Il fondo sovrano norvegese vuole disfarsi dei titoli gas&oil: non convengono più
Il fondo ha in portafoglio 37 miliardi di dollari di titoli relativi al greggio e al gas, e questo preoccupa il governo di Oslo, che vede l'economia eccessivamente esposta al calo dei prezzi del petrolio
Il fondo sovrano norvegese, il maggior al mondo con asset per 1.000 miliardi di dollari, scarica il petrolio e il gas, concedendo un'importante vittoria agli ambientalisti. Il governo norvegese raccomanda al Government Pension Fund di vendere i titoli dei produttori di greggio e gas, risparmiando però i grandi gruppi produttori: le vendite dovrebbero infatti riguardare solo le società più piccole di esplorazione e produzione petrolifera e di gas e non i grandi gruppi come ExxonMobil e Bp.
Il fondo ha in portafoglio 37 miliardi di dollari di titoli relativi al greggio e al gas, e questo preoccupa il governo di Oslo che vede l'economia eccessivamente esposta al calo dei prezzi del petrolio. “L'obiettivo è rendere la nostra ricchezza meno vulnerabile a un calo duraturo dei prezzi” afferma Suv Jensen, il ministro delle finanze norvegese. Le raccomandazioni del governo norvegese dovranno essere esaminate dal parlamento, al quale spetta l'ultima parola.
La notizia che il principale fondo del mondo, quindi, farà uscire le compagnie petrolifere e del gas dal suo indice benchmark e dall'universo dei suoi investimenti, ha innescato una caduta dei titoli energetici in tutto il mondo. Le azioni di petrolio e gas hanno rappresentato il 5,9% degli investimenti azionari a fine 2018, corrispondenti a circa 37 miliardi di dollari, secondo i dati del fondo.
"Il governo sta proponendo di escludere le società classificate come società di esplorazione e produzione nel settore energetico dal fondo, per ridurre il rischio aggregato del prezzo del petrolio sull'economia norvegese", ha affermato il ministero delle finanze in una nota.
L'obiettivo della proposta, avviato dalla banca centrale che gestisce il fondo, è quello di rendere la ricchezza del governo norvegese meno vulnerabile a un calo permanente dei prezzi del petrolio, ora che il fondo ha aumentato la sua esposizione ai titoli azionari al 70% dal precedente 60 per cento. Il fondo sostiene che non ha molto senso che la Norvegia sia esposta doppiamente ai mercati petroliferi. Essendo il maggior produttore di petrolio e gas dell'Europa occidentale, le sue fortune sono già fortemente legate al petrolio, derivando quasi la metà delle sue esportazioni e oltre il 20% delle entrate dello stato dalle materie prime.
Il fondo, che investe i ricavi norvegesi dalla produzione di petrolio e gas per le generazioni future in azioni, obbligazioni e immobili all'estero, è un importante investitore in società petrolifere, con partecipazioni a fine 2018 del 2,45% in Shell, 2,31% in Bp, 2,02% in Total, 0,99% in Chevron e 0,94% in ExxonMobil.