Verso l’Europa. Quelli delle foreste misurano i candidati. Appena 6 su 12 parlano di boschi
Elezioni europee: in Italia le foreste assenti in un programma elettorale su due. Fsc Italia ha analizzato i programmi dei 12 partiti cercando la ricorrenza di alcune parole-chiave legate al mondo forestale
Sono solo 6 su 12 i partiti (o raggruppamenti di partiti) italiani in corsa alle prossime elezioni europee dell’8-9 giugno che nei loro programmi menzionano in qualche modo la necessità di proteggere e gestire responsabilmente il patrimonio forestale europeo. Meno della metà. Eppure le foreste del continente, pur crescendo, sono molto spesso a rischio a causa di inquinamento, perdita di habitat ed espansione dei centri urbani. Per il loro ruolo nel contrasto alla crisi climatica e per l’importante fornitura di benefici ecosistemici, sono tuttavia indicate come una delle leve su cui agire da diversi documenti strategici dell’Ue, come il Nature Restoration Law e la Biodiversity strategy for 2030, ricompresi sotto il cappello dell’EU Green Deal. Il dato sulle linee programmatiche dei partiti italiani è il risultato di un’indagine empirica svolta dal Forest Stewardship Council (Fsc) Italia, che da oltre trent’anni promuove la gestione responsabile delle foreste, che ha preso in esame i programmi elettorali verificando le loro proposte in materia di gestione e conservazione delle aree forestali e di filiere collegate.
“L’analisi non è entrata nel merito delle proposte e non ha l’obiettivo di dare indicazioni di voto – spiega Giuseppe Bonanno, direttore di Fsc Italia - ma vuol essere solo un termometro di quanto siano sentite o meno le questioni forestali nel panorama politico nazionale in vista del voto dell’8-9 giugno”.
Il metodo
Per farlo, i testi dei programmi sono stati passati a setaccio, verificando la presenza o meno di cinque parole chiave: bosc*, forest*, deforestazione, alber* e legno.
Ebbene, Fratelli d’Italia, Lega Salvini Premier, Forza Italia, Stati Uniti d’Europa, Libertà e Alternativa Popolare nei loro programmi non citano mai queste parole chiave. Il Partito Democratico ne cita una (foreste, con riferimento al “pieno riconoscimento dei beni e servizi ecosistemici erogati dalla aree interne”), Azione menziona il “sostegno a programmi di riforestazione”, mentre Pace Terra e Dignità indica i boschi, insieme alla montagna e al mare, quali “beni comuni da tutelare”.
Più corpose le menzioni nei programmi degli altri tre gruppi politici. Il Movimento 5 Stelle cita tutte e cinque le parole chiave, con riferimento ai “piccoli boschi quale infrastruttura naturale alla quale applicare sussidi o riduzione della pressione fiscale, la piantumazione di alberi e il riconoscimento del ruolo delle foreste quali polmoni del nostro pianeta, la forestazione urbana, la revisione e l’ampliamento della normativa europea di contrasto alla deforestazione. Alleanza Verdi Sinistra spinge sull’attuazione dell’Eudr, l’European Deforestation-free products Regulation, e propone “azioni per sviluppare un’industria eco-edilizia che utilizzi materiali di origine biologica tra cui legno, terra e paglia”.
Volt, infine, cita la gestione forestale sostenibile (anche la per cattura naturale del carbonio), il ripristino e il rimboschimento e la definizione di un piano di azione europeo per il settore forestale.
L’Eudr
Sul tema della lotta alla deforestazione Fsc International, insieme ad oltre 170 organizzazioni, nelle scorse settimane ha inviato una lettera congiunta alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per sostenere l’Eudr, la storica legge per contrastare la deforestazione nel mercato dell’Ue che introduce nuovi adempimenti per chi importa, rende disponibili sul mercato ed esporta materie prime come carne, legno, cacao, soia, olio di palma, caffè, gomma e prodotti derivati. In seguito agli appelli di alcuni gruppi industriali e dei governi nazionali di fare marcia indietro sulla legislazione, è stato chiesto a von del Leyen di mantenere la promessa e attuare il testo approvato nel giugno 2023, che entrerà a pieno regime in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea dal 30 dicembre. “L’Eudr – spiega Bonanno – è stata adottata con ampio sostegno da parte del Consiglio e del Parlamento europei. Abbiamo chiesto alla presidente von der Leyen che gli Stati membri dell’Ue e la Commissione facciano attuare rapidamente questa legge e ne garantiscano il rispetto da parte di tutti i soggetti interessati. Dato il peggioramento della crisi climatica e della biodiversità, per questa generazione e quelle future è fondamentale che le azioni richieste nel quadro dell’Eudr vengano eseguite rapidamente”.