No al taglia-bollette - Ascomac: “Una nuova tassa sull’efficienza”
Protesta l’associazione contro la decisione che equipara e fa pagare l’energia autoprodotta e auto consumata, all’energia prelevata dalla rete. Il costo, secondo una stima è di 4-6 euro/MWH
Una nuova tassa sull’efficienza energetica, così Ascomac Cogena definisce il provvedimento Taglia-bollette in una lettera aperta inviata al premier e ai ministri coinvolti.
Nel testo si fa riferimento a due provvedimenti del Governo Renzi in materia di energia: lo schema di Decreto Legislativo recante attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica - Atto Camera n. 90 in attesa del Parere delle Commissioni parlamentari competenti e il D.L. cosiddetto “Misure per la competitività”, con particolare riguardo alle bollette energetiche, corrispettivi tariffari e oneri di sistema. Ascomac dice di non comprendere il motivo per cui all’art.11 del decreto efficienza si affidino all’Autorità “poteri legislativi” sul mercato elettrico che, dicono, esulano dalla competenza di carattere regolatorio attribuita alla Autorità dalla legge istitutiva”; mentre, nel secondo caso – cosiddetto Taglia-bollette – si stabilisce, superando il passaggio parlamentare in corso sul medesimo tema, che dal 2015 corrispettivi tariffari e oneri di sistema si versino sull’energia consumata e quindi anche autoprodotta e/o prelevata dalla rete, anticipando e precedendo la norma dello stesso Governo.
Per Ascomac, dunque, invece di semplificare e stabilizzare nel tempo la normativa, per dare finalmente certezze ai cittadini e agli investitori, la percezione è la “consueta e tradizionale” duplicazione della normativa sulla stessa materia.
Più nel dettaglio il Governo - spiega ancora l’associazione - attribuirebbe, con il nuovo D.L. Competitività, alle RIU (Reti interne di utenza) ed ai SEU (sistemi efficienti di utenza costituiti da impianti di generazione di energia alimentati da FER o in assetto cogenerativo ad alto rendimento - cogenerazione CAR per un solo cliente finale) oneri sull’energia elettrica consumata e non prelevata dalla rete, in misura pari al 10% dei corrispondenti importi unitari dovuti sull’energia prelevata dalla rete qualora i predetti sistemi accedano ad incentivi statali sull’energia prodotta, e, in misura pari al 5%, negli altri casi.
Così l’energia autoprodotta e autoconsumata in sito, per uso proprio da un solo cliente finale, che ha deciso di investire in tecnologia ad alta efficienza per ridursi i costi di approvvigionamento energetico, con l’attribuzione di una serie di tasse a fronte di un servizio di pubblica utilità mai acquistato dallo stesso cliente finale viene equiparata all’energia prelevata dalla rete, per i quali è legittimo versare corrispettivi e oneri a fronte di un servizio di pubblica utilità reso dal distributore in concessione.
La nuova tassa sull’Efficienza energetica - prevede Cogena - e ancor più sugli investimenti in efficienza energetica, stimabile in base a prime simulazioni in € 4/6 per MWh consumato, in funzione delle taglie, penalizzerà gli investimenti del cliente finale efficiente, a partire dall’industria.