Yellow submarine. Adriatico inquinato da tonnellate di marijuana
Trafficanti di droga si liberano in mare del loro carico fra Molise e Puglia
Oltre nove milioni di euro: tanto il valore commerciale (approssimativo al ribasso) delle due tonnellate di marijuana ripescate in mare dalla Finanza della squadriglia navale di Termoli la settimana scorsa in mare e sulle coste molisane e su un tratto di quelle pugliesi. Un grosso carico, dicono le Fiamme Gialle, destinato a tutta Italia.
I primi 30 chili sono stati presi all'amo da un pensionato di Termoli che stava pescando in barca e subito consegnati alle forze dell'ordine. Poi sono stati sequestrati 300 chili in mare in località Torre Fantine in Puglia, poi il bilancio è arrivato a 1.900 chili e infine sono stati ricuperati altri 200 chili per un totale di 2,1 tonnellate. La droga era in sacchi chiusi con imballaggi resistenti all'acqua e in grado di rimanere a galla. Alcuni involucri sono finiti sugli scogli.
"È sicuramente il primo tentativo di uno sbarco sul litorale molisano di droga da parte di organizzazioni dedite al traffico internazionale di droga. Il carico doveva essere sbarcato proprio in questa zona, anche se era destinato al mercato nazionale", hanno detto dalla Squadriglia navale della Finanza di Termoli. Sulla vicenda la Procura di Larino è impegnata in una inchiesta con intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti. Intanto è al vaglio degli inquirenti la posizione dei due pescatori appartenenti a una imbarcazione locale che, di rientro in porto, ha occultato oltre 4 chili di marijuana nella barca e alcuni panetti in due zaini. I marittimi saranno interrogati dal Gip nelle prossime ore. Intanto le indagini del sostituto procuratore Federico Carrai si allargano ad Albania e Montenegro.