Lo studio. Ecco perché il teleriscaldamento è sottoutilizzato in Europa
Nel 2021 solo l’11% della domanda di riscaldamento delle famiglie era coperta dal cosiddetto district heating. Che, secondo l’analisi di Compass Lexecon per Wärtsilä, è “la chiave per un’energia decarbonizzata, flessibile e conveniente”. I dati
Il teleriscaldamento è una soluzione multi-tecnologica attualmente sottoutilizzata per consentire all’Europa di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione a breve termine e in modo conveniente: lo evidenzia un nuovo studio pubblicato dal gruppo tecnologico Wärtsilä. Nel 2021, spiega l’analisi, il teleriscaldamento ha fornito solo l’11% della domanda di riscaldamento delle famiglie europee. Lo studio, condotto dalla società di consulenza economica Compass Lexecon, dimostra che l’ammodernamento di questo settore potrebbe ridurre le emissioni di carbonio dell’Ue e aumentare l’uso di energia rinnovabile in modo significativo, abbandonando i sistemi poco flessibili alimentati a carbone.
450 milioni di tonnellate di CO2
I risultati evidenziano anche il potenziale dell’integrazione dei sistemi di teleriscaldamento e di energia elettrica (nota come accoppiamento settoriale) per decarbonizzare sia il calore che l’elettricità, ottenendo al contempo dei risparmi. Nel 2022, la generazione di energia elettrica e di calore da carbone non flessibile è stata responsabile di quasi 450 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 (circa il 60% delle emissioni del settore).
Lo studio identifica e analizza i flussi di reddito per la generazione combinata di calore ed elettricità che utilizzano il gas ed esamina il quadro normativo europeo con le tendenze future che influenzeranno questi flussi di reddito. Include anche casi di studio specifici per ogni Paese, con approfondimenti sui contesti normativi e di mercato nazionali.
Modello Polonia: possibili risparmi per 3,8 miliardi
«Il teleriscaldamento ha un potenziale inespresso in Europa e può rappresentare un percorso redditizio verso il net zero», afferma Igor Petryk, direttore dello Sviluppo del mercato di Wärtsilä Energy. «Non si tratta solo di riscaldare le case, ma anche di favorire la crescita delle energie rinnovabili, di offrire flessibilità e di creare una soluzione praticabile per i Paesi dipendenti dal carbone che stanno passando a un’energia più pulita».
I risultati suggeriscono che le tecnologie flessibili di teleriscaldamento, come i motori di cogenerazione, possono contribuire all’aumento dell’offerta di energia rinnovabile e all’abbandono progressivo dei combustibili fossili. In Polonia, per esempio, il modello di Wärtsilä pubblicato di recente mostra che, integrando i sistemi di teleriscaldamento ed energia elettrica, il Paese potrebbe risparmiare 3,8 miliardi di euro nel prossimo decennio, riducendo del 57% le emissioni annuali di CO2 nel settore energetico, dominato dal carbone, entro il 2032.