Certificati bianchi: Fire scrive al Governo
Dalle aste agli obiettivi di risparmio, ecco le osservazioni della Federazione per l’uso razionale dell’energia dopo la consultazione nazionale sui Tee
La Fire (Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia) ha inviato al ministero dell’Ambiente il documento di osservazioni sui certificati bianchi. Si tratta, spiega la Federazione, della risposta “alla consultazione avente ad oggetto proposte di revisione della normativa nazionale vigente in materia”.
In generale, la Fire apprezza il tentativo di introdurre maggiore flessibilità per rafforzare la presentazione di progetti e, di conseguenza, l’offerta di Tee (Titoli di efficienza energetica). Vista la situazione attuale e la prevedibile difficoltà di raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030, a maggiore ragione con la prevedibile, forte contrazione del contributo delle detrazioni fiscali ai target sull’efficienza energetica contenuti nel ddl bilancio, si suggerisce di essere più audaci nella definizione delle proposte, per conseguire risultati più consistenti.
I cinque punti aperti
Di seguito gli aspetti che la Fire reputa importanti per un vero rilancio del meccanismo dei Tee.
1) L’idea di superare titoli virtuali e cap è senza dubbio positiva, ma gestire un mercato spot in un contesto in cui l’offerta è rigida – non tanto per le caratteristiche del mercato reale, quanto per la mancanza di progetti in grado di produrre certificati bianchi in tempi brevi rispetto alle decisioni di investimento – pone dei dubbi sulla possibilità di agire senza prevedere comunque dei correttivi.
2) Si ritiene necessario reintrodurre delle schede di valutazione semplificata dei risparmi energetici per soluzioni caratterizzate da replicabilità e standardizzazione.
3) Il fatto che non sia presente una definizione degli obiettivi di risparmio energetico annui per il periodo 2025-2028 rende difficile dare un parere completo sul meccanismo di domanda e offerta. Sarebbe stato anche utile conoscere le stime di disponibilità dei Tee sul mercato nei prossimi anni.
4) Non viene riportato alcun riferimento al sistema a base d’asta creato nel 2021. Sul punto si ritiene opportuno chiarire se il meccanismo dei certificati bianchi rilevi o meno per la disciplina del sistema a base d’asta, anche in ragione delle possibili sinergie conseguibili, e, nel caso, definire univocamente il perimetro di applicazione di entrambi meccanismi.
5) Non essendo citato alcun tipo di incentivazione per i generatori di calore alimentati a combustibili fossili (tra cui le caldaie, ibride e non ibride) si ritiene opportuna, anche in coerenza con le direttive europee 2023/1791 (Eed) e 2024/1275 (Epbd), un’integrazione sul punto.