Prestazione energetica degli edifici, primo via libera del Parlamento europeo alla Direttiva
La Relazione ITRE della Commissione Industria del Parlamento europeo sulle case green è stata approvata con un emendamento che inserisce nel testo la possibilità per i paesi di valutare una serie di fattori aggiuntivi
È arrivato il primo via libera dalla Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo alla proposta di revisione della direttiva Energy performance of building directive (Epbd) che tanto sta facendo discutere. La Relazione ITRE della Commissione Industria del Parlamento europeo sulle case green è stata approvata con 49 voti a favore, 18 contrari e 6 astenuti. Come previsto, sono stati approvati tutti gli emendamenti di compromesso. Gli eurodeputati italiani dei tre partiti della maggioranza hanno votato contro. Via libera dunque alla proposta di revisione della direttiva sulle performance energetiche degli edifici.
Cosa prevede e l’emendamento
La direttiva Ue sulle case green prevede un graduale miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili. In particolare, prevede una classe energetica obbligatoria minima per gli edifici residenziali pari alla E nel 2030 e alla D nel 2033. Secondo le stime Enea, 11 milioni di abitazioni (il 74%) sarebbero in classe energetica inferiore alla D. Nei giorni scorsi i gruppi politici dei Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra hanno raggiunto in Parlamento un compromesso, inserendo nel testo la possibilità per i Paesi membri di valutare diversi fattori aggiuntivi quali i prezzi delle materie prime troppo elevati, l’impossibilità tecnica di realizzare gli interventi e la scarsa disponibilità di manodopera qualificata. Tali eccezioni potranno essere applicate fino a un massimo del 22% degli immobili (in Italia, sono 2,6 milioni di fabbricati residenziali) e non potranno andare oltre la scadenza del 1° gennaio del 2037.
Cosa succede ora
L’iter legislativo ora proseguirà a marzo con l’esame in Plenaria e successivamente il negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio. Il percorso sarà ancora lungo e il testo della direttiva Epbd potrà subire modifiche rispetto a quelle già registrate prima di diventare definitivo.