Energy Efficiency Report, il mercato dell’efficienza è diviso in tre tipologie di operatori
È quanto emerge dalla quinta edizione del report realizzato dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. L’approccio è “market driven”, ovvero segue le indicazioni del mercato, andando a raggruppare gli operatori italiani dell’efficienza energetica in funzione del grado di copertura delle attività tipiche di un intervento di razionalizzazione consumi
Il mercato dell’efficienza energetica in Italia è composto da tre diverse tipologie di operatori: quelli “non specializzati” - che costituiscono il grosso di quelli che effettuano gli interventi - e che lavorano prevalentemente nel residenziale (termoidraulici e muratori); quelli che possono realizzare alcune o tutte le attività di intervento di efficienza energetica senza disporre di capacità produttiva sulle soluzioni tecnologiche adottate; e la parte minoritaria di player specialisti in materia di efficienza energetica ma che dispone di capacità produttiva. È quanto emerge dalla quinta edizione dell’Energy Efficiency Report, realizzata dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano.
Configurazioni di filiera - L’analisi della filiera italiana dell’efficienza energetica ha l’obiettivo di fare chiarezza sulle fasi e sulle tipologie di operatori che caratterizzano gli interventi di efficienza energetica sul panorama nazionale. Questo studio ha permesso di identificare tre configurazioni “tipiche” di filiera, determinate in funzione degli operatori coinvolti e dei ruoli che essi assumono all’interno delle varie fasi di realizzazione di un progetto volto a razionalizzare i consumi energetici.
La prima configurazione, che contraddistingue particolarmente il mercato residenziale e per cui transitano ogni anno circa 2.700 milioni di € in interventi, è caratterizzata dalla presenza di operatori non specializzati in materia di efficienza energetica, che spesso afferiscono ad altri comparti industriali (ad esempio termo-idraulico o delle costruzioni). La seconda configurazione, che contraddistingue sia il mercato terziario (sia pubblico che privato) che quello industriale e per cui transitano ogni anno circa 1.700 milioni di €, è caratterizzata dalla presenza di player specialisti in materia di efficienza energetica, per cui è stato coniato il termine di Energy Efficiency Service Provider (EESP).
Infine, la terza configurazione, tipica del mercato industriale e per cui transitano ogni anno circa 850 milioni di € di interventi, è caratterizzata anch’essa da dalla presenza di player specialisti in materia di efficienza energetica ma che a differenza degli EESP dispongono di capacità produttiva sulle soluzioni per l’efficienza energetica. Per questi soggetti è stato coniato il termine di Original Equipment and Energy Efficiency Manufacturers (OEEEM).
Classificazione degli operatori - Focalizzando l’attenzione sulla fase di realizzazione degli interventi di efficienza energetica, è stata condotta un’analisi sui modelli di business dei soggetti “chiave”, coinvolgendo 320 imprese operanti sul mercato italiano dell’efficienza energetica (300 EESP e 20 OEEM). Tale indagine ha portato innanzitutto alla classificazione dei vari soggetti in due classi in base al livello di integrazione sulle attività caratteristiche degli interventi di efficienza energetica (Audit energetico e studi di fattibilità, Progettazione, Installazione, Monitoraggio e manutenzione e Gestione degli incentivi), ovvero le attività di cui l’impresa si assume la responsabilità dei risultati, siano essi raggiunti da risorse “proprie” o “esterne”.
Approccio market driven - Il Polimi non ha seguito la “tradizionale” classificazione degli operatori, ma ha preferito adottare un approccio di clusterizzazione “market driven”, ovvero che emerge dal mercato, andando a raggruppare gli operatori italiani dell’efficienza energetica in funzione del grado di copertura delle attività tipiche di un intervento di razionalizzazione dei consumi. Tale approccio ha permesso di fornire un quadro reale del mercato italiano dell’efficienza energetica, facendo emergere aspetti molto interessanti.
Imprese specializzate - In particolare, il 56% del campione risulta essere formato da imprese “specializzate”, ovvero che presentano un’integrazione sulle attività “a monte” del processo di realizzazione di un intervento di efficienza energetica, prediligendo le attività di audit energetico e studi di fattibilità e di Progettazione, che nella quasi totalità dei casi vengono realizzate da risorse interne all’impresa. Fra questi, gli operatori che si integrano sull’attività di installazione, nella quasi totalità dei casi ne assumono la responsabilità, demandando tuttavia all’esterno l’attività operativa a soggetti esterni. Non mancano operatori (il 20% del totale) che si occupano essenzialmente della gestione degli incentivi, dando la possibilità ai propri clienti di ottenere le sovvenzioni statati (ad esempio Titoli di Efficienza Energetica).
