Persano. Franco Mennella, sindaco di Serre (Salerno), comune nel quale ricade il sito di Persano individuato dalla Regione Campania per lo stoccaggio dei rifiuti, ha organizzato "presìdi permanenti in prossimità dei due ingressi che danno accesso al Comprensorio militare di Persano". "Oltre che perseguire tutte le vie legali e amministrative, porteremo avanti ogni forma di protesta pacifica sul campo ". Mennella rivolge quindi un appello "a tutti i cittadini di Serre e della Piana del Sele a partecipare a questa importante e vitale battaglia per la tutela e la salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica".
Il commento dei politici
“La notizia di allocare i rifiuti di rientro dalla Tunisia nell’area di Persano ci ha lasciato davvero contrariati. Parliamo di almeno 200 container di rifiuti che arriveranno al porto di Salerno dalla Tunisia e che ora saranno stoccati nell’area militare di Persano, nel comune di Serre, un’area di grande pregio naturalistico”. Lo dichiara la senatrice del Movimento 5 Stelle, Felicia Gaudiano. “Riteniamo che territori così incontaminati, il cui patrimonio geologico è strettamente collegato alla natura e al patrimonio culturale meritino attenzioni ben diverse. La Piana del Sele ha già pagato un prezzo elevatissimo con la presenza concentrata di discariche, lo Stir, tanti impianti di trattamento privati ed i roghi”.