Autoconsumo, Ascomac chiede l’abrogazione dell’art. 24: “È una tassa sull’efficienza energetica”
“Non è giuridicamente corretto - dice Carlo Belvedere, Segretario Generale di Ascomac - equiparare l’energia prodotta, distribuita e prelevata da rete pubblica in concessione all’energia autoprodotta in sito che non “passa per la rete pubblica” ma per una rete energetica privata senza obbligo di connessione di terzi. Le proposte di Ascomac presentate nel corso dell’Audizione al Senato
L’attuale formulazione dell’articolo 24 del D.L. n. 91/2014 (“Disposizioni in materia di esenzione da corrispettivi e oneri del sistema elettrico per reti interne e sistemi efficienti di produzione
e consumo”) rappresenta una nuova tassa sull’efficienza energetica o meglio un incentivo all’inefficienza. Questa la sintesi delle diverse motivazioni che hanno indotto Ascomac Cogena, nel corso dell’Audizione al Senato, a richiedere la abrogazione dell’articolo 24 che impone oneri di sistema sull’energia auto consumata nel provvedimento del Governo Renzi a favore delle imprese per tornare a crescere.
“Viene di fatto cambiato sic e simpliciter il regime di applicazione di corrispettivi e oneri dall’energia prelevata da sistema elettrico nazionale, che trova il suo fondamento sul criterio della concessione della trasmissione e distribuzione dell’energia, (Art. 1 del cosiddetto Decreto Bersani) e quindi sulla fornitura di un servizio di pubblica utilità - all’energia consumata, compresa quella autoprodotta”.
“Non è giuridicamente corretto - dice Carlo Belvedere, Segretario Generale di Ascomac - equiparare l’energia prodotta, distribuita e prelevata da rete pubblica in concessione all’energia autoprodotta in sito che non ‘passa per la rete pubblica’ ma per una rete energetica privata senza obbligo di connessione di terzi. Rete energetica privata che, unitamente al sistema di generazione ad alta efficienza come la Cogenerazione ad alto rendimento e/o impianti FER in sito, rappresenta un concreto ed efficiente investimento economico del Privato in Sostenibilità e cioè Risparmio energetico e Decarbonizzazione a favore del Sistema Italia”.
L’articolo 24 nella sua attuale stesura è in conflitto con diverse norme, a partire dalla Direttiva 2012/27/UE che chiede agli Stati membri di cogliere tutte le potenzialità di risparmio energetico esistenti, adottando un approccio integrato che includa i risparmi nell'approvvigionamento energetico e i settori d'uso finale, ponendo l’accento sul ruolo della cogenerazione ad alto rendimento.
“La stessa Legge “delega fiscale” n. 23/2014 - sottolinea Belvedere - all’articolo 15 prevede tra l’altro, l’orientamento del mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, finanziando modelli di produzione e consumo sostenibili oltre che la revisione della disciplina delle accise sui prodotti energetici e sull’energia elettrica e il finanziamento dei sussidi alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Il pensiero va immediatamente ai SEU, i Sistemi efficienti di utenza, quali soluzioni impiantistiche di eccellenza per la sostenibilità, certamente da migliorare, ma ora soprattutto da sostenere e sviluppare per la competitività delle imprese”.
Altro punto su cui Ascomac ha espresso la propria contrarietà è la cosiddetta Parità di consumo e cioè il mantenimento dell’entità complessiva dei consumi da parte dei SEU entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2014. Il provvedimento si preoccupa non tanto e non solo di garantire la parità di gettito, e quindi una somma che garantisca la gestione del sistema elettrico nazionale, ma lega la misura (non più fissa ma variabile) della nuova tassa sull’efficienza energetica alla necessità di non ridurre l’entità complessiva dei consumi, impedendo da subito, in termini di principio e operativi, investimenti in risparmio energetico come i SEU la cui unica mission è proprio quella di ridurre per l’appunto i consumi energetici, con rilevante impatto a livello ambientale e di indipendenza energetica.
Vai a vedere il Dl 91/2014