Smart Building: pochi in Italia sono informati sull’importanza degli edifici intelligenti
Una ricerca di The European House – Ambrosetti rivela che il 64,1% degli italiani dispone di informazioni scarse, generiche o nulle riguardo al concetto di Edifico Intelligente
La conversione e il rinnovamento degli edifici in ottica smart consentirebbe di abilitare una riduzione del 20-24% dei consumi energetici e del 4-5% di quelli idrici ma c’è ancora scarsa conoscenza in Italia del concetto di Smart Building. Lo evidenzia una ricerca realizzata per iniziativa di The European House – Ambrosetti finalizzata a comprendere la consapevolezza e la sensibilità dei cittadini in merito al tema della trasformazione smart degli edifici. Dallo studio emerge che il 64,1% degli italiani ritiene di avere informazioni scarse, generiche o nulle riguardo al concetto di smart building. Oltre un quarto dei cittadini ha la percezione di costi elevati delle tecnologie e degli interventi (26,9%) e lamenta difficoltà di accesso agli incentivi (20,3%). Una situazione che evidenzia la necessità per Istituzioni e aziende di favorire una maggiore consapevolezza sul tema per sostenere così la transizione ecologica del Paese.
Ignoranza diffusa sul tema
Il patrimonio edilizio italiano è obsoleto, con buona parte degli edifici che risultano scarsamente ottimizzati sia in termini di efficienza energetica, sia per l’utilizzo di tecnologie smart. In Italia, l’81,4% degli edifici è stato costruito prima del 1990. Tuttavia, è evidente la diffusa ignoranza informativa sul tema: solo il 6,8% dei soggetti coinvolti ne è a conoscenza. La situazione è ancora meno rosea quando si parla di smart building, con il 64,1% degli italiani che dichiara di disporre di informazioni scarse, generiche o nulle riguardo al concetto di Edifico Intelligente. L’ignoranza informativa in questo ambito è quindi particolarmente elevata, ribadendo l’importanza di portare la trasformazione in chiave smart degli edifici al centro del dialogo sulla transizione ecologica tra Istituzioni, aziende e cittadini.
Smart Building uguale a efficienza energetica
Nella percezione comune, i benefici della riconversione smart sono limitati principalmente al contesto dell’efficientamento energetico, mentre non vengono percepiti con altrettanta importanza altri servizi connessi, quali il miglioramento della qualità della vita o i possibili incrementi degli investimenti nel settore residenziale. I benefici più evidenti per i cittadini, infatti, riguardano il risparmio di energia negli edifici (30,2%) e la riduzione delle emissioni di CO2 (26,4%). Questa visione “parziale” del concetto si riflette anche nella percezione riguardo i principali settori legati alla filiera degli smart building che, in Italia, coinvolge 35 settori e 180 sotto-settori industriali, con un totale di 350 mila aziende attive e 626 mila occupati. Ciononostante, tra i settori maggiormente riconosciuti dagli intervistati figurano soprattutto quelli dell’impiantistica, dell’energia e dell’automazione, ma mancano settori chiave come quello dei servizi, della progettazione e del design. La scarsa conoscenza del tema si riflette quindi anche in una limitata visione dell’intero sistema della filiera dell’Edificio Intelligente.
I principali ostacoli percepiti
Per quanto riguarda i principali ostacoli che limitano la riconversione del patrimonio edilizio italiano e la diffusione di edifici intelligenti, gli intervistati lamentano i costi elevati delle tecnologie e degli interventi (26,9%), la difficoltà di accesso agli incentivi (20,3%) e la complessità e lunghezza degli iter autorizzativi e dei tempi di realizzazione (17,8%). Le risposte restituiscono quindi un quadro chiaro dei principali timori quando si affrontano interventi di riconversione sul proprio immobile. Timori che si confermano simili anche quando si circoscrive il dato agli operatori della Pubblica Amministrazione.
La survey è stata somministrata tramite interviste web durante il mese di dicembre 2023 ad un campione di 1.000 cittadini italiani. Il campione è stato selezionato in modo da risultare rappresentativo dell’universo nazionale di riferimento, segmentando gli intervistati per genere, fascia di età, area geografica di residenza, grandezza del comune di residenza, tipologia di abitazione, settore di attività e ruolo e livello di istruzione.