Potature come sottoprodotti. Fiper e Aiel lanciano la proposta di un vademecum
Durante un convegno organizzato dalle due associazioni a Progetto Fuoco si è parlato di aprire un tavolo tecnico con il ministero dell’Ambiente
Attivare un tavolo di lavoro per la stesura di un vademecum rivolto a enti locali e operatori sulla valorizzazione del fuori foresta come sottoprodotti. È quanto emerso in un convegno organizzato da Aiel e Fiper a Progetto Fuoco nel quale si è discusso del riconoscimento dei residui derivanti dalle potature e la disciplina dei sottoprodotti.
Che cosa è stato detto
Annalisa Paniz, direttrice generale di Aiel, intervenendo al convegno ha messo l’accento sul fatto che il cosiddetto “fuori foresta”, il materiale raccolto fuori dalla gestione forestale, può davvero rappresentare un’opportunità significativa di economia circolare anche nella gestione del verde urbano, che risente ancora di un’interpretazione non sempre lineare, di visioni in contrapposizione tra la gestione nel regime rifiuti o la disciplina dei sottoprodotti validi per la valorizzazione energetica. Sulle specifiche normative che permettono di valorizzare il fuori foresta, chiari e dettagliati sono stati gli interventi di Diego Rossi e Matteo Favero di Aiel e dell’avvocata Rosa Bertuzzi i quali, riprendendo i requisiti previsti dall’art.184 bis del Tua (testo unico ambientale), hanno spiegato che nel Tua e in diverse sentenze recenti si ritrovano i riferimenti utili per dare vita a questo cambio di prospettiva.
I costi e l’importanza del fuori foresta
La segretaria generale di Fiper Vanessa Gallo ha evidenziato gli aspetti economici del fuori foresta: per un’amministrazione comunale significa risparmiare 60 euro a tonnellata, come costo evitato di smaltimento; in aggregato per il sistema Italia il risparmio ammonta a circa 150-180 milioni di euro. Da aggiungere poi il valore del ritorno economico dato dalla vendita del residuo legnoso che si aggira sino a 15 euro la tonnellata, corrispondente in aggregato a circa 45 milioni di euro, dato che comprende tutti i vari approvvigionamenti, non le sole potature.
“Il fuori foresta rappresenta una mole importante e quasi del tutto ignorata di risorse, che possono aiutare il nostro paese a progredire sulla strada della transizione energetica”, commenta il presidente di Fiper Walter Righini. “Con la valorizzazione di questi materiali potremmo fare un passo avanti nella creazione fattiva dell’economia circolare anche nella gestione del verde delle nostre città. C’è un patrimonio ecologico ed economico che scartiamo come rifiuto e che invece ha già tutte le carte in regola per diventare una risorsa. Non sprechiamo quest’occasione. Facciamo appello al ministero dell’Ambiente affinché acceleri la creazione del tavolo di lavoro”.