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Tutti al mare. Quelli che sì. I dati delle Arpa: eccellente il 95,5% delle acque balneabili. Ecco dove

where Roma when Lun, 10/07/2023 who roberto

Le analisi del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (che riunisce le Arpa) promuovono 5mila dei 5.300 chilometri di costa balneabile, il 2,7% è di qualità buona e l’ 0,8% modesta

Sulla base del monitoraggio cala-brandinchi_0.jpgcondotto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente risultano eccellenti circa 5mila dei 5.300 chilometri di aree marine adibite alla balneazione, pari al 95,5% del totale. Il restante 2,7% è di qualità buona (144 chilometri), mentre la stessa percentuale pari allo 0,8% (43 chilometri) è rispettivamente in classe sufficiente e scarsa. È il risultato delle analisi microbiologiche condotte nel corso di quattro anni (2019-2022): sono più di 30mila i campionamenti effettuati nel 2022 nell’intero Paese – in gran parte dalle agenzie ambientali Arpa – per valutare la qualità delle acque di balneazione dal punto di vista sanitario.
 
In Puglia e Sardegna le acque migliori
La qualità delle acque di balneazione marine è in generale di buon livello in tutte le regioni, con percentuali di costa “eccellente” che in ogni territorio superano l’85%, con punte superiori al 99% in due regioni (Puglia e Sardegna). I controlli riguardano anche laghi e (in pochi casi) fiumi, dove alcune regioni raggiungono il 100% di acque eccellenti. A livello europeo le acque italiane risultano migliori della media dei paesi UE, sulla base dei dati elaborati dall’Agenzia europea dell’ambiente.
 
Come si fanno i controlli
Il lavoro di controllo e monitoraggio condotto da Snpa – Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – scaturisce dalla direttiva comunitaria 2006/7/CE, che stabilisce le regole della classificazione delle acque di balneazione nelle quattro classi di qualità (eccellente, buona, sufficiente e scarsa). I parametri microbiologici su cui si basa il monitoraggio sono le concentrazioni di Escherichia coli ed enterococchi intestinali, batteri ritenuti appunto indicatori di contaminazione fecale. Le percentuali riportate sono riferite al totale delle acque monitorate, escludendo dunque quelle non sottoposte al monitoraggio, ad esempio i tratti di mare che ospitano porti, servitù militari, aree protette. Per Lombardia (per i laghi) e Sicilia – dove il monitoraggio è svolto dal sistema sanitario – i dati disponibili sono espressi solo in termini di numero di acque di balneazione e non di chilometri di costa come per le altre.
 
A caccia di alghe tossiche
A tutela della salute dei bagnanti, la norma prevede anche un monitoraggio di sorveglianza per specie algali potenzialmente tossiche. In particolare, nelle acque marino costiere, le Arpa costiere con il coordinamento di Ispra effettuano un monitoraggio della microalga bentonica potenzialmente tossica Ostreopsis cf. ovata. Per quanto riguarda la sorveglianza algale nelle acque di balneazione lacustri, “sorvegliati speciali” sono i cianobatteri: batteri fotosintetici, produttori di ossigeno, chiamati anche alghe azzurre o blu-verdi, in quanto il loro colore varia dall’azzurro, al rosso, al porpora. I risultati sulla presenza delle varie specie sono consultabili sui siti delle agenzie regionali nelle sezioni dedicate alle acque di balneazione.

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