Italia efficiente. In 20 anni il fabbisogno di energia è sceso di oltre il 23%
Il dato, per unità di Pil, è positivo in termini di efficienza energetica e decarbonizzazione. Bene agricoltura e industria, ma alcuni settori sono in ritardo, con emissioni superiori alla media Ue e agli stessi dati italiani del passato
Nel nostro Paese il fabbisogno di energia per unità di Pil si è ridotto del 23,4% dal 2005. Ma alcuni settori sono in ritardo nella corsa all’efficienza, avendo emissioni superiori alla media europea e agli stessi dati italiani del passato. Sono questi tra i principali focus del rapporto Ispra “Efficiency and decarbonization indicators in Italy and in the biggest European countries”, edizione 2024. Nel complesso, spiegano all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’efficienza energetica e la progressiva decarbonizzazione dell’economia nazionale sono in crescita, se guardiamo l’intervallo di tempo che va dal 2005 al 2022. In particolare, le emissioni di gas serra per unità di Pil si sono ridotte del 32%, complici anche le crisi del 2008, del Covid e dell’Ucraina che hanno ridotto i consumi. Analogamente, diminuiscono dal 2005 le emissioni di gas serra per unità di energia consumata in tutti i principali settori produttivi: -7,8% per l’agricoltura, -10,4% per l’industria e -22,6% per i servizi.
Rinnovabili: secondi solo alla Svezia per consumi
Sul fronte delle fonti rinnovabili l’Italia è seconda solo alla Svezia tra i principali Paesi Europei, in termini di quota di consumo interno lordo di energia green. La quota nazionale di energia rinnovabile rispetto al consumo interno lordo è pari al 19% nel 2022, mentre la media europea è del 18,4%. D’altra parte, l’obiettivo delle fonti rinnovabili, calcolato sul consumo finale, vede l’Italia al 19,1% rispetto alla media europea del 23%.
Residenziale e trasporti inseguono
Il confronto tra gli indicatori nazionali e quelli dei principali Paesi mostra che il sistema energetico italiano ha un’elevata efficienza energetica ed economica: l’intensità energetica, espressa in termini di consumo interno lordo di energia per unità di Pil, è tra le più basse nei principali Paesi europei: 83,5 tonnellate equivalenti petrolio (tep) contro 98,3 tep dei 27 Paesi Ue (dati 2022). Le emissioni di gas serra nazionali per unità di consumo interno lordo di energia sono più elevate della media europea (2,79 tonnellate di CO2 equivalente per tep), contro 2,49 dei partner, grazie all’apporto di una non trascurabile quota di energia di origine nucleare ancora presente in Europa. Nel periodo 1995-2022, alla crescita dell’economia è corrisposta una diminuzione delle emissioni. A giocare un ruolo fondamentale la sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio, avvenuta principalmente nel settore della produzione di energia elettrica e nell’industria, unita all’incremento della quota da fonti rinnovabili. Fondamentale è stata anche la crescente elettrificazione dei consumi finali nell’industria, tra i più elevati in Europa. Infine, gli indicatori di decarbonizzazione e di intensità energetica per settore mostrano come l’industria e l’agricoltura made in Italy costituiscano un’eccellenza in Europa, mentre settori come il residenziale e i trasporti segnano margini di miglioramento rispetto alle prestazioni registrate dai principali partner europei.
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