Conferenza nazionale - L’efficienza è la ricetta italiana per l’energia europea
La Sesta Conferenza Nazionale per l’Efficienza Energetica traccia un bilancio critico delle politiche energetico-climatiche italiane ed europee. Gli Amici della Terra chiedono un cambiamento drastico
L’Italia ha sostanzialmente raggiunto, con sei anni di anticipo, gli obiettivi delle politiche energetico-ambientali dell’Unione Europea contro i cambiamenti climatici. In particolare, nel 2014 le emissioni di gas serra in Italia sono diminuite di circa il 19% rispetto al 1990 in relazione ad un obiettivo generale per l’UE del 20% per il 2020; nel 2014 il consumo di energia primaria (utilizzato come indicatore per l’efficienza energetica) segnerà una riduzione di circa il 31% (superiore a quella del 20%, fissata come obiettivo 2020 dalla UE) rispetto ai consumi previsti dallo scenario riferimento indicato dalla UE. È quanto contenuto nel Rapporto annuale degli Amici della Terra presentato alla sesta conferenza nazionale per l’efficienza energetica.
Le contraddizioni del PAN - Il Rapporto sull’Efficienza Energetica ricorda che anche il Piano di Azione Nazionale per le fonti rinnovabili (PAN 2010) è ormai completamente superato sia nella stima dei potenziali delle diverse fonti rinnovabili che nelle previsioni di consumo ancora legate ai trend pre-crisi. La Strategia Energetica Nazionale 2013, all’origine di questi piani, si è rivelata debole e ambigua: riconosceva all’efficienza energetica un ruolo di priorità senza indicare, però, adeguate linee di attuazione; censurava l’eccesso di incentivazione accordato negli anni precedenti alle sole rinnovabili elettriche ma, nella sostanza, ne confermava le premesse innalzando l’obiettivo delle stesse rinnovabili elettriche dal 29% al 38%.
Contraddizioni che si vedono ancora oggi nelle azioni di governo - si legge nel rapporto degli Amici della Terra - da una parte viene varato il decreto “spalma incentivi” per gli impianti fotovoltaici già realizzati, dall’altra si annunciano nuovi decreti con ulteriori risorse da destinare a nuovi impianti, eolici in particolare, o, comunque, sempre e solo di rinnovabili elettriche. Tutto ciò avviene senza alcuna analisi dei risultati in rapporto alle risorse impegnate; senza considerare il danno provocato dagli incentivi fuori misura che hanno innalzato di oltre il 20% il prezzo dell’energia elettrica per famiglie e piccole imprese; senza prendere atto del livello ormai raggiunto dalla produzione delle rinnovabili elettriche; continuando a ignorare il potenziale di sviluppo delle rinnovabili termiche che, secondo la stessa SEN, avrebbero dovuto avere un ruolo primario sia per il 2020 che per il 2030.
La ricetta italiana - Gli Amici della Terra, tuttavia, non hanno rinunciato ad utilizzare la Conferenza in chiave propositiva, a cominciare dalla proposta di adozione di un diverso indicatore rispetto al calo dei consumi, che possa esprimere il miglioramento di efficienza energetica in modo collegato alla crescita della competitività del Paese. La “ricetta italiana”, richiamata nel titolo dell’evento – ha detto Rosa Filippini, presidente degli Amici della Terra, che ha coordinato i lavori della prima sessione della Conferenza - consiste proprio nell’adozione dell’efficienza energetica come perno delle politiche di ripresa economica. Se l’Italia sarà in grado di valorizzare la tradizionale capacità delle proprie imprese di innovare i processi produttivi attraverso tecnologie efficienti, la svolta proposta dagli Amici della Terra può divenire la ricetta da portare in sede comunitaria per la definizione di nuove politiche energetico-ambientali per il 2030”.