Direttiva case green: via libera del Parlamento Ue, ecco cosa prevede
La Energy Performance Building Directive (Epbd) prevede che dal 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E; viene inoltre istituito l'obbligo di fotovoltaico nell'edilizia pubblica
Via libera dal Parlamento europeo che ha votato il testo della direttiva sui nuovi edifici a emissioni zero dal 2028: si tratta del progetto che ora sarà al centro del negoziato con il Consiglio. La direttiva mira a ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio entro il 2030 e a renderlo climaticamente neutro entro il 2050. La posizione negoziale europarlamentare è stata adottata con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni.
Cosa prevede
Nella Energy Performance Building Directive (Epbd) gli immobili residenziali sono divisi in vecchi e nuovi. Entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili dovranno rientrare nella classe energetica E. Dal 2033 sarà obbligatorio passare alla classe D. Questo richiede un taglio dei consumi energetici di circa il 25%. Per arrivare alle emissioni zero al 2050 gli interventi necessari sono: cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Quelli nuovi invece dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Per quelli di proprietà o gestione pubblica la scadenza è fissata al 2026.
Solare, caldaie ed eccezioni
I pannelli solari saranno obbligatori in tutti gli edifici pubblici e non residenziali a partire dal recepimento della direttiva; i bonus edilizi saranno vietati dal 2024 per le caldaie individuali con combustibili fossili; dopo il 2035 arriverà lo stop al riscaldamento degli edifici con combustibili fossili. Fanno eccezione gli edifici storici, i luoghi di culto, le case popolari, gli immobili autonomi sotto i 50 metri quadri, le seconde case. Ma anche i fabbricati temporanei con un tempo di utilizzo inferiore ai due anni, siti industriali, officine ed edifici agricoli. Ogni paese può esentare fino al 22% del totale degli immobili. Le sanzioni dovrà deciderle ogni singolo governo.
Gli obblighi e le classi energetiche
La direttiva prevede tre strade per l’incremento delle prestazioni. Quando l’edificio viene venduto, quando è sottoposto a ristrutturazione complessiva, oppure quando viene firmato un nuovo contratto di affitto. È caduto il divieto di vendita e affitto di immobili non conformi. "I Paesi Ue stabiliranno le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione", dice il testo. Per prendere in considerazione le differenti situazioni di partenza tra i Ventisette, nella classificazione di efficienza energetica – che va dalla lettera A alla G – la classe G dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro. Su questi immobili sarà necessario intervenire prima rispetto agli altri.
I sostegni
Anche la struttura di sostegno finanziario per i lavori è ancora tutta da definire. E potrebbe anche "includere la creazione di un Energy performance renovation fund", mettendo così al centro ancora una volta i fondi europei. Quello dei sostegni finanziari è uno degli elementi che, secondo diverse parti, dovranno trovare una maggiore definizione durante le prossime fasi di discussione del testo. Infine, secondo l’Ance, in Italia sono 1,8 milioni gli edifici meno efficienti del parco nazionale. Ovvero quelli per i quali l’intervento sarà prioritario. Si calcola un costo medio di circa 10 mila euro di interventi a famiglia.