Enel, arresti a Brindisi per tangenti sui lavori alla centrale Federico II
L’inchiesta è nata dalla denuncia dell'azienda. Cinque i dipendenti coinvolti
La Guardia di Finanza ha messo agli arresti, uno in carcere e quattro ai domiciliari, cinque dipendenti di Enel per presunte tangenti. La corruzione si sarebbe verificata in occasione dei lavori per la centrale Federico II di Brindisi. L'ordinanza di custodia cautelare è stata disposta dal Gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta della locale Procura Repubblica, si legge in un comunicato della Guardia di Finanza. Quattro i dipendenti di Enel, un quinto da poco licenziato, precisa la nota, impiegati presso la centrale “Federico II” di Brindisi in località Cerano.
“Gli arrestati (uno in carcere e quattro ai domiciliari), con la loro condotta illecita, avrebbero favorito 'un’impresa amica' nell’aggiudicazione di più gare d’appalto, rivelando i valori da indicare nelle offerte di gara da presentare", si legge nel comunicato. Avrebbero inoltre "attestato falsi stati di avanzamento lavori; liquidato fatture per lavori mai eseguiti; omesso di effettuare verifiche e/o controlli, dimostrando di essere stabilmente assoggettati ad interessi personali di terzi. Nei confronti dei cinque responsabili della condotta delittuosa è stato altresì eseguito - informano le Fiamme Gialle - un sequestro preventivo per complessivi 230mila euro (conti correnti, beni mobili ed immobili registrati).
“Enel - si legge in una nota della società - evidenzia che l'indagine della Procura della Repubblica trae origine dalla denuncia presentata dalla stessa società nel mese di gennaio. Enel, durante questo periodo, ha costantemente fornito alla Procura della Repubblica ogni elemento utile per fare piena chiarezza sull'intera vicenda. L'azienda - si legge ancora nel comunicato - ha peraltro adottato i provvedimenti disciplinari, incluso il licenziamento, nei confronti dei dipendenti per i quali attraverso le verifiche interne erano stati già individuati elementi di responsabilità. Enel confida nell'operato della magistratura e ribadisce la propria collaborazione al prosieguo delle indagini”.