Imprese integrate - Il restante 46% del campione è formato da imprese “integrate”, che tendono ad assumersi la responsabilità di tutte le attività caratteristiche degli interventi di efficienza energetica, demandando tuttavia l’operatività dell’attività di installazione a soggetti terzi. Come per gli operatori “specializzati”, quelli che si integrano sull’attività di installazione, nella quasi totalità dei casi ne assumono la responsabilità, demandando tuttavia all’esterno l’attività operativa a soggetti esterni. Non mancano operatori (il 15% del totale) che lasciano al cliente finale la responsabilità sul monitoraggio e sulla manutenzione.
ESCo - Dall’analisi delle imprese “specializzate” emerge che queste siano per la maggior parte ESCo, avendo come core business l’efficienza energetica, ma la presenza di imprese di Facility and plants management è indubbiamente interessante. Questi soggetti offrono servizi di efficienza energetica per ampliare la propria offerta ed ottenere un miglior rendimento degli impianti che gestiscono ed incrementare così la loro marginalità. Gli operatori “specializzati” offrono i propri servizi di efficienza energetica prevalentemente ai mercati terziario ed industriale, prediligendo interventi di media “taglia” e li erogano senza nessuna preferenza sulla forma contrattuale.
Dall’analisi delle imprese “integrate” risulta come queste siano sostanzialmente ESCo, avendo come core business l’efficienza energetica, ma la presenza di imprese di Facility and plants management e di Original Equipment and Energy Efficiency Manufacturers (OEEEM) è indubbiamente interessante. Questi soggetti offrono i propri servizi di efficienza energetica prevalentemente al mercato industriale, non tuttavia tralasciando il segmento del terziario, e li erogano attraverso contratti basati sulla garanzia del risparmio, che, in alcuni casi, assumono requisiti da Energy Performance Contracts.
Modello di Business. La focalizzazione sulle Energy Services Companies (ESCo) italiane ha l’obiettivo di definire ed analizzare gli elementi che caratterizzano i modelli di business adottati. A tale scopo, il modello di business delle ESCo operanti in Italia è stato declinato in 6 elementi: (i)Tipologia di contratti, ossia la tipologia di contratto che le ESCo principalmente offrono; (ii)Attività, ossia le attività caratteristiche degli interventi di efficienza energetica su cui le ESCo sono integrate; (iii) Tipologia di interventi di efficienza energetica realizzati, ossia le tipologie di soluzioni di efficienza energetica che le ESCo utilizzano negli interventi presso il cliente finale; (iv) Canali commerciali, ossia tipologia di canali perseguiti dalle ESCo al fine di rendere “visibile” la propria offerta sul mercato; (v) Risorse interne, ossia le tipologie di competenze che le ESCo sviluppano al proprio interno; (vi) Partner, ossia le tipologie di soggetti con cui la ESCo instaura una “relazione”.
L’indagine, che ha coinvolto 82 ESCo di cui l’89% certificate UNI CEI 11352 e la restante parte in fase di certificazione, ha mostrato come le imprese si possano clusterizzare secondo 3 archetipi di modelli di business, in funzione la tipologia di cliente a cui l’impresa principalmente offre i propri servizi (industrial, terziario e residenziale).
In primo luogo, le ESCo “industriali”, ovvero quegli operatori che realizzano principalmente interventi di efficienza energetica su processi produttivi ed edifici industriali, rappresentano il 25% del campione analizzato. Esse risultano essere totalmente integrate, instaurano partnership con i fornitori delle soluzioni tecnologiche di efficienza energetica al fine di perseguire differenziali di qualità, investono in tipologie di risorse molto eterogenee fra loro.
In secondo luogo, le ESCo “building”, ovvero quegli operatori che realizzano principalmente interventi di efficienza energetica su edifici del terziario (sia pubblico che privato) e del residenziale, rappresentano il 22% del campione analizzato. Esse risultano essere maggiormente integrate sulle prime attività caratteristiche dei progetti di efficienza energetica (audit, progettazione e installazione), instaurano partnership con i fornitori delle soluzioni ma al fine di perseguire differenziali di costo, investono essenzialmente in competenze tecniche e economico/manageriali.
Infine, le ESCo “full scope”, ovvero quegli operatori che realizzano principalmente interventi di efficienza energetica sia su processi produttivi che su edifici industriali, del terziario e del residenziale, rappresentano il 53% del campione analizzato. Esse risultano essere integrate su tutte le attività caratteristiche dei progetti di efficienza energetica (audit, progettazione e installazione) e instaurano numerose tipologie di partnership: con i fornitori delle soluzioni, al fine di perseguire differenziali di costo, con università al fine di poter offrire soluzioni innovative ai propri clienti e con istituti di finanziamento, al fine di reperire agevolmente le risorse finanziarie.