Testa (Assoelettrica), il Governo riveda gli oneri di sistema in bolletta e sblocchi il mercato
È quanto ha chiesto il presidente Chicco Testa, intervenendo all'assemblea annuale dell'organizzazione
La riforma degli oneri di sistema che pesano sulle bollette elettriche, cui il governo sta lavorando, deve essere improntata a criteri di equità e senza mettere in difficoltà la sopravvivenza delle aziende. È quanto ha chiesto il presidente di Assoelettrica Chicco Testa intervenendo all'assemblea annuale dell'organizzazione. “Ci rendiamo conto della difficoltà di una manovra di questo genere - ha detto - visto che ciascuno dei soggetti interessati ha costruito piani economici basati sulla costanza di questi proventi/benefici. E ci auguriamo che le proposte del Governo siano improntate a criteri di equità e tali da non mettere in difficoltà la sopravvivenza delle aziende”. In ogni caso, ha aggiunto Testa, “diciamo con forza che deve essere evitato ogni ulteriore appesantimento delle componenti oneri di sistema, magari con l'introduzione di nuovi incentivi di varia natura e genere”. “Fra l'altro - ha concluso - sono convinto che prima o poi si solleveranno problemi sulla loro legittimità, la cui natura parafiscale è evidente e punitiva per chi consuma energia elettrica per motivi di necessità e di lavoro. Cosicchè si determina una sorta di progressività fiscale all'incontrario, non basata sulla capacità contributiva, ma sui consumi di energia elettrica necessari all'attività che si svolge”. Altre due questioni forti sono state toccate da Testa nella sua relazione: il funzionamento del mercato elettrico il crollo della domanda energetica.
Mercato elettrico bloccato - “Abbiamo un mercato dell'energia bloccato sia sul lato dell'offerta che su quello della domanda, prezzi opachi e inevitabile dirigismo pubblico”. Secondo Testa, l'impatto delle rinnovabili ha avuto un doppio effetto nel ridurre fortemente la liquidità del mercato libero e nell'appesantire le tariffe di quello tutelato con oneri e incentivi che rendono difficile valutare il reale costo dell'energia. Si è assistito, ha detto, ad una “graduale perdita di efficacia del mercato elettrico, per la graduale riduzione, anche dovuta all'enorme sviluppo del fotovoltaico, della quantità di energia elettrica effettivamente contendibile, fino a scendere sotto la soglia del 40% per cento in valore, con un calo dell'ordine di 20 punti nell'arco di quattro anni”. Nell'attuale contesto del mercato elettrico, ha proseguito Testa, “ciò che a noi preoccupa maggiormente è il venire meno dei criteri di razionalità che dovrebbero guidarne la crescita ed il funzionamento, un meccanismo viziato dalla formazione dei prezzi sia sul lato dell'offerta che su quello della domanda, un completo disorientamento degli operatori nei criteri di gestione e nelle scelte di investimento”. In questo senso è emblematico il ruolo del Prezzo Unico Nazionale che “è ormai una componente minoritaria nella formazione dei prezzi finali dell'energia. Dobbiamo quindi domandarci quali sono tutti gli interventi necessari a ridare liquidità al mercato o rassegnarci ad un lento e non guidato ritorno verso un sistema di prezzi amministrati”. Sul fronte dei piccoli consumatori, poi, il presidente di Assoelettrica ritiene che sia “difficile certo pensare ad un mercato liberalizzato con questa incomprensibile struttura tariffaria”. “In effetti - ha aggiunto - il consumatore nemmeno lui sa quanto sta pagando. La sua tariffa infatti muta continuamente e senza linearità a seconda della fascia di consumi in cui si trova, anche all'interno della D2. E quando legge la bolletta si rende conto che gli oneri di sistema superano la sua spesa per l'energia”.
Consumi elettrici - La domanda di elettricità dell'industria in Italia “ha subito un calo drammatico: dai 156 miliardi di kWh del 2006 ai circa 120 del 2013; un valore analogo a quello dei primi anni Novanta, che segnala senza alcuna ambiguità il processo in corso di deindustrializzazione del nostro Paese”.
La domanda delle famiglie e del terziario, invece, “non ha subito alcuna riduzione e, anzi, non interrompe la tendenza alla crescita”. I consumi totali in Italia nel 2013 sono arrivati a quota 297 miliardi di kWh, livello analogo a quello del 2003. Mettendo a confronto i principali Paesi sul fronte dei consumi, Testa ha ricordato che nel 2013 “soltanto in Francia si è assistito a un incremento, peraltro assai modesto (+1%) della domanda di elettricità. In Italia si è registrato un calo di oltre 3 punti percentuali, a fronte di un meno 2,1% della Germania, di un meno 0,6 della Spagna e di un meno 0,8 del Regno Unito". Da qui la progressiva chiusura di diversi impianti di generazione termoelettrici in Europa, un processo in corso anche in Italia, “seppur in modo meno evidente, ma destinato a subire accelerazioni”.
A pesare sul settore, in Italia, secondo Assoelettrica sono, oltre alla contrazione dei consumi, l'aumento dei prezzi (dovuto essenzialmente al crescere degli oneri di sistema), la graduale perdita di efficacia del mercato elettrico (è sotto il 40% in calore la quantità di energia effettivamente contendibile), il mancato decollo di un vero mercato europeo dell'energia.