Il sottosegretario Vicari avrà la delega sulle smart city
La delega, attribuita una decina di giorni fa, attende solo la ratifica ufficiale. Il decreto è infatti alla registrazione della Corte dei conti
Sarà il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari a seguire in prima persona il tema delle smart city. La delega, attribuita una decina di giorni fa, attende solo la ratifica ufficiale. Il decreto è infatti alla registrazione della Corte dei conti. “Per la prima volta questo governo - ha detto Vicari, intervenendo a un convegno - ha individuato un soggetto politico con delega specifica per le città intelligenti. È un segnale importante che il ministro Guidi ha voluto dare sul piano politico per rimarcare la valenza che può avere per il nostro paese questa innovazione dei modelli di governo del territorio. A livello amministrativo non c'è ancora una direzione specifica, dal canto mio assicuro il massimo impegno e un approccio pragmatico”.
Per il sottosegretario Vicari la priorità è un'ampia campagna informativa a livello nazionale e in tempi brevi sulle smart city “che porti esempi concreti ai cittadini sui benefici che derivano dalle città intelligenti”.
I dati dell'Unione europea - ha sottolineato l'esponente dell'esecutivo - parlano di una popolazione che per il 70% vive nelle città dove si consuma la gran parte dell'energia disponibile e dove si ha la più alta concentrazione di emissioni di gas. Allora occorre guardare alle città in modo nuovo. “Il concetto di smart - deve avere come finalità l'umanizzazione della nostra società, rendendo più semplice la vita dei cittadini. Potremmo parlare di “human smart city”. Un sistema che funzioni in modo efficiente e che si fondi sulla collaborazione tra tutti i soggetti che vivono il territorio: pubblica amministrazione, cittadini, imprese.
In Italia - ha concluso Vicari che ha alle spalle un'esperienza decennale da sindaco - i progetti sono frammentati ed è mancato finora un coordinamento, la collaborazione pubblico e privato è scarsa, come scarsa è l'interoperabilità dei dati, mancano criteri di monitoraggio sui progetti per le smart city, manca una banca dati. Ecco allora dove si deve intervenire, definendo però prima di tutto una strategia nazionale”.