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Tuttoecomondo, il giorno dopo. Ecco che cosa abbiamo visto a Rimini

where Rimini when Lun, 11/11/2024 who roberto

Lo stato della green economy e gli Stati Generali. Le proposte di Hera. La presenza di Acciona, Enea, Unem e Siemens. Come fare buona comunicazione ambientale con Ferpi. Ricuperare le batterie contenute dentro i rifiuti elettrici. Uno studio di Acquedotto Pugliese. Le ricerche dell’Assoambiente sul riciclo. Difendere le coste dell’Emilia Romagna. E tante altre cose interessanti

Lo stato della green economy
In Italia la green economy ha ecomondo24.jpegraggiunto risultati importanti in settori come l’economia circolare e il biologico e, addirittura, il Paese nel 2023 ha diminuito le emissioni di CO2 di oltre il 6%, tanto che se mantenesse questo trend potrebbe raggiungere il calo del 55% nel 2030. Ma accanto a questi primati in alcuni settori permangono criticità: non si arresta il consumo di suolo che interessa il 7,14% del territorio nazionale e si estende anche in aree di fragilità idraulica e sono aumentate nel 2023 le immatricolazioni delle auto, ma sono ancora poche le elettriche. Questa la fotografia dell’Italia delle green economy contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2024, la due giorni green a Rimini nell’ambito di Ecomondo, promossa dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e con il patrocinio della Commissione europea e del ministero delle Imprese. “Alcune cose si stanno facendo e alcuni risultati ci sono: le emissioni di gas serra sono diminuite, le rinnovabili elettriche hanno ripreso a crescere e facciamo passi avanti anche nella circolarità della nostra economia – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, che coordina il gruppo di esperti che curano il rapporto annuale -. Ma ancora troppo poco, non solo perché la sfida è globale e di vasta portata, ma perché non remiamo insieme, tutti nella stessa direzione. Alcuni rallentano l’impegno in questo cambiamento per altri obiettivi e altre priorità, così il quadro complessivo della transizione ecologica, risulta variegato, con alti e bassi, con poco slancio, con difficoltà, al di sotto dei suoi potenziali”.
 
Gli Stati Generali
Due ministri, circa cento fra relatrici e relatori. Gli Stati Generali della green economy 2024 sono stati dedicati quest’anno al tema “L’economia di domani: il Green Deal all’avvio della nuova legislatura europea”, per avviare un confronto sul pacchetto di iniziative strategiche che ha messo l’Ue sulla strada della transizione ecologica, nella convinzione che la transizione verso la neutralità climatica possa offrire opportunità significative di crescita economica, di nuovi modelli imprenditoriali, mercati e nuovi posti di lavoro e di sviluppo tecnologico.
La due giorni green è stata organizzata dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 66 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e con il patrocinio della Commissione Europea e del ministero delle Imprese e del Made in Italy e con il sostegno tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Tra i partecipanti Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, Vannia Gava, viceministra dell’Ambiente, Stefano La Porta, presidente Ispra, e una nutrita rappresentanza di componenti di Parlamento, istituzioni europee e internazionali, ed esponenti del mondo delle imprese.
Gli Stati Generali hanno presentato oltre al report annuale, consultabile anche online su www.statigenerali.org, un pacchetto di 8 proposte prioritarie per la transizione ecologica, fra queste oltre alla rinnovata richiesta di un maggiore impegno per il clima - con la crescita delle rinnovabili, gli edifici green, le auto elettriche e la mobilità sostenibile - anche la rinnovata richiesta di un maggior coinvolgimento delle imprese mettendo a disposizione maggiori risorse, anche ricorrendo a nuovi strumenti di debito comune europeo per il sostegno al Green Deal.
 
