Eni, Scaroni: “L’Asia è la nostra nuova frontiera, in Cina cerchiamo lo shale gas”
L’ad di Eni ha ricordato che è una compagnia africana, avendo in quell’area il 60% della sua produzione. Per il futuro si guarda al gas non convenzionale in Cina ma anche in Pakistan, Indonesia, Vietnam e Myanmar
“La nuova frontiera di Eni è l’Asia, in particolare il Sud-Est asiatico”. Lo ha detto l’ad di Eni Paolo Scaroni citando il Pakistan, l’Indonesia, il Vietnam e il Myanmar. “L’Asia sarà la nostra seconda gamba, dopo l'Africa” dove permangono alcune situazioni problematiche, come quella della Libia, che “non ci fa dormire sonni tranquilli”. “Eni - ha ribadito però Scaroni - è una compagnia essenzialmente africana, dove ha il 60% della sua produzione. Siamo di gran lunga i primi produttori in Africa, i primi per riserve e siamo ben contenti di esserlo. Negli ultimi cinque anni abbiamo scoperto più del doppio di quanto abbiamo prodotto”, ha detto Scaroni, parlando delle esplorazioni totali del gruppo.
Se l’Africa è stata da sempre il centro dell’attività di Eni, ha ricordato Scaroni, “oggi cominciamo a guardare come nuova frontiera all’Asia e il Sud-Est asiatico”. Questa zona del mondo, ha aggiunto, rappresenterà “una seconda grande gamba di Eni, oltre a quella africana, in una parte del mondo dove non solo i consumi sono crescenti ma dove possiamo essere per davvero matteiani”. Tale approccio, ha ricordato il manager, consiste nel fatto che “dovunque noi andiamo vogliamo che le popolazioni” locali avvertano “il beneficio della nostra presenza. Questo insegnamento di Mattei, che adottiamo in Africa, contiamo di ripeterlo nel Sud est asiatico. D’altra parte, molti dei problemi dell’Africa li troviamo nel Sud est asiatico”.
Prima fra tutti la difficoltà ad accedere all'energia. “Potremmo riprodurre in Asia - ha osservato Scaroni - lo stesso approccio che vede, da una parte il nostro interesse aziendale, dall'altra l’accettazione da parte di chi ci vede arrivare e che ci consenta di lavorare bene con il consenso di tutti, fondamentale per un’azienda che realizza investimenti a lungo termine come noi".
Poi l'ad ha fatto una panoramica delle attività di Eni nella zona: “Siamo i primi produttori in Pakistan, dove operiamo molto bene. È un grande paese, che poggia il suo sviluppo sulla capacità di trovare idrocarburi”. I pakistani, ha spiegato Scaroni, “sono un popolo di imprenditori, di gente che vuole il benessere e trova il limite al raggiungimento del benessere nella carenza di energia. Per questo continuiamo a esplorare il Pakistan, continuiamo ad avere un successo esplorativo dopo l'altro”. “Siamo poi tornati in gran forza in Indonesia - ha evidenziato - , paese che ha una grande tradizione petrolifera, faceva parte dell’Opec. Siamo arrivati e abbiamo fatto due grandissime scoperte che hanno creato le basi per una nostra presenza molto forte lì nei prossimi anni”.
Per quanto riguarda la Cina, l'ad di Eni ha ricordato che “siamo entrati nel paese dove lavoriamo proprio nello shale gas e dove siamo ottimisti” di trovarlo e che sia sfruttabile.
Infine, “ci sono due paesi su cui puntiamo molto: il Vietnam, dove siamo convinti ci sia moltissimo da fare, si tratta di un paese molto promettente per gli idrocarburi. E poi Myanmar, che da poco si è aperto al mondo. Ci auguriamo anche lì di poter stabilire una grande base”, ha concluso.