Tirreno Power, nuovo sciopero nazionale dei dipendenti. A rischio 200 posti di lavoro
A gettare benzina sul fuoco – denunciano i sindacati – arriva la presa di posizione del neo-direttore generale di Tirreno Power, secondo il quale il progetto presentato per l'area di Vado Ligure non può essere implementato
Si è tenuto in settimana un nuovo sciopero nazionale che ha coinvolto tutti i lavoratori del Gruppo elettrico “Tirreno Power” proclamato dai sindacati di settore Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil. L’agitazione alla quale hanno partecipato i dipendenti di tre centrali termoelettriche (Vado Ligure, a Savona; Torrevaldaliga Sud, a Civitavecchia-Roma, Napoli Levante) e di 17 centraline idroelettriche dell'Appennino ligure, è stata indetta per denunciare nuovamente la pesante crisi industriale del gruppo, per il quale ancora non si intravede un piano alternativo credibile per la reimpiego del personale coinvolto.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco – denunciano i sindacati – arriva la presa di posizione del neo-direttore generale di Tirreno Power, secondo il quale il progetto presentato per l'area di Vado Ligure non può essere implementato, tacendo completamente anche per le aree di Civitavecchia e Napoli, anch'esse colpite da esuberi di personale che sfiorano il 50%. Su questo tema sono stati investiti i due principali azionisti di Tirreno Power (Engie e Sorgenia) “i quali – aggiungono i sindacati – non possono sottrarsi alla ricerca di soluzioni che tutelino l'occupazione, dopo aver beneficiato per anni delle performance di Tirreno Power”.
Si prevede l'acuirsi di tensioni tra i lavoratori se l'incontro previsto il 3 agosto tra sindacati, Regioni e azienda al ministero dello Sviluppo Economico non dovesse produrre i positivi effetti auspicati. “È ora di aprire un tavolo di confronto – insistono i sindacati – che indichi, senza ambiguità, quali sono gli strumenti per governare una situazione di “transizione energetica” e mettere a punto una soluzione in grado di trovare risorse economiche adeguate”. Ma quello che più preoccupa Filctem, Flaei, Uiltec è la scadenza autunnale degli ammortizzatori sociali “per i quali – concludono – è necessario ottenerne la proroga per evitare il disastro sociale”.