Hera
Anche quest’anno il gruppo Hera ha partecipato a Ecomondo presentando le soluzioni più innovative per la transizione ecologica, dimostrando come sia possibile coniugare sviluppo economico e tutela dell'ambiente. Ad Ecomondo è stata presentata la collaborazione tra la piattaforma artistica del gruppo Hera e Agrigento Capitale italiana della cultura 2025. Senza dimenticare la partecipazione del gruppo Hera con relatori a numerosi convegni sui temi caldi legati alla circolarità e allo sviluppo sostenibile. Lo stand della multiutility, realizzato con materiali riciclati, ha ospitato le opere d'arte Scart - progetto artistico e di comunicazione del gruppo Hera - create con scarti industriali, dimostrando come l'arte possa diventare uno strumento di sensibilizzazione sulle tematiche legate alla transizione ecologica. Nell’area esterna all’ingresso principale della fiera è tornato il Capodoglio Giovanni, l’opera realizzata da Edoardo Malagigi, sempre nell’ambito del progetto Scart, utilizzando circa 4mila cartoni per alimenti in poliaccoppiato. Anche quest’anno il gruppo Hera ha pubblicato due report dedicati all’importanza di una corretta raccolta differenziata da parte dei cittadini e alla qualità dell’acqua del rubinetto. Il report di Hera “Sulle tracce dei rifiuti”, arrivato alla 15ͣ.ma edizione, risponde a questa domanda, tracciando il percorso dei rifiuti differenziati dai cittadini sul territorio servito dall’azienda, con dati verificati da un ente esterno che ne attesta la correttezza. Alcuni dati: ognuno di noi, in media, produce 342 kg di rifiuti differenziati all’anno, e quasi il 90% viene recuperato. La 16ͣ.ma edizione del report “In buone acque” è invece interamente dedicato all’acqua del rubinetto. L’Italia è tra i Paesi europei con la qualità dell’acqua migliore, Emilia-Romagna in testa come certificato anche dal Centro nazionale per la sicurezza delle acque. Nel territorio servito dal gruppo Hera, ogni anno vengono svolte circa un milione di analisi (oltre 2.600 al giorno): nel report, tra le altre informazioni, ci sono i risultati delle analisi per ciascuna provincia servita, un’etichetta dell’acqua del rubinetto.
 
Acciona
Acciona ha presentato le sue principali soluzioni e progetti in materia di acqua, trasporti e mobilità. I visitatori hanno visto la NanoCAR S04, un'auto elettrica a lungo raggio commercializzata dall'azienda. Durante l'evento, Acciona ha tenuto anche una serie di conferenze sulla desalinizzazione, il riutilizzo dell'acqua in agricoltura e la trasformazione digitale.
 
Le batterie nei Raee
“Batterie contenute nei Raee: quali soluzioni per incrementarne la raccolta?”. L’incontro ha presentato i risultati dello studio “La raccolta delle batterie portatili contenute nei Raee: benchmarking e best practices” commissionato da Cdcnpa e realizzato dalla società di consulenza Dss+. L’obiettivo è individuare buone pratiche operative e possibili soluzioni legislative per incrementare, in Italia, la raccolta delle batterie giunte a fine vita, come richiesto dal recente Regolamento Europeo 2023/1542. Dal report emerge che i quantitativi di pile e batterie portatili rimossi da piccoli elettrodomestici/elettronica di consumo variano in modo sostanziale da Paese a Paese. Il quantitativo più alto è stato osservato in Svizzera (14.9 kg/t), seguita da Belgio (13.2 kg/t) e Francia (9.7 kg/t). Il valore medio si attesta su 9.6 kg/t. In generale, in tutti i Paesi il valore è decisamente più alto del valore fissato dalla norma CENELEC 50625-3-1, pari a 1.8 kg/t.
 
La Buona Comunicazione
La comunicazione ambientale alla prova della complessità. È il tema quest’anno del Forum della Buona Comunicazione, organizzato a Ecomondo e promosso da Ferpi in collaborazione con la manifestazione di Rimini, Assoambiente e per questa edizione anche con il ministero dell’Ambiente. Una comunicazione autentica, trasparente e responsabile rappresenta il motore che può spingere verso la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità dell'Agenda 2030, contrastando negazionismi e favorendo un dialogo aperto e inclusivo. L'Intelligenza Artificiale (AI) sta rivoluzionando il nostro modo di lavorare e vivere, migliorando l'efficienza in modi impensabili solo pochi anni fa. Tuttavia, mentre offre enormi vantaggi, l'AI accentua anche una situazione già critica nelle relazioni umane: viviamo in una società in cui il contatto diretto è sempre più raro e meno intenso, creando isolamento e riducendo empatia e vicinanza. Questa mancanza di interazioni autentiche rende difficile la creazione di comunità solide e il ruolo dei comunicatori intesi come “tessitori sociali” e facilitatori. In questo contesto, la transizione ecologica diventa ancora più complessa. Gli obiettivi dell'Agenda 2030, che mirano a un futuro più sostenibile, richiedono solide relazioni tra istituzioni, imprese e comunità. Tra gli esempi di scottante attualità, l'accettazione degli impianti a fonti rinnovabili e la necessità di coinvolgere stakeholder e comunità nei percorsi di sostenibilità delle imprese diventano essenziali, così come il pregiudizio verso imprese che operano in settori controversi rischia di allontanare le soluzioni in chiave sostenibile. In questi e in molti altri casi la comunicazione è spesso distorta, alimentando negazionismi, greenwashing e dialoghi tra sordi.
 
