Studio, dall’efficienza energetica un giro d’affari di oltre 43 miliardi al 2020
Lo evidenziano i risultati dello Studio Cesef che fa capo ad Agici - Finanza d’impresa presentati nel corso dell’incontro “Efficienza energetica: leva per lo sviluppo del Paese. Proposte per competere, finanziare, regolare”
Il settore dell’efficienza energetica potrebbe generare un giro d’affari di oltre 43 miliardi di euro nel periodo 2014-2020, se venissero raggiunti gli obiettivi UE 2020. Lo evidenziano i risultati dello Studio Cesef facente capo ad Agici-Finanza d’impresa, presentati a Milano nel corso dell’incontro “Efficienza energetica: leva per lo sviluppo del Paese. Proposte per competere, finanziare, regolare”.
Nonostante molti risultati siano stati raggiunti - rileva la ricerca - permangono diversi elementi di criticità che interessano la domanda, l’offerta e il sistema finanziario. Il settore è caratterizzato da un’elevata domanda potenziale, che ha però difficoltà ad esprimersi. In molti casi le ESCo non hanno ancora una dimensione adeguata per promuovere interventi attraverso il finanziamento tramite terzi (FTT) Il sostegno del sistema finanziario è ancora scarso: su 25 miliardi di euro erogati ai progetti cleantech dal 2007 al 2012 solo il 2,4% era destinato alla EE
Più nel dettaglio, lo analizza il settore dell’efficienza energetica dal punto di vista delle policy pubbliche, della normativa e degli incentivi, dell’offerta e dei modelli di business, del sistema finanziario. Tra i punti salienti, il fatto che l’efficienza energetica rappresenta una leva fondamentale per il rilancio economico e industriale del Paese. Il raggiungimento degli obiettivi vincolanti definiti dalla UE genererebbe un giro d’affari di oltre 43 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 derivanti da investimenti per l’efficientamento energetico. Il settore è caratterizzato da una elevata domanda potenziale, che ha però difficoltà ad esprimersi. Ampi spazi di efficientamento esistono nell’edilizia pubblica e privata e nel sistema produttivo nazionale (soprattutto grandi progetti industriali). Da notare che i costi del sistema di incentivazione sono piuttosto contenuti. Il peso dei certificati bianchi sulle bollette energetiche è assolutamente marginale: dello 0,61% sulla bolletta gas e dello 0,24% sulla bolletta elettrica, contro un peso del 18,1% delle rinnovabili (Dati 2012).
La “radiografia” del mercato dell’efficienza energetica mostra una pluralità di attori di natura e estrazione molto diverse: utility, produttori di tecnologie, società di servizi energetici. All’interno di queste tre categorie lo studio Cesef ha individuato 9 modelli di business che si differenziano per dimensione dell’operatore, focalizzazione sul settore, gamma di servizi offerti, grado di esternalizzazione e clientela target. Tra questi, l’analisi economico-finanziaria (dati 2012) effettuata sulle società di servizi energetici mostra un fatturato complessivo di 6,5 miliardi di euro (+1,4% rispetto al 2011).
Altro dato rilevante è che il settore dell’efficienza è poco finanziato dal sistema bancario. In Italia, su 25 miliardi di euro erogati ai progetti cleantech dal 2007 al 2012 solo il 2,4% era destinato all’efficienza energetica. Da questo punto di vista i fondi europei 2014-2020 giocheranno un ruolo chiave nel finanziamento di interventi di efficienza energetica (oltre 4 miliardi destinati all’EE), ma occorre sfruttarli appieno attraverso una pianificazione efficace dei progetti.