La sfida delle materie prime. Analisi del CEP: l’Europa non deve sussidiare gli approvvigionamenti
Il think tank Centres for European Policy Network (CEP) raccomanda all'Unione europea partenariati strategici con Paesi terzi ricchi di “risorse”. No a soluzioni basate su sussidi sul modello dell'Ira statunitense
L'Europa deve dare ai Paesi terzi la possibilità di espandere il loro contributo alla creazione di valore nel medio termine, dalle materie prime ai prodotti industriali finiti. In questo modo, anche il rapporto con i Paesi del Sud del mondo potrebbe essere ricalibrato. Non si tratta solo di risorse minerarie come il litio o il cobalto, ma anche di conoscenze umane e di potenziale innovativo, elementi importanti per la futura vitalità dell'Europa. Sulle materie prime critiche servono più partenariati strategici anziché bandi per sussidi. Sono queste le conclusioni cui giunge l'economista André Wolf del think tank Centres for European Policy Network.
L’analisi del CEP
Terre rare, energie rinnovabili, ma anche conoscenza. Nella competizione globale per la sicurezza delle catene di approvvigionamento, le materie prime critiche sono sempre più al centro dell'attenzione. Il think tank Centres for European Policy Network raccomanda all'Unione europea partenariati strategici con Paesi terzi ricchi di risorse. Sussidi, sul modello dell'Ira americana, distorcerebbero, invece, solo il commercio globale. Di recente, sono stati segnalati possibili giacimenti di terre rare in Norvegia e Svezia. "Il prerequisito cruciale per il successo a lungo termine dei partenariati strategici è che l'Europa faccia un'offerta di crescita attraente ai futuri partner", afferma l'economista del CEP André Wolf, che ha analizzato per la prima volta le possibili strategie di partenariato. Secondo Wolf, l'Europa deve dare ai Paesi terzi la possibilità di espandere il proprio contributo alla creazione di valore nel medio termine, dalle materie prime ai prodotti industriali finiti. In questo modo, anche il rapporto con i Paesi del Sud del mondo potrebbe essere ricalibrato.
Partner fuori dall’Europa
L'esperto del CEP invita Bruxelles a definire in modo più ampio il termine "di materie prime critiche". Ad esempio, non si tratta solo di risorse minerarie come il litio o il cobalto, ma anche di conoscenze umane e di potenziale innovativo, elementi importanti per la futura vitalità dell'Europa. A questo scopo, ha detto, sono disponibili partner diversi in aree diverse, come il Cile, l'Australia o il Sudafrica nel caso delle materie prime minerarie. Nel settore della conoscenza, Wolf vede possibili partner interessanti in Giappone, Corea del Sud o Singapore.
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