Lo studio. L’Italia perde posizioni nell’efficienza energetica
Siram Veolia e Ambrosetti hanno presentato a Cernobbio le evidenze preliminari della ricerca “Ottimizzazione e autonomia energetica nell’era della generative AI”. Ecco che cosa bisogna fare affinché l’ottimizzazione energetica funzioni da leva per il processo di decarbonizzazione
In un contesto in cui è necessario accelerare il percorso di decarbonizzazione, l’ottimizzazione energetica – intesa come la combinazione di efficienza energetica, rinnovabili, fuel switch, storage, flessibilità, condivisione e aggregazione di energia distribuita – e l’adozione di strumenti digitali avanzati sono leve essenziali per la transizione energetica, la salvaguardia della competitività del Paese e il benessere sociale.
Lo studio “Ottimizzazione e autonomia energetica nell’era della generative AI”, realizzato da Siram Veolia e Teha Group (The European House Ambrosetti), analizza l’ottimizzazione energetica e il ruolo delle soluzioni digitali per accelerare il processo di decarbonizzazione ed efficientamento italiano. Dallo studio, le cui evidenze preliminari sono state presentate a Cernobbio al Forum organizzato da The European House - Ambrosetti, emergono alcuni punti essenziali. Eccoli.
Nel 2000 eravamo ai vertici
L’Italia ha visto una progressiva erosione del proprio vantaggio competitivo relativo all’utilizzo efficiente dell’energia: se nel 2000 era ai vertici in termini di utilizzo energetico per valore aggiunto, oggi è stata superata da Germania, Francia e Spagna. L’ottimizzazione energetica è una leva chiave per portare avanti il processo di decarbonizzazione, con l’industria che in Italia rappresenta circa un quinto delle emissioni e del consumo energetico totale e deve affrontare sfide competitive. Il solo meccanismo Ets, per esempio, impatterà tra il 15% e il 33% del valore aggiunto dei settori energivori al 2050, rendendo l’ottimizzazione energetica una leva per ridurre le emissioni e mantenere competitività a medio lungo termine.
L’amministrazione pubblica, evidenziano gli esperti di Siram Veolia e Teha Group, ha un obiettivo di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pari al 3% annuo, a fronte di valori che nell’ultimo triennio sono stati inferiori all’1%. Raggiungere l’obiettivo richiede una rinnovata cultura della collaborazione pubblico privato all’interno del modello di acquisto. Infine, altro elemento, i dati e l’Intelligenza Artificiale saranno il collante per orientare le scelte di aziende e istituzioni verso le soluzioni più efficaci per la decarbonizzazione.
«L’energia più sostenibile è quella che non si consuma»
«L’energia più competitiva e sostenibile è quella che non si consuma», ha commentato Emanuela Trentin, amministratore delegato di Siram Veolia. «Parlando di transizione energetica ci si focalizza troppo spesso sul cambio di mix, puntando unicamente sulla generazione da fonti rinnovabili e sull’elettrificazione dei consumi, ma alla base ci deve essere un utilizzo ottimizzato dell’energia, altrimenti non faremo buon uso di quella rinnovabile, che è ancor più scarsa e preziosa di quella fossile. Attraverso questo studio», ha concluso Trentin, «vogliamo dimostrare quanto potenziale di ottimizzazione ci sia ancora da cogliere integrando efficienza energetica e fonti rinnovabili, unite all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia basate sul digitale».
«Tra il 2000 e il 2022, il sistema energetico italiano ha perso il suo tradizionale vantaggio competitivo; l’indice di intensità energetica italiano è infatti migliorato solo del 14%, a fronte della media Ue del 28%. In questo scenario, un approccio sistemico basato sull’ottimizzazione energetica e sull’utilizzo efficiente delle risorse emerge come leva chiave per accelerare il processo di decarbonizzazione e amplificare i benefici economici, ambientali e sociali per il sistema Paese abilitati dalla transizione energetica», ha riassunto Valerio de Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti e Teha Group.