La crisi del cemento. “Ripartiamo dalle smart city”
Secondo l’Aitec c’è spazio per investire: il 20% del patrimonio immobiliare italiano è in pessimo stato di conservazione. Il Piano nazionale per l’efficienza energetica attribuisce, da qui al 2016, un potenziale risparmio di energia di circa 60mila GWh l’anno per il solo settore residenziale. Crollano del 20% i consumi di cemento nel primo semestre dell’anno
Oltre il 20% del nostro patrimonio immobiliare italiano è in pessimo o mediocre stato di conservazione. Ed è spesso privo delle necessarie prescrizioni antisismiche. Inoltre, per circa due terzi è stato costruito prima degli attuali standard di efficienza energetica. Per questo, “sfruttare le potenzialità dei prodotti a base cementizia orientate a realizzare edifici e infrastrutture sempre più sostenibili e con basso impatto ambientale, è quanto suggerito anche dal Piano nazionale per l’efficienza energetica, che attribuisce al settore residenziale un alto valore, quasi doppio rispetto all’industria tout court e ai trasporti”. È quanto emerso a Roma alla recente assemblea annuale dell’Aitec, l’Associazione italiana tecnico economica del cemento.
“La ripartenza del nostro paese può avvenire solo dal mondo delle costruzioni – ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. – Abbiamo bisogno – ha sottolineato – di nuove infrastrutture e di migliorare quelle già esistenti”. Rilancio delle infrastrutture, dunque, ma anche riqualificazione edilizia, città intelligenti ed efficienza energetica: a quest’ultimo punto, il Piano nazionale attribuisce, da qui al 2016, un potenziale risparmio di energia di circa 60mila GWh l’anno per il solo settore residenziale, mentre per l’industria
e i trasporti la previsione è di 20mila GWh l’anno.
E le città del futuro, fatte di edilizia e infrastrutture sostenibili, crescono. In Cina, per esempio, dove l’architetto torinese Pier Paolo Maggiora ha vinto due grandi progetti di urbanistica e ottenuto l’incarico per la realizzazione della “prima città del terzo millennio”, funzionale, innovativa ed eco sostenibile. “Se il made in Italy è sempre richiesto, anche da molto lontano, è perché la qualità italiana viene riconosciuta e valorizzata – ha sostenuto Maggiora all’assemblea Aitec. – In Cina sono state le situazioni più drammatiche ad aprirsi per interventi di alta innovazione e ora anche in Italia, da nord a sud, questo settore può aprire nuovi mercati e nuove reti”.
Intanto si fanno però i conti con la congiuntura. Che – sono dati contenuti nel nuovo rapporto Aitec – fotografa un calo, negli ultimi cinque anni, del 40% degli investimenti in nuova edilizia residenziale e di oltre il 37% di quelli in opere pubbliche. A picco, di conseguenza, la produzione del cemento: “Dal 2006 – ha spiegato Alvise Zillo, il Presidente di Aitec – i volumi si sono ridotti del 40%, ma nel solo primo semestre di quest’anno, i consumi di cemento sono crollati di oltre il 20%, superando le previsioni più negative”.