L’Enea
L’Enea ha partecipato a Ecomondo con uno spazio espositivo e un ricco programma di incontri dedicati all’economia circolare e alla simbiosi industriale. Protagoniste di quest’anno a Rimini sono state le biotecnologie per la salute e l’ambiente, con un focus su alimenti funzionali ottenuti da scarti agroalimentari, piante come biofabbrica per la produzione di farmaci e biomolecole potenziate per curare gravi patologie.
 
Unem
Unem, Unione energie per la mobilità, ha presentato le misure adottate e i risultati raggiunti dal comparto in linea con i riferimenti normativi per monitoraggio, prevenzione e riduzione delle emissioni odorigene. Inoltre ha discusso “Lubrificanti e ambiente: insostituibili ma sostenibili” durante il quale è stato presentato il Rapporto “Lubrificanti e sostenibilità 2024” curato dal gruppo strategico lubrificanti di Unem. Diversi appuntamenti sono stati dedicati alle bonifiche, con casi studio che ne mettono in luce l’effettiva portata e i loro limiti.
Il programma all’indirizzo Bonifica dei siti contaminati: a che punto siamo? Evoluzione normativa e innovazione tecnologica.
 
Le coste dell’Emilia Romagna
La Regione Emilia-Romagna è impegnata, da oltre vent’anni, a realizzare e tenere aggiornato un quadro conoscitivo di dettaglio sul sistema fisico costiero. L'attività si concretizza nello studio geologico e geomorfologico di questo territorio e nell’analisi dei rischi a cui è esposto come la subsidenza, l’erosione costiera e la salinizzazione degli acquiferi. I risultati di questi studi, applicati a vari contesti, sono stati illustrati a Ecomondo nell’ambito di tre eventi.
 
L’impatto del Conai
È stato presentato uno studio, realizzato in collaborazione con The European House Ambrosetti, che misura gli effetti diretti e indiretti dell’attività del Consorzio nazionale imballaggi, effetti stimati attorno ai 15 miliardi. "Una ricerca che misura e valorizza gli effetti del lavoro del consorzio a livello nazionale – rivela il presidente Conai, Ignazio Capuano – sia quelli diretti sia quelli generati dalle aziende che a valle utilizzano i materiali riciclati. Questi effetti includono quelli sociali legati all’occupazione, ossia il numero di posti di lavoro creati lungo tutta la filiera, e quelli economici che restituiscono il contributo del sistema al Pil. Una pubblicazione che dimostra ancora una volta come l’economia circolare sia un ramo sempre più importante dell’economia del Paese e come il lavoro del sistema consortile si riveli strategico: non solo tutela ambientale, ma anche stimolo per occupazione e crescita". "Solo il volume d’affari catalizzato grazie all’attività del sistema Conai, legato al rendere disponibile e all’usare materia riciclata anziché vergine, supera i 15 miliardi di euro" commenta la direttrice generale Simona Fontana. A Ecomondo si è svolta anche la presentazione ufficiale della Fondazione ReMade, proprietaria del primo schema di certificazione accreditato in Italia per la verifica del contenuto di materiale riciclato in un prodotto.
 
Coldiretti e il bio
Quasi un campo su cinque in Italia (19%) è coltivato con metodo biologico, dando al nostro Paese la leadership in Europa tra i grandi produttori, ma in diverse regioni la percentuale supera addirittura il 25%, tanto da aver raggiunto con sei anni di anticipo gli obiettivi fissati dalla Ue nell’ambito della strategia Farm to Fork. L’analisi viene dalla Coldiretti Bio che ad Ecomondo ha organizzato un incontro per fare il punto sulla situazione del settore. L’Italia ha la leadership Ue per il biologico grazie alle 84mila aziende agricole attive sul territorio nazionale, più del doppio della Germania e un terzo in più della Francia. Un trend che va sostenuto ora a livello di consumi interni. La spesa nella Grande distribuzione ha raggiunto la cifra di 3,8 miliardi di euro nel 2023, ma ci sono le potenzialità per crescere ulteriormente, anche in considerazione del fatto che l’export di prodotti biologici vale 3,6 miliardi. Un rapporto tra consumi interni e vendite all’estero praticamente di uno a uno, mentre nell’agroalimentare generale il valore delle esportazioni è pari a circa un terzo della spesa interna alimentare delle famiglie, secondo l’analisi Coldiretti. Se si va poi a guardare l’incidenza delle categorie merceologiche biologiche sul carrello della spesa, emerge che frutta, verdura e latte e formaggi rappresentano insieme il 66% del totale della spesa biologica in Italia. Il biologico fresco (non trasformato, che non deriva da processi industriali, e quindi non ultraprocessato) rappresenta dunque nel nostro Paese un valore importante che va sostenuto. “Coldiretti Bio sostiene la necessità di affermare in Europa al più presto il principio di reciprocità rispetto alle importazioni – spiega la presidente Maria Letizia Gardoni – ovvero stesse regole per il bio comunitario e quello dei Paesi terzi, poiché non è possibile accettare che entrino nel nostro Paese cibi coltivati secondo regole non consentite nella Ue. Fermare la concorrenza sleale delle importazioni a basso costo e valorizzare il vero prodotto tricolore sono le condizioni fondamentali per costruire filiere biologiche dal campo alla tavola”.
 
Siemens
Al centro della presenza di Siemens a Ecomondo l'esigenza di affrontare le sfide poste al settore dei servizi idrici, dal cambiamento climatico all’urbanizzazione e l’inquinamento ambientale. Uno dei temi principali della fiera è stato proprio l’uso sostenibile dell’acqua in tutte le fasi della filiera del servizio idrico a cui Siemens risponde con un portfolio completo di tecnologie hardware e software per guidare la trasformazione digitale nel settore idrico anche attraverso applicazioni di Intelligenza Artificiale a supporto di strumentazione e sensori. In questo contesto, l'azienda ha presentato anche la partnership con Maxfone per la manutenzione predittiva al servizio degli impianti di gestione dei rifiuti.
 
Assoimballaggi
L'associazione di FederlegnoArredo ha organizzato un convegno dedicato alla materia prima, alla riciclabilità e compostabilità. L'evento ha offerto un’analisi approfondita della filiera del legno, dalla gestione sostenibile delle foreste alla riciclabilità e compostabilità degli imballaggi. Sono stati trattati temi centrali come lo studio Lca su imballaggi industriali e casse pieghevoli, primo in Europa nel suo genere, e le sfide poste dal nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr). "Il nostro settore genera un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro e impiega oltre 17mila addetti. Le sfide future sono legate alla riduzione degli impatti ambientali e sociali, in linea con le aspettative del mercato. In questo contesto, il nostro settore può crescere e qualificarsi ulteriormente, offrendo prodotti in legno che abbiano un valore aggiunto in termini di sostenibilità logistica. Dobbiamo muoverci in questa direzione, mantenendo sempre uno sguardo attento all’Europa”, spiega Andrea Attilio Gava, presidente Assoimballaggi di FederlegnoArredo.
 
Acquedotto Pugliese
Entro il 2050 i Paesi del Mediterraneo allargato dovranno fare sempre più i conti con una prospettiva comune: più domanda di acqua e meno risorse idriche a disposizione a causa del cambiamento climatico. Siccità alternate a eventi estremi che mandano in tilt sistemi progettati per un altro contesto. Un impoverimento idrico che può e deve essere affrontato con maggiore cooperazione su temi come i consumi, l’efficientamento, l’interconnessione, il riuso e le fonti alternative. È la sfida dell’integrazione lanciata a Ecomondo da Regione Puglia, Acquedotto Pugliese (Aqp) e The European House - Ambrosetti, autori del paper “Water for the Mediterranean: quale Agenda per i prossimi anni”, con il quale si scatta la prima fotografia unitaria dell’area. Criticità, ma soprattutto best practice da mettere a sistema a beneficio di tutti. In particolare di Paesi come l’Italia la cui economia è fortemente condizionata dalla disponibilità idrica: il Bel Paese è primo nell’area per valore aggiunto attivato dalla filiera dell’acqua.  
“La straordinaria interconnessione del sistema idrico pugliese – ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – rende la Puglia un osservatorio particolarmente efficace. Tra l’altro gli importanti investimenti di AQP, che con 127 euro pro capite superano sia la media italiana di 70 euro, sia quella europea di 82, vanno sempre più nella direzione tracciata dall’Agenda per il Mediterraneo e pongono la regione come hub qualificato e strategico per lo scambio di competenze”. Emerge dallo studio che la maggior parte dei Paesi del Mediterraneo sarà colpita da impoverimento idrico oltre il 75% (rapporto tra il consumo totale di acqua e le riserve idriche rinnovabili disponibili) entro il 2050, ed è già soggetta a uno stress idrico elevato. La scarsità idrica – ma anche l’imprevedibile insorgenza di fenomeni meteo estremi sempre più frequenti - minaccia la sicurezza alimentare e la stabilità delle comunità, per cui si assiste a un aumento dei conflitti legati all'accesso e al controllo delle risorse idriche (sono stati 543 quelli legati all’acqua dal 2020 ad oggi). Le comunità colpite dagli impatti climatici e dai conflitti si trovano costrette a migrare in cerca di sicurezza, lavoro e risorse. A causa dell’instabilità geopolitica e dei disastri legati al cambiamento climatico, il Mediterraneo è una delle zone con maggiore migrazione.
 
RenOils
Presentato a Ecomondo il report RenOils “Gli oli e grassi vegetali e animali esausti: definizione, situazione normativa, proprietà fisiche, possibili riutilizzi e prospettive per la valorizzazione energetica”. La ricerca è stata realizzata dall'Università Roma 3, Dipartimento di Chimica, per dare una panoramica sulla situazione normativa ed operativa del settore degli oli esausti vegetali e animali in Europa.
“La scelta comunitaria di abolire dal 2035 i motori a combustione termica, oltre agli effetti negativi sull'industria automobilistica, crea anche ulteriori problematiche paradossalmente di tipo ambientale - spiega Ennio Fano, presidente RenOils -. L'eliminazione dei motori termici toglie infatti lo sbocco al riutilizzo di questi oli che sono ad emissioni CO2 pari a zero. Inoltre, si creerebbero problematiche per lo smaltimento di questi oli come rifiuto. RenOils e gli altri operatori del settore chiedono che le scelte sulla mobilità siano improntate alla neutralità tecnologica, evitando di favorire solo e soltanto i motori elettrici”. Dal report emerge come i biocarburanti ottenuti dagli oli di cottura esausti possano essere una delle soluzioni più promettenti per ridurre i consumi di altre materie prime energetiche e minimizzare gli impatti ambientali. Uno smaltimento non controllato di questi olii rifiuto possono avere conseguenze gravi sulle reti fognarie e sui suoli dove spesso vengono sversati.
 
Il premio Sviluppo Sostenibile
È stato assegnato il premio Sviluppo Sostenibile 2024. Le quattro (due ex aequo) imprese o amministrazioni del “made in Italy” dell’ambiente sul podio sono: Decathlon in collaborazione con Oldrati Group e Eso Recycling per il settore economia circolare, l’Agenzia del Demanio per il settore edilizia green e, ex aequo per il settore neutralità climatica e soluzioni nature positive, la Città Metropolitana di Milano con gruppo Cap e Acea Pinerolese Energia. Il Premio Sviluppo Sostenibile 2024 è organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Italian Exhibition Group, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente.  Accanto ai primi premi ci sono altre 27 imprese o amministrazioni, 9 per settore, che ricevono il premio. In particolare, il progetto Città metropolitana Spugna sviluppato dalla Città metropolitana di Milano e da gruppo Cap ha ottenuto il riconoscimento “Premio Sviluppo Sostenibile 2024”, classificandosi al primo posto nella categoria Neutralità climatica e soluzioni Nature Positive. Il progetto, finanziato dal Pnrr per i Piani Urbani Integrati, prevede infatti una pianificazione urbanistica di interventi Nature Based come strumento per ridurre le inondazioni, conservare l’acqua per i periodi di siccità e ridurre l’inquinamento idrico, per un territorio più adattivo al cambiamento climatico. A ritirare il premio sono stati Yuri Santagostino, presidente di gruppo Cap, e Paolo Festa, consigliere delegato all’Ambiente della Città metropolitana di Milano.
 
Campane di Coreve
Incrementare le pratiche virtuose della raccolta differenziata del vetro in vista dell’imminente Giubileo del 2025 e assicurare una migliore performance di raccolta grazie ad un design urbano distintivo e iconico. Questo l’obiettivo alla base dell’operazione che vedrà il posizionamento di mille nuove campane di design per la raccolta del vetro nelle zone centrali della Capitale. Realizzate grazie a un finanziamento a fondo perduto di 649.500 euro del fondo Anci-Coreve, su un progetto dal valore totale di 750mila euro. Il progetto è stato presentato a Ecomondo nel panel dal titolo: “Campane per il vetro nei centri storici. Una sfida vinta grazie al design” che ha visto la presenza di Gianni Scotti, presidente Coreve; Sabrina Alfonsi, assessora all’Ambiente del Comune di Roma; Alessandro Filippi, direttore generale di Ama, e Filippo Bernocchi, presidente Ancitel Energia & Ambiente. Con l’apertura della Porta Santa a San Pietro il 24 dicembre, Roma si prepara ad accogliere fino a 35 milioni di pellegrini, un numero che supera i 25 milioni registrati nel Giubileo del 2000. Questo importante flusso turistico comporterà inevitabilmente un incremento della produzione dei rifiuti con una conseguente organizzazione capillare per la raccolta e il riciclo dei rifiuti. In ottica di riqualificazione degli strumenti di raccolta urbana è stata dunque progettata la campana di Coreve, moderno strumento di arredo urbano dotato di caratteristiche quali estetica, inclusività e capillarità. L’idea alla base è frutto della collaborazione tra Ancitel Energia e Ambiente, da tempo partner di Coreve nel supporto agli enti locali per una raccolta del vetro più efficiente, e Soldidesign, studio di design di fama internazionale specializzato nella realizzazione di prodotti sostenibili e moderni, che ha realizzato il prodotto finale ispirandosi al suo famoso Ovetto.
 
I.Blu certificata Rina
I.Blu, società del gruppo Iren attiva nella selezione e riciclo degli imballaggi in plastica post-consumo, ha ottenuto la certificazione Iscc Plus rilasciata da Rina - multinazionale di certificazione attiva in più di settanta paesi. Alla consegna della certificazione, avvenuta nell’ambito di Ecomondo, hanno partecipato Roberto Conte, amministratore delegato di I.Blu, e Laura Severino, head of decarbonization and chain of custody di Rina.
 
Assoambiente
“L’Italia prosegue a vele spiegate il suo percorso verso un’economia realmente circolare: continua a crescere il tasso di riciclo dei rifiuti urbani e speciali che rafforza la leadership assoluta del nostro Paese in Europa, aumenta l’impiego dei materiali riciclati al posto delle materie prime e, contestualmente, prosegue la ‘dematerializzazione’ della nostra economia. Un primato che va ben oltre la fotografia scattata dai parametri europei, oggi inefficaci a misurare concretamente il livello di circolarità complessivo dei Paesi Ue. Sono queste le principali evidenze che emergono dall’analisi “Misurare la circolarità dei Paesi Ue”, presentata da Assoambiente - l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare e smaltimento di rifiuti, nonché bonifiche, in occasione di Ecomondo. L’analisi evidenzia a che punto è il nostro Paese nella gestione dei rifiuti (urbani e speciali) e per livello di circolarità nell’Ue. Il documento contiene, inoltre, le proposte avanzate dall’Associazione per migliorare gli attuali tre parametri europei che fotografano i processi di cambiamento in atto nei singoli Paesi e che già vedono l’Italia tra i più virtuosi. Il tasso di riciclo individua quanta parte dei rifiuti urbani viene effettivamente riciclata. L’Italia nel 2021 (ultimi dati Eurostat) ha raggiunto quota 51,9%, superando il target del 50% previsto al 2020. In Europa il tasso medio di riciclo è pari al 48,7%. In questa speciale graduatoria, l’Italia si colloca all’ottavo posto, dopo la Germania (67,8%), l’Austria (62,5%), la Slovenia (60,8%), i Paesi Bassi (57,8%), la Danimarca (57,6%), il Belgio (55,5%), il Lussemburgo (55,3%). Se guardiamo al totale dei rifiuti solidi, urbani e speciali, il Belpaese, con il suo 85%, è primo assoluto nella classifica dell’avvio a riciclo, davanti al Belgio. L’indice di circolarità misura la quota di materiale riciclato reintrodotto nelle produzioni industriali, che consente di evitare l’utilizzo di materie prime. L’Italia nel 2022 con il 18,7% (era al 5,8% nel 2004) si colloca al quarto posto nella classifica europea di questo indice, dietro ai Paesi Bassi (27.5%), al Belgio (22.2%) e alla Francia (19.3%). L’indice di circolarità tiene conto non solo dal tasso di riciclo dei rifiuti, ma comprende anche i combustibili fossili usati e il materiale stoccato in manufatti e beni. Per questo motivo le percentuali risultano così basse.

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