Aiget: sulle garanzie al codice di accesso alla distribuzione il mercato elettrico si spegne
Definito dall’Authority con la delibera 268, un tassello importante di quel codice di accesso ai servizi di distribuzione elettrici che oggi manca e che dovrà regolare aspetti dei rapporti tra venditori e distributori
L’Autorità per l’energia, con la delibera 268, ha definito un tassello importante di quel codice di accesso ai servizi di distribuzione elettrici che oggi manca e che dovrà regolare aspetti dei rapporti tra venditori e distributori, cruciali per la qualità della fornitura e per la competitività del mercato. Lo si apprende in un comunicato di Aiget, l’Associazione italiana dei grossisti di energia.
Imposta iniqua e dannosa - “Le scelte dell’Autorità - si legge nella nota - confermano purtroppo un’impostazione già delineata, che noi troviamo iniqua e dannosa per il mercato, come abbiamo in molti modi già espresso: da un lato ai venditori si continua a chiedere di garantire l’intera bolletta contro le insolvenze dei clienti (in un contesto in cui gli strumenti per proteggersi dalla morosità sono ancora insufficienti) anche per le parti di bolletta - la stragrande maggioranza - che non restano in tasca al venditore, come gli oneri generali e le tasse, dall’altro l’ammontare delle garanzie è stato aumentato a 3 mesi di fornitura e con sistemi punitivi per i cattivi pagatori (questo di per sé accettabile), cui non si accompagnano sistemi di riduzione delle garanzie per chi invece è regolare nei pagamenti, se non l’accesso all’uso del rating e della parent company guarantee, che però comportano notevoli (e secondo noi ingiustificati) costi addizionali per il venditore.
Il rating minimo - Un aspetto che rende la decisione dell’Autorità ancora più grave per la sopravvivenza di un numero ampio di venditori che possano garantire concorrenza è l’inserimento di un livello di rating minimo per gli istituti di credito che forniscono le garanzie. Livello che, a valle del recente downgrading di Fitch a molte banche italiane, istituisce di fatto un oligopolio di pochissimi istituti finanziari (non più di sei gruppi bancari, da una prima analisi) che sono gli unici presso i quali tutti i venditori di energia dovranno riuscire a trovare le garanzie in tempo per l’operatività della delibera. In tale congiuntura macroeconomica non è realistico ipotizzare che tali banche possano incrementare i propri affidamenti in maniera così rilevante.
È dunque un’impostazione sbagliata perché è iniqua nell’allocazione del rischio e perché crea un credit crunch artificioso. Se l’obiettivo è quello di garantire la partecipazione al mercato di soli operatori affidabili, come abbiamo già detto il modo giusto è se mai istituire un meccanismo selettivo di autorizzazione alla vendita, su cui a dire il vero pensavamo l’Autorità stesse lavorando. AIGET farà tutto il possibile per opporsi a quest’impostazione e per difendere la concorrenza nella vendita di energia.