Efficienza, le imprese sono attente ai costi dell’energia, ma non abbastanza
Le imprese rivelano una scarsa consapevolezza dei benefici che derivano da un utilizzo più adeguato degli strumenti a disposizione. Solo il 26% di esse ha in programma di adottare un sistema di gestione dell'energia. È quanto emerge da un incontro di Key Energy
L'efficienza energetica deve essere al primo posto dell'agenda per lo sviluppo sostenibile di questo Paese. È il messaggio lanciato in occasione della prima giornata dell'efficienza energetica in ambito industriale che si è celebrato a Key Energy, la fiera internazionale delle energie sostenibili che è chiusa a Rimini Fiera. È proprio dal settore industriale che si attendono i maggiori risultati, con un'attesa di efficientamento del 50%. Bene anche il risparmio conseguito dal residenziale (-67%), mentre sono ancora limitati i risultati attesi per trasporti (-25%) e terziario (-8% di consumi).
In effetti, il tema della riduzione dei costi dell'energia dovrebbe essere molto sentito dagli imprenditori, che vedono nel taglio delle spese l'opportunità di accrescere la propria competitività sui mercati internazionali. Nonostante ciò, le imprese rivelano tuttavia una scarsa consapevolezza dei benefici che derivano, per esempio, da un'attenta analisi di consumi e da un utilizzo più adeguato degli strumenti a disposizione. Dario di Santo, direttore di Fire, la federazione che si occupa dell'uso razionale dell'energia, ha segnalato infatti che da un'indagine svolta sul sistema produttivo italiano è emerso che solo il 26% delle imprese ha in programma di adottare un sistema di gestione dell'energia. Ad oggi risulta che solo 135 stabilimenti produttivi adottano la certificazione Iso 50001 contro i 2.044 presenti in Germania.
Ma non sono solo le questioni tecniche ad essere sollevate, ma anche quelle finanziarie. “Le ultime modifiche ai Tee, i titoli di efficienza energetica, hanno dato maggiori possibilità per il settore industriale ma rimane la questione dei finanziamenti - ha ricordato Gian Battista Zorzoli del Coordinamento Free - per questo motivo è necessario un intervento in sede politica per riuscire ad accedere a strumenti più adeguati, come ad esempio un fondo di garanzia messo a disposizione delle imprese dalla Cassa Depositi e Prestiti”.
Il coordinamento, ha annunciato Zorzoli, presenterà entro novembre una proposta precisa al Ministero dell'Economia.