Il virus e i rifiuti. La Commissione Ecomafie approva la relazione
In aula alla Camera è stata approvata la relazione intitolata "Emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti", già approvata al Senato il 5 agosto
La Camera dei Deputati ha approvato la relazione della Commissione Ecomafie (Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati) sul tema “Emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti”. Il documento (relatori: Stefano Vignaroli, Massimo Berutti, Giovanni Vianello) era stato approvato dalla Commissione il giorno 8 luglio 2020 e dall’aula del Senato il giorno 5 agosto 2020.
La Commissione ha preso in esame il ciclo dei rifiuti nel periodo dell’emergenza, approfondendo sia il quadro dei provvedimenti normativi statali e regionali, sia l’operatività della gestione delle diverse tipologie di rifiuti. Attraverso il lavoro di analisi, si è riscontrato come lo strumento principale messo in atto sia stato quello delle deroghe ai limiti di deposito temporaneo e di stoccaggio dei rifiuti. Dagli approfondimenti della Commissione è emerso che durante l'emergenza COVID-19 il sistema di gestione dei rifiuti in Italia ha tenuto. La capacità impiantistica si è dimostrata adeguata, anche per il trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (di cui si è registrato un aumento).
La Commissione si è inoltre soffermata sugli effetti dell’emergenza epidemiologica in termini di produzione dei rifiuti, sia sanitari, sia connessi a misure di contenimento del contagio e uso diffuso di dispositivi di protezione. Dagli approfondimenti della Commissione è emerso che durante la fase di lockdown si è osservata una decisa contrazione nella produzione dei rifiuti speciali di origine industriale e dei rifiuti urbani. Questi ultimi nel bimestre marzo-aprile 2020 sono diminuiti di circa il 10 per cento (meno 500mila tonnellate). Secondo le informazioni acquisite dalla Commissione, il volume stimato di rifiuti connessi all'utilizzo quotidiano di guanti e mascherine monouso per il periodo maggio-dicembre 2020 è pari a 300mila tonnellate (valore medio).
La relazione dà inoltre conto di alcuni elementi strutturali e di tendenza riguardo a possibili fenomeni illeciti nel settore dei rifiuti connessi all’emergenza COVID-19. La relazione si conclude con una serie di raccomandazioni alle istituzioni per una gestione dei rifiuti che tenga in conto le esigenze sia di rispetto degli obiettivi di economia circolare nell’ambito di un ciclo dei rifiuti efficiente e focalizzato sul recupero di materia, sia di efficientamento del sistema dei controlli ambientali e di contrasto all’illegalità. “L’approvazione in aula a Montecitorio della relazione su emergenza COVID-19 e ciclo dei rifiuti arriva in un momento di nuova forte recrudescenza del virus. Auspico che questo lavoro possa essere di supporto a quanti dovranno occuparsi di gestione dei rifiuti nelle difficili settimane che abbiamo davanti. Auspico anche che le istituzioni, ognuna per la propria competenza, mantengano un occhio attento sul tema della prevenzione di rifiuti inutili, anche in una fase così critica. Da parte sua, la Commissione continuerà il lavoro di monitoraggio: tra le altre cose preoccupano i rischi di scorciatoie illegali e infiltrazioni di interessi illeciti in imprese in difficoltà”, dichiara il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.
Il parere della deputata ecologista Rossella Muroni
Sul tema è intervenuta anche la deputata ecologista Rossella Muroni, già presidente della Legambiente e ora parlamentare con Liberi e Uguali. Ha detto: “Nell’emergenza Covid l’uso di dispositivi di protezione individuale, spesso usa e getta, ha rischiato di mettere in crisi il sistema di gestione di rifiuti. Anche perché molte voci si sono levate per dire che servivano nuovi inceneritori o che non avremmo dovuto recepire la direttiva sulla messa al bando degli oggetti più diffusi di plastica usa e getta. Invece, il sistema impiantistico tiene, così come il cambiamento che ci chiede l’Europa e che ci spinge ad abbandonare la cultura della scarto in favore di un’economia circolare. Ma non dobbiamo nasconderci che, anche per contrastare le ecomafie abili ad infiltrarsi nel ciclo dei rifiuti specie dove ci sono punti di criticità, ci servono più impianti al servizio del riuso e del recupero dei materiali. Trasformare i rifiuti da problema a risorsa, ricavarne materia prima seconda, è strategico in un Paese storicamente povero di materie prime come il nostro perché crea filiere industriali innovative e sostenibili, quindi ricchezza e occupazione. La penso come don Ciotti: la moneta buona scaccia quella cattiva. Ed è quella dell’economia circolare la direzione indicata anche dalla approfondita relazione della Commissione Ecomafie sulle ricadute dell’emergenza epidemiologica nel settore dei rifiuti e dalla risoluzione di maggioranza. La direzione del futuro”.