Venezia, ancora due-tre anni per finire il Mose
Dopo 15 anni dalla posa della prima pietra si avvicina alle battute finali il lavoro per completare l’opera che fermerà le acque alte
Non si vede ancora la fine del Mose, il colosso che dovrà difendere Venezia dalle acque alte eccezionali, lanciato in un Comitatone del 3 aprile 2003, e già previsto da una legge dello Stato del 1984. Trentaquattro anni non sono stati sufficienti a finire il progetto sulla laguna, che nel 2003 l'allora ministro Pietro Lunardi pronosticava fosse inaugurato dopo 8 anni.
E bisognerà aspettare ancora, probabilmente fra i 2 e i 3 anni, perché anche l'ultima data del cronogramma, dicembre 2018, è destinata a saltare. Lo ha ammesso lo stesso presidente dell'Anac Raffaele Cantone - che guida il commissariamento del Consorzio Venezia Nuova, deciso dopo lo scandalo tangenti - il quale, presentando il suo ultimo libro sulla corruzione, spiegava che i lavori per le dighe mobili "avviati all'inizio degli anni 2000, si protrarranno almeno fino al 2019-2020".
In realtà, nonostante il blocco di un anno provocato dall'inchiesta tangenti e dai 35 arresti dell'estate 2014, e i continui stop and go dei cantieri, delle 78 paratoie costituenti le quattro barriere alle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia, mancano da calare in acqua solo gli ultimi 20 moduli, alla bocca di laguna di San Nicolò del Lido.
Ma servirà più tempo del previsto, perché sta arrivando l'estate, e i cantieri del Mose devono fare i conti con il traffico delle navi da crociera. Mancano poi ancora soldi, 221 milioni di euro, in parte per le dighe, in parte per le altre opere complementari. Si tratta di somme già stanziate dal Governo, da erogare entro il 2024.
Infine, come ha spiegato recentemente Roberto Linetti, il Provveditore interregionale alle opere pubbliche (l'ex Magistrato alle acque), sono da finire ancora una quarantina di stralci delle opere, ed è inimmaginabile che tutto termini entro il 2018.
Prima che le dighe mobili si alzino a protezione di Venezia, dovranno naturalmente superare il collaudo, anche con impianti provvisori. L'inizio della gestione vera e propria del Mose, in sostanza, potrebbe giungere con la fine del 2021. E costerà 80 milioni l'anno.
Nel frattempo bisognerà (lo si sta già facendo) pensare alla manutenzione degli impianti, perché le prime dighe sono sott'acqua già da 5 anni, e problemi ne hanno evidenziati. Su questo si aggiunge la marea di cause, ricorsi, rivendicazioni sui ritardi nei finanziamenti avanzate dalle imprese che hanno lavorato con il Consorzio Venezia Nuova, finite a loro volta nel tritacarne dell'inchiesta sulle mazzette, che l'ex capo del Cvn, Giovanni Mazzacurati - come dimostrato le sentenze - distribuiva a destra e a manca. Sui costi pubblici del Mose vanno infatti addebitati anche 40 milioni di tangenti.