I soldi del clima. Boom della carbon neutrality: ricavi raddoppiati a 20 miliardi entro il 2031
Un mercato da 10 miliardi. Gli Stati investono miliardi per spingere le imprese alla neutralità carbonica e alla sostenibilità. In Italia si punta sull’Esg. Svezia in testa per decarbonizzazione. Il commento di Kone
In seguito ai molti allarmi climatici, le organizzazioni internazionali come l’Onu e l’Unione europea e anche i singoli Stati sfruttano le ottime previsioni di andamento dei mercati per spingere le imprese verso la neutralità carbonica.
Il mercato della sostenibilità
Le principali potenze globali cercano di correre ai ripari con misure all’avanguardia e investimenti mirati. Le prime conferme in merito giungono da GlobeNewswire, secondo cui il mercato globale della neutralità carbonica, alimentato dagli investimenti e dai progetti sostenibili delle imprese, ha raggiunto quota 10 miliardi di ricavi nel 2022 e raddoppierà il fatturato, arrivando a 20 miliardi entro il 2031 con una crescita media annuale composta pari all’8%.
Più nel dettaglio, negli Usa il dipartimento dell’Energia, stando a quanto indicato da Esg News, ha investito oltre 23 milioni di dollari al fine di ridurre le emissioni dell’intero continente nel più breve tempo possibile. Il Regno Unito, secondo Sustainaible Future News, ha stanziato 80 milioni di sterline a favore delle aziende del territorio per spingerle ad abbandonare i costosi combustibili fossili a favore di alternative più pulite. In Italia 6 aziende su 10 (il 59%) hanno un comitato Esg e puntano ad accrescere gli investimenti in sostenibilità.
I migliori in Europa
Al termine di questa prima analisi di scenario, una domanda sorge spontanea: qual è il Paese più attento alla tematica? Una vera top ten è stata realizzata dal World Economic Forum che ha messo al primo posto la Svezia, seguita dalla Norvegia e dalla Danimarca.
All’interno della graduatoria in sesta posizione troviamo un altro Paese nord europeo, ovvero la Finlandia, spinta anche dalle iniziative di aziende virtuose come Kone – multinazionale leader nel settore di ascensori e scale mobili – che ha raggiunto l’obiettivo zero emissioni.
Il commento di Lorino di Kone Italia
“La sostenibilità e l’occhio di riguardo verso il Pianeta sono sempre stati valori di grande importanza all’interno della nostra realtà – afferma Giovanni Lorino, amministratore delegato di Kone Italy & Iberica –. In 8 fabbriche su 10 abbiamo sostituito i carrelli elevatori con impianti elettrici. E non è tutto, perché sono stati installati dei pannelli solari in 9 unità produttive e tutte acquistano elettricità rinnovabile al 100% dall’inizio del 2023. Entro il 2030 prevediamo anche ulteriori significativi tagli delle emissioni di gas serra, contribuendo alla limitazione del riscaldamento globale a 1,5° C. Entro la medesima data, puntiamo anche a ridurre del 40% le emissioni legate ai materiali e al consumo energetico dei nostri prodotti durante il loro intero ciclo di vita. Ma non è tutto perché, ad esempio, in Italia, per ogni ascensore Kone MonoSpace Dx comprato, l'azienda compensa completamente le emissioni di anidride carbonica non eliminabili, dal ciclo produttivo fino alla consegna dell'impianto, acquistando crediti di carbonio dal suo partner riconosciuto a livello internazionale, ovvero South Pole”. Sempre dagli esperti di Kone giungono indicazioni e consigli più precisi, utili a ridurre le emissioni di carbonio e salvaguardare così il pianeta. In primis, risulta necessario misurare l’impronta di carbonio dell’azienda di appartenenza al fine di individuare punti di forza e di debolezza e strutturare una strategia ad hoc. In secondo luogo, si consiglia di utilizzare solo ed esclusivamente energia rinnovabile e di iniziare il processo di decarbonizzazione dei siti produttivi. E ancora, c’è anche la regola delle tre R, ovvero ridurre, riutilizzare e riciclare.