Ai minimi i listini del greggio. Le stime Opec. L’analisi Fitch
Previsti nuovi ribassi. L’Opec mantiene invariate le stime di crescita di domanda petrolifera
L'Opec ha mantenuto invariate le previsioni di crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2014 e 2015, malgrado una accelerazione del calo dei prezzi. Nel rapporto mensile, l'organizzazione dei 12 Paesi produttori, che conta circa un terzo del petrolio mondiale, ha confermato le previsioni di una crescita della domanda di 1,05 milioni di barili al giorno quest'anno a 91,19 milioni barili al giorno e di 1,19 nel 2015 a 92,38 milioni. L'Opec ha evidenziato come i prezzi proseguono la loro caduta in ragione di una debole domanda e di un'offerta abbondante ma vede anche speculazioni che hanno portato i prezzi ai minimi dal 2010.
In settembre intanto l'estrazione petrolifera dell'Opec è continuata a salire grazie alla ripresa della produzione in Libia e in Iraq, raggiungendo il livello più alto dall'estate 2013, nonostante il calo dei prezzi. La produzione è salita in totale a 30,47 milioni di barili/giorno, ovvero 402mila barili in più rispetto ad agosto. L'aumento della produzione dell'Opec in un momento in cui i prezzi del petrolio sono in caduta libera animerà il dibattito nel meeting semestrale a Vienna del 27 novembre dove i Paesi si confronteranno a porte chiuse sui livelli di produzione.
Nei giorni scorsi la quotazione del petrolio è scivolata ancora e ha toccato nuovi minimi sui timori di recessione dopo il taglio delle stime sulla crescita mondiale da parte dell'Fmi. Il Wti è ai minimi da luglio 2013, cioè degli ultimi 17 mesi. Ancora più accentuato il calo del Brent, che tocca il record negativo degli ultimi 27 mesi.
Il prezzo del petrolio del Mare del Nord, il Brent, potrebbe scendere sotto gli 80 dollari al barile prima di scatenare una risposta - con una riduzione automatica dell'offerta - dei produttori di shale con un taglio degli investimenti in nuovi pozzi. Lo stimano gli esperti di Fitch, secondo cui il rapido tasso di deterioramento della produzione dei pozzi di scisto dovrebbe spingere le imprese ad aprire sempre più nuovi pozzi per mantenere i livelli di estrazione. Ma questi sono diventati meno convenienti al punto che, stimano, i costi medi di un ciclo completo per le imprese di produzione ed esplorazione Usa sono ormai già scesi a circa 70 dollari. A livello di esempio, con un Brent a 90 dollari al barile è probabile che il capex continui a correre a tutta velocità, mentre con uno a 75-80 dollari questo potrebbe scendere.
Nella settimana conclusa il 3 ottobre le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono cresciute di 5,015 milioni di barili a 356,635 milioni, mentre gli analisti attendevano un rialzo di 1,9 milioni di barili dopo il calo di 1,36 milioni di unità precedente.