Riscaldamento. Avviato tavolo di lavoro per analisi delle potenzialità del geotermico negli edifici
Il tavolo su potenzialità e contributi della geotermia a media (in applicazione diretta) e bassa entalpia (abbinata a pompe di calore ad alta temperatura) coinvolge Gse, Arse e Giga
È stata avviato, su proposta del Coordinamento Free delle energie rinnovabili e del suo responsabile geotermia Fabio Roggiolani, un tavolo di lavoro tra GSE (Gestore dei Servizi Energetici), ARSE (Associazione Riscaldamento Senza Emissioni) e GIGA (Gruppo Informale Geotermia e Ambiente) per analizzare potenzialità e contributi della geotermia a media (in applicazione diretta) e bassa entalpia (abbinata a pompe di calore ad alta temperatura) nell'indirizzare una trasformazione verde del riscaldamento degli edifici, attraverso l’uso delle fonti rinnovabili termiche non emissive.
Oggi a livello europeo il riscaldamento degli edifici contribuisce per il 40% dei consumi totali di energia e per il 36% delle emissioni in atmosfera. Nelle principali aree urbane del nostro paese è ormai il principale contributore alle emissioni in atmosfera in termini di polveri sottili, CO e CO2. L’applicazione della geotermia, abbinata a pompe di calore ad alta temperatura, grazie all’applicazione all’edificato esistente, senza necessità di interventi invasivi sui sistemi di distribuzione, potrebbe consentire di conseguire importanti benefici in termini di riduzione della bolletta energetica, riduzione delle emissioni in atmosfera nelle aree urbane, con benefici per la salute delle persone e ambientali, ed offrire – grazie all’elettrificazione dei consumi termici – un contributo all’equilibrio del sistema elettrico.
L’incontro programmato da tempo ha avuto luogo da remoto, ma sotto i migliori auspici grazie alla recente approvazione parlamentare della sburocratizzazione per la realizzazione degli impianti a ciclo aperto per le piccole utilizzazioni geotermiche, una misura sostenuta con forza dal coordinamento Free e dal suo presidente Gb Zorzoli. Nell’incontro sono stati discussi alcuni aspetti delle nuove tecnologie che, secondo le valutazioni di ARSE, potrebbero rendere possibile un'applicazione massiccia in oltre un milione di immobili della geotermia, sia a ciclo aperto con pozzi, sia con geosonde. Inoltre, la moltiplicata efficienza energetica di questa modalità ben si integrerebbe anche con le esigenze in crescita di condizionamento estivo. È stata inoltre valutata un'ipotesi di collaborazione per approfondire l’utilizzo della rete idrica come sostitutivo alla creazione di pozzi o geosonde nelle aree urbane dove tali interventi non sono possibili e che maggiormente hanno bisogno di una modalità di gestione del riscaldamento a pompe di calore ad emissione puntuale zero.
Tra i temi discussi anche la proposta di sviluppo dei teleriscaldamenti “freddi” e riflessioni sui certificati bianchi (TEE), sia per valutare ipotesi per la loro semplificazione applicativa a progetto e non solo a consuntivo, sia per ampliarne l’applicazione alle frigorie, e non solo alle calorie, rendendo possibile così la penetrazione delle pompe di calore anche alle aree meridionali del paese. È stato altresì discusso il tema del possibile sviluppo della geotermia a bassa e media temperatura per le piccole utilizzazioni locali possibili in aree come i Campi Flegrei e l’alto Lazio, dove tale risorsa è superficiale o comunque reperibile a poche decine di metri di profondità. Le associazioni si sono impegnate a fornire al GSE una serie di dati e indicatori tecnici ed economici relativi istallazioni geotermiche a bassa e media entalpia, al fine di contribuire alle analisi in corso del GSE sulle potenzialità di sviluppo delle varie tecnologie per il riscaldamento efficiente.
All’incontro per il coordinamento Free hanno partecipato i professori Giuliano Gabbani e Giuseppe De Natale, Moreno Fattor di Egeo e Ennio Galazzini di Geotermia srl, nonché Riccardo Bani di ARSE e Roggiolani. Nel clima di fattiva collaborazione che ha contraddistinto la riunione sono stati sottoscritti molti impegni di collaborazione, il che fa ben sperare per un’applicazione massiccia e diffusa della tecnologia geotermica a bassa entalpia nell’ecobonus